Festival Fabbrica Europa: riti e miti del Mediterraneo

Si parte il 13 settembre con “invisibili” di Aurélien Bory

I migliori spettacoli, performance, eventi e musica che attraversano i linguaggi artistici nello spazio del Mediterraneo, coinvolgendo realtà, visioni e tradizioni della “Terra di mezzo”, comunicando storie e racconti di infiniti mondi del pensiero creativo.  Con una profondità culturale derivante da una ricerca ed una esperienza che dura ormai da 31 anni, Fabbrica Europa apre il Festival, dal 13 settembre al 15 ottobre 2024, nella sede del PARC, Performing Arts Research Centre, e in dieci spazi fiorentini, compreso la rinnovata collaborazione con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, la Galleria Frittelli Arte Contemporanea e l’Istituto Francese, con un superbo programma multidisciplinare.

Durante il mese di programmazione, Fabbrica Europa scandisce con i suoi eventi riti e miti contemporanei, percorsi possibili e impossibili, mostrando opere dove i rapporti oscillano tra forme e significati, tra diversi territori dell’area mediterranea, Italia, Francia, Spagna e Portogallo, spingendosi oltre, da una parte fino al Medio Oriente e Asia, dall’altra approfondendo le radici della produzione Black Culture e delle culture dell’America latina. Un itinerario intrigante con narrazioni performative originali e inusuali tra sperimentazioni e ricerca di artisti emergenti.

Tra il PARC, nel Parco Monumentale delle Cascine, cuore del Festival, il Teatro Goldoni, l’Auditorium Zubin Mehta, il Teatro Puccini, il Teatro Cantiere Florida, l’Istituto francese, Frittelli Arte Contemporanea, Murate Art District e altri spazi non convenzionali si esibiranno più di 150 artisti provenienti da 15 paesi in 40 titoli e 68 appuntamenti riconoscendo Firenze come crocevia internazionale delle arti performative e centro culturale per eccellenza.

Si parte il 13 e 14 settembre al Teatro Goldoni con “invisibili” di Aurélien Bory, un itinerario intrigante con narrazioni performative originali e inusuali tra sperimentazioni e ricerca di artisti emergentinel quale domina l’opera “Il Trionfo della morte”, conservata nella Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo da cui l’artista francese si ispira, rendendo omaggio a Palermo. Sullo stile di Pina Bausch, Bory unisce teatro, danza e arte visiva con, sullo sfondo, l’opera, attribuendo così all’arte il potere fortemente comunicativo universale. Sul palco, quattro danzatrici, un cantante, un musicista, tutti palermitani, sfidano le figure dipinte sull’affresco del XV secolo.

Tra i tanti spettacoli in programma si ricorda “Monumentum the second sleep/prima parte, il solo”, di Cristina Kristal Rizzo, nella Chiostrina del Teatro del Maggio, il 14 e 15 settembre interpretato, con risvolti espressivi taglienti e neo classici della giapponese Megumi Eda, storica danzatrice di Karole Armitage e di molti coreografi contemporanei tra cui John Neumeier, Christopher Bruce, Jiri Kylian, Lindsay Kemp, William Forsythe, Twyla Tharp e David Dawson.

Per la musica il Teatro Puccini ospita, il 29 settembre, “Nina” di “Fanny & Alexander”. È un omaggio alla vita di Eunice Kathleen Waymon, cantante, pianista, scrittrice e attivista per i diritti civili, conosciuta con lo pseudonimo di Nina Simone interpretata dalla soprano americana Claron McFadden, che, partendo da interviste radiofoniche e televisive e discorsi pubblici, ci fornisce un ritratto completo dell’artista.

Al Teatro Cantiere Florida il 15 ottobre sarà la volta di Colin Stetson un musicista che ha ridefinito, con la sua abilità musicale, il jazz, mentre Amir Elsaffar, trombettista, suonatore di santur, cantante e compositore, e Lorenzo Bianchi Hoesch, performer e compositore di musica elettronica, presentano “Inner Spaces” al PARC il 14 ottobre.

