Firenze – E’ stato presentato al Cinema La Compagnia il documentario “The Cave” di Feras Fayyad, noto al pubblico per il suo “Last Men in Aleppo” che ha avuto la nomination all’Oscar.
Il film è un drammatico racconto di uno dei momenti più difficili della guerra civile siriana: l’assedio della città di Ghouta da parte dell’esercito di Assad e degli alleati russi. Fayyad ha scelto di narrare la guerra attraverso l’esperienza eccezionale di un ospedale-bunker di Ghouta che si è adoperato in tutti modi come pronto-soccorso per le vittime colpite dai bombardamenti.
L’ospedale è guidato da un team di medici che, nonostante l’assenza dei farmaci e l’indigenza del bunker, riescono con grande capacità ed umanità ad intervenire costantemente per salvare i feriti. Il film mette in risalto il ruolo di una giovane dottoressa che assiste tantissimi bambini.
Un giovane uomo siriano ha sostenuto, in una scena del film, che la dottoressa Amani dovrebbe restare a casa invece che fare il medico. La dottoressa viene criticata anche dal padre che vorrebbe farle lasciare l’ospedale. Amani non si scoraggia, resta nel bunker a lavorare per salvare i civili, aggrediti dai bombardamenti chimici.
“The Cave”, la grotta bunker trema sotto i bombardamenti che stanno distruggendo Ghouta. La dottoressa con i suoi colleghi resiste fin quando dovranno evacuare dall’ospedale.
Nel 2018 Amani ha lasciato la Siria. Dopo otto anni di guerra civile siriana, il conflitto non si è arrestato ma anzi come abbiamo visto in questi mesi le guerre si moltiplicano, la Turchia di Erdogan ha attaccato il popolo curdo, in Rojava, che aveva avuto un ruolo fondamentale contro L’Isis.
La guerra civile siriana è diventata da anni un massacro quotidiano: i civili, martoriati dai bombardamenti, sono stati costretti ad evacuare nei paesi vicini. Il cineasta Fayyad ritrae attraverso la storia della giovane pediatra una società ancora maschilista e patriarcale.
Il film con uno sguardo partecipe svela l’intimità dell’ospedale e la straordinaria umanità dei medici che non perdono mai la calma pur di salvare i pazienti. Il regista siriano, che ieri non è potuto intervenire in sala, con il documentario “The Cave” ci ricorda l’orrore della guerra e critica la società patriarcale che non riconosce il ruolo fondamentale delle donne nel lavoro e nella società.
Nella complessa mappa geopolitica del medio-oriente se purtroppo, da molto tempo, vediamo un continuo aumento delle vittime, non intravediamo invece un possibile spiraglio di pace: gli interessi economico-politici locali e internazionali non sembrano permettere un progetto di pace e di riassetto dell’area medio-orientale.