Firenze –Il festival dei Popoli ha ospitato una serata dedicata alla crisi della ex-Gkn, fabbrica del settore automobilistico con sede a Campi Bisenzio. L’istituto de Martino e l’archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico hanno prodotto un documentario di testimonianza realizzato dai registi Filippo Maria Gori e Lorenzo Enrico Gori che ripercorre i fatti a partire dal 9 luglio 2021, giorno del licenziamento di 422 operai, fino al 2022.
Dopo il licenziamento, gli operai hanno creato un collettivo di fabbrica che li vede protagonisti nella vertenza sindacale e che ha allargato la lotta per la fabbrica, convergendo con altre vertenze e movimenti sociali a livello nazionale. Nonostante l’impegno degli operai, la crisi è ancora aperta e non ne sono certi gli sviluppi. Nel 2022, la proprietà è cambiata: da una multinazionale britannica è passata a un imprenditore italiano, Francesco Borgomeo. La Gkn è diventata QF.
Proprio questa settimana era stato annunciato lo sgombero dello stabilimento di Campi Bisenzio, ma i camion non sono stati mandati. Inoltre, gli stipendi non sono arrivati. Ieri, la Fiom-Cgil ha indetto uno sciopero e il collettivo ha dato vita a presidi con slogan e striscioni. Come afferma il collettivo, oggi è assolutamente necessario mettere a disposizione lo stabilimento di chi veramente può portare idee, progetti, lavoro. Quindi, si chiede l’attivazione di una cassa integrazione non retroattiva e un piano di reindustrializzazione.
Le forze politiche e sindacali dovrebbero impedire nei prossimi mesi una delocalizzazione selvaggia che penalizza il made in Italy e mette a rischio di povertà 422 operai con le loro famiglie. Il film, proiettato in una sala gremitissima, alla presenza di alcuni rappresentanti del collettivo, degli archivi de Martino e dell’archivio audiovisivo, cattura le grandi energie degli operai convolti. “E tu come stai?” mostra il coraggio e l’intelligenza politica dei lavoratori che non perdono la fiducia.
La loro professionalità e le grandi risorse industriali della fabbrica di Campi non si possono bruciare in nome di cinici affari globali. I registi e i produttori sperano che il documentario possa essere diffuso in Toscana e in Italia, a partire da circoli, case del popolo e sale d’essai.