Firenze – Pirati, musicisti, scimpanzé, soldati, politici, famiglie e persone comuni. Saranno queste e tante altre, le realtà che verranno raccontate dalla 55ma edizione del Festival dei Popoli. Festival internazionale del film documentario che si terrà dal 28 novembre al 5 dicembre a Firenze al cinema Odeon, allo Spazio Alfieri e in altri luoghi della città.
Il 55° Festival dei Popoli propone ancora una volta il meglio del cinema documentario con 83 documentari di provenienza internazionale. Principale sezione del festival sarà il Concorso Internazionale che verrà giudicato da una giuria formata da Peter Mettler, Martin Pawley e Ann Carolin Renniger e dal pubblico. Ventuno film tra corto, medio e lungometraggi che presentano uno spaccato della produzione documentaria contemporanea oltre che una spiccata originalità nei temi e per l’impronta personale che ciascun regista ha saputo imprimere alle vicende ritratte.
La sezione Panorama presenterà ben sette documentari italiani, tutti in anteprima nazionale, che affronteranno diverse tematiche come la produzione di sigarette nella periferia di Torino in SmoKings di Michele Fornasero; la conciliazione tra la prostituzione e la spiritualità in Gesù è morto per i peccati degli altri di Maria Arena; l’esperienza in una casa-famiglia del fotografo e regista Emiliano Mancuso che ha seguito per un intero anno la Casa Felix di Roma. O ancora la drammaticità della case di cura per malati terminali in Il Cerchio Perfetto o il mondo degli inventori capaci di creare oggetti sempre nuovi con materiali di riciclo in L’albero di trasmissione di Fabrizio Bellomo.
La retrospettiva quest’anno sarà dedicata a Jos de Putter, la prima in Italia, che mostrerà sedici pellicole del pluripremiato regista olandese autore di opere come Solo, The Law of the Favela o Beyond The Game, sul campionato mondiale di videogiochi in Corea del Sud. Autore dalla solida impostazione narrativa, de Putter sceglie storie reali per sottoporle ad un’elaborazione attenta, che tiene conto dei più puri meccanismi cinematografici e le trasforma in racconti appassionanti, in affascinanti novelle, in fiabe dalla portata universale. Il suo ultimo lavoro See No Evil, che racconta la vita di tre scimpanzé, specchio distorto di un’umanità sempre più distaccata dalla propria empatia, sarà una delle due pellicole di apertura del festival il 28 novembre insieme alla prima nazionale di Last Hijack di Tommy Pallotta e Femke Wolting.
Dall’incontro tra documentario e film di animazione nasce Last Hijack, che ha per protagonisti un gruppo di pirati somali e il loro leader, Mohamed. Da anni questi uomini, equipaggiati con imbarcazioni leggere e armi sgangherate, mettono a rischio la propria e l’altrui vita prendendo d’assalto le petroliere che si trovano a solcare le acque che bagnano il Corno d’Africa. Nel proprio paese si sono conquistati una fama controversa: sono senza legge e senza scrupoli, è vero, ma il denaro accumulato e l’alone di pericolo che circonda le loro gesta conferisce loro un torvo fascino. Oggi la vita di Mohamed sembra essere giunta ad un bivio: se da una parte i genitori e l’imminente matrimonio lo spingono ad abbracciare una vita tranquilla, dall’altra sembra che la “febbre dell’arrembaggio” continui a bruciargli sotto la pelle.
Tra gli highlights del festival segnaliamo Viaggi in Italia con Vincent Dieutre, sezione curata da Claudia Maci, che ci permette di conoscere un autore francese con un profondo legame con l’Italia che passa attraverso tra la sua travagliata storia personale e le dinamiche sociali, politiche e culturali che, dalla fine degli anni ’70 ad oggi, hanno condizionato la storia del nostro Paese. Da Bologna a Palermo, da Roma a Napoli, Vincent Dieutre ci racconta l’Italia dagli anni di piombo al berlusconismo, attraverso il suo interesse per l’arte, il tema dell’omosessualità e le evoluzioni più intime del proprio universo personale.