Per la Black Culture sono presenti Dimitri Grechi Espinoza, Emanuele Parrini, Simone Padovani, Beppe Scardino, che il 5 ottobre, al PARC, offrono un ritratto inedito di Amiri Baraka, LeRoi Jones, scomparso dieci anni fa, rappresentante del movimento poetico e politico nella storia della Black Culture e “Il Popolo del Blues”, scritto alla metà degli anni Sessanta, è un classico della musica e della cultura afroamericana.

Il 6 ottobre, sempre al PARC, Silvia Bolognesi dialoga con la voce, ottenuta attraverso registrazioni, interviste e declamazioni, di Gil Scott-Heron, poeta, musicista, attivista statunitense, degli anni Sessanta e Settanta, considerato da molti uno dei padri dell’hip hop.

Molti gli spettacoli di danza internazionale, tra cui “Dance is not for Us”, nuova creazione del coreografo libanese Omar Rajeh al Teatro Cantiere Florida l’8 ottobre.

Spiega l’artista: “Potrebbe essere strano, sotto molti aspetti, che io abbia scelto la danza in un paese che stava uscendo da una guerra civile, dalla distruzione, dalla morte. Tuttavia, la danza in quel momento sembrava essere la più rivoluzionaria, provocatoria, conflittuale. La danza appartiene alla vita quotidiana, alla strada, ai cittadini in platea”.

L’”Inferno” dantesco e la sua simbologia sono presenti in “Averno” di Mario Bermúdez, coreografo di Marcat Dance, con la sua ricerca e un linguaggio intenso e profondamente connesso alle emozioni e contraddizioni umane. Al Teatro Cantiere Florida, il 13 ottobre.

Per la danza italiana al PARC, il 4 ottobre è presente “Erwartung” di Cristina Kristal Rizzo con Giulia Cannas, uno spettacolo tra astrazione e figurazione, tra reale e immaginario, come una doppia immagine.

Alcuni eventi performativi si svolgono attraverso il progetto “Crisol – creative processes”, sostenuto dal MiC nell’ambito del programma Boarding Pass Plus, dove le arti performative e la danza creano occasioni di incontro tra artisti italiani e internazionali, avviando coproduzioni insieme ai partner.

Non mancano gli eventi che esplorano il mondo delle relazioni di identità di genere e uno spazio garantisce visibilità alle nuove generazioni. Al PARC sono presenti attività laboratoriali con tematiche di comunità, inclusione, corpo, creatività, fragilità, disabilità, queerness, condotte da artiste e artisti nazionali e internazionali: Chiara Bersani; Sergio R. Suárez; María del Mar Suárez, La Chachi; Gaya de Medeiros e Emilia Verginelli.

Per info: fabbricaeuropa.workshop@gmail.com

Durante il Festival sono previsti 4 incontri: il 14 settembre, al Teatro Goldoni, un incontro con Aurélien Bory al termine dello spettacolo “invisibili”; il 21 settembre, presso Frittelli Arte Contemporanea Lucia Marcucci: tra arte e performance; il 22 settembre, al PARC: Serena Carbone e Pietro Gaglianò con “L’arte in preda al possibile”; il 29 settembre, al MAD Murate Art District, Lian Guodong & Lei Yan: “Open Studio / Crisol Project”.

Il Festival, in collaborazione con la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, ha il sostegno del Ministero della Cultura, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Comune di Firenze e Fondazione CR Firenze.

Fabbrica Europa ha il sostegno di: Institut français Firenze, Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea, Associazione beni Italiani Patrimonio Mondiale / European Network of World Heritage Associations / Firenze Patrimonio Mondiale, European Union, Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, BIPAF Busan International Performing Arts Festival, AC/E Acción Cultural Española / PICE Programme for the Internationalisation of Spanish Culture.

Info e programma completo: www.fabbricaeuropa.net

Tel. +39 055 2638480 / 055 365707

e-mail: promozione@fabbricaeuropa.net In foto: invisibili di Aurélien Bory con Rosellina Garbo

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