Castiglioncello – Nato Armunia negli anni anni 80, il festival di Castiglioncello è diventato Inequilibrio, ferme restando le traiettorie artistiche e le coordinate estetiche. E sempre irradiandosi dal Castello Pasquini, eccentrico edificio ottocentesco di ispirazione rinascimentale, fin da subito perno e casa madre della kermesse, in cerca di location alternative quanto suggestive.
Inequilibrio numero 22, in programma dal 25 giugno al 7 luglio, conserva la sua eccentricità sperimentale, in nome di un non sopito spirito d’avanguardia. La ricerca di un “altro” teatro, libero da etichette e da qualsivoglia forzatura ideologica, anima il perimetro del festival.
Che conferma il proprio ruolo di incisiva vetrina e assortito laboratorio indagante e dialogante con le ultime tendenze e i linguaggi della contemporaneità. La nuova teatralità made in Italy, supportata e innervata da interessanti tessere internazionali, trova spazio in un cartellone che fra teatro, danza, performance, musica, nuova drammaturgia, mostre e installazioni “site specific”, sforna più di quaranta titoli.
L’impalcatura messa a punto dai direttori artistici Angela Fumarola e Fabio Masi, vuole sottolineare la continuità, anche inedita ma ineludibile, fra l’appena ieri e l’immediato domani. “La scena contemporanea – spiegano Angela e Fabio – è alla ricerca perenne del nuovo: in realtà basterebbe fermarsi e osservare quello che c’è e che c’è stato. La vera sovversione oggi non è ribaltare e trasformare il presente o il passato, ma guardare ad essi per capire come andare avanti”.
In quest’ottica di “riflessione mutevole”, Inequilibrio 19 dedica uno spazio ad alcune firme storiche della danza italiana, artisti che hanno segnato alcune tra le più significative tracce autoriali degli ultimi 30 anni, come il duo Abbondanza Bertoni, come Enzo Cosimi o Raffaella Giordano, il gruppo Mk di Michele Di Stefano o ancora come Cristina Kristal Rizzo, Silvia Gribaudi, Salvo Lombardo, Collettivo Cinetico, Marco D’Agostin, tutti in scena coi loro ultimi lavori.
Ospite d’onore sarà la portoghese Vera Mantero, poliedrica figura d’artista, coreografa, performer, cantante, videomaker, mentre il tradizionale focus sulle panoramiche della danza internazionale che il festival dispiega, dopo il Medio Oriente dello scorso anno, inquadra ora il Sud est asiatico e il continente indiano.
Altrettanto ricca la sezione teatrale, fra debutti assoluti, studi preparatori, happening. Da un lato i maestri, omaggi a Giuliano Scabia con la sua “Commedia della fine del mondo” e a Marcello Sambati, protagonista di un lavoro itinerante nelle stanze del castello, “Atlante dell’attore solitario”, dall’altro le nuove generazioni.
Che sono tante e agguerrite. Vediamone alcune: Babilonia Teatro che sulla spiaggia del Cardellino, allestisce un dissonante “Padre Nostro”; Anna Maria Ajmone che declina i tre momenti del suo “Attika”; Elena Guerrini che si immerge fra le onde del mare insieme agli spettatori, per quella che definisce un’opera acquatica, dal titolo “Archeologia del coraggio”; l’inedita coppia Antonella Questa e Luca Scarlini che raccontano in una conferenza spettacolo “La cena delle beffe” da Sem Benelli; Milena Costanzo che dirige Savino Paparella, Francesco Pennacchia e Rossana Gay nei “Miserabili” da Victor Hugo; Francesca Sarteanesi e Luisa Bosi che licenziano “Bella bestia”; Gemma H Carbone e Riccardo Festa alle prese con “Tu ovvero chi è questa stronza?” da Flaiano; Elena De Carolis che impagina una sua “Medea”, per finire con Roberto Abbiati che, con la supervisione registica di Claudio Morganti, mette in scena il primo studio de “Il processo” di Kafka.
E ancora Roberto Latini con “In exitu” di Giovanni Testori, Oscar de Summa con “Soul”, Le viedelfool con “Yorick”, Ventriglia/Garbuggino con “Tre stanze. I sovversivi” senza dimenticare la curiosa novità del Teatro dei Borgia che dipana una “Medea per strada”, itinerante in bus fra Castigliocenllo e Vada, andata e ritorno. Da segnalare infine la mostra allestita al castello Pasquini, a cura di Anna Maria Monteverdi, che esplora la poetica e la carriera di Robert Lepage, regista franco-canadese fondatore della compagnia Ex Machina, nome cult, fra i protagonisti assoluti della scena internazionale contemporanea. Programma completo su www.armunia.eu
Foto: Elena Guerrini by Paolo Ciriello