Festival dei Popoli: la battaglia per il disarmo dei giovani Usa

Firenze – Sarà la prima nazionale di Us Kids, il documentario sulla battaglia dei giovani statunitensi per il disarmo, tratto da un fatto di cronaca, uno degli eventi della quarta giornata del 62° Festival dei Popoli, al cinema La Compagnia martedì 23 novembre alle 21 (biglietti 7 euro, 5 ridotto).

Il film di Kim A. Snyder racconta la storia del movimento “March For Our Lives”, nato all’indomani della strage avvenuta a Parkland in Florida, alla Marjory Stoneman Douglas High School a inizio 2018. Il 14 febbraio Nikolas Cruz, un ex-studente della Marjory Stoneman Douglas High School, ritorna nella sua vecchia scuola, uccide 17 ragazzi e ne ferisce altrettanti. Il documentario ne ricostruisce la storia e segue la contestazione guidata da un gruppo di adolescenti, il loro movimento politico, che attraversa tutto il paese e si espande a livello globale: la camera da presa segue per 18 mesi Emma González, David Hogg, Cameron Kasky, Jaclyn Corin, Bria Smith, Samantha Fuentes e Alex King. Dal particolare al generale: il documentario, infatti, mostra come da quell’esperienza sia poi nata una consapevolezza diversa nei giovani americani nei confronti del possesso di armi, nell’attivismo politico.

In programma per la quarta giornata tre titoli per il concorso internazionale, al cinema La Compagnia. Alle 15.30, “Naya” il corto di Sebastian Mulder (Paesi Bassi, 2021), storia della lupa che dalla Germania si sposta fino al Belgio, e delle immagini che l’hanno ripresa, seguita, catturata. Segue “Alps” di Naël Khleifi (Belgio, Palestina, 2021), che mostra il cuore delle Alpi, dove gruppi di donne e uomini aiutano i migranti che rischiano la vita nell’attraversamento della frontiera franco-italiana, una testimonianza di grande potenza visiva sulla solidarietà e la disobbedienza. Alle 18 “Aya” di Simon Coulibaly Gillard (Belgio, Francia, 2021), racconto reale di vite minacciate dal cambiamento climatico: quella della giovane Aya e della madre nell’isola di Lahou, al largo della Costa d’Avorio, che vedono la propria casa minacciata dall’innalzamento del livello dei mari.

La proiezione speciale de “La Carovana Bianca” di Artemide Alfieri e Angelo Cretella (Italia, 2021) apre la giornata allo Spazio Alfieri, alle ore 15.30. Storia di un circo fermo, ma delle vite che continuano: nella periferia di Napoli, quattro famiglie di circensi, abbandonate dalle istituzioni, si trovano sospese nella speranza che la pandemia si dilegui come in uno spettacolo di magia.

Cinema ambientalista, con la sezione Habitat, alle 17.30 con Composer les mondes di Eliza Levy (Francia, 2020, 69’), biografia dell’antropologo Philippe Descola, che ha dedicato la vita a chiedersi cosa abbia portato l’umanità a condannare il pianeta, e oggi ha trovato un nuovo modo di stare al mondo. Il concorso italiano ritorna alle 19.30 con When you are close to me di Laura Viezzoli (2021), che accompagna nel microcosmo del linguaggio, tattile e relazionale, in un film dedicato alle straordinarie modalità di interazione di un gruppo di sordociechi e persone con disabilità sensoriali. Chiude alle 21.30 “Hamlet in Palestine” di Nicolas Klotz e Elisabeