Firenze – Che cosa è il teatro? Che relazione esiste tra la vita sociale e l’arte della recitazione? Il regista giapponese Kazhuiro Soda propone al pubblico di riflettere sull’essenza del teatro con un documentario che ritrae il laboratorio teatrale del famoso drammaturgo Kirata Oriza e della sua compagnia Seinendan. Soda ha dedicato al drammaturgo Oriza due opere distinte: in Theatre 1 (proiettato ieri all’Alfieri) emergono il metodo, la drammaturgia e il rapporto con gli attori, mentre in Theatre 2 (che sarà proiettato oggi) Soda ritrae il rapporto tra la compagnia e le istituzioni. Con la complicità di un suo amico attore che fa parte della compagnia Seinendan, Soda ha ottenuto il permesso di filmare la preparazione degli spettacoli e ci mostra il drammaturgo che, con meticolosa attenzione, dirige delle scene di vita quotidiana, in particolare situazioni familiari.
La recitazione degli sketch svela i meccanismi profondi della comunicazione quotidiana contemporanea: i dialoghi sono la ripetizione alienata di un rito sociale interattivo, che sembra aver perso la sua dimensione emotiva e antropologica. Il teatro di Oriza, senza drammatizzazione, né catarsi, indaga nelle relazioni interpersonali tipiche della società giapponese contemporanea, nella ritualità sociale della vita collettiva. Il teatro, tuttavia, attraverso il gioco e la mimesis, decostruisce queste rappresentazioni e permette di svelare, dietro di esse, una relazione tra le persone più autentica.
Il metodo di Oriza, attraverso il lavoro di recitazione, vuole cioè esorcizzare gli automatismi parossistici della comunicazione verbale, per riappropriarsi dell’improvvisazione immediata e giocosa della comunicazione umana. Nella messa in scena finale dello spettacolo questo faticoso training traspare nella recitazione, come se lo spettacolo fosse improvvisato per la prima volta. Il teatro di Oriza, che ha come modelli di riferimento alcuni grandi maestri del cinema come Robert Bresson, ricorda le pratiche innovative del cinema moderno e della Nouvelle Vague.
Theatre 1 è un’opera di grande originalità che non si limita a registrare in modo neutro il laboratorio e l’attività teatrale di Oriza, ma crea una relazione estetica tra il modo personale di fare cinema di Soda e il teatro del drammaturgo. Soda, che sembra vedere Oriza come suo alter ego, non resta sulla soglia del palcoscenico, ma trasforma lo spazio teatrale in un universo audiovisivo che svela inedite affinità estetiche tra il cinema documentario e il teatro. La libertà di movimento e di osservazione della camera digitale può suggerire nuove modalità di ricezione dello spettacolo teatrale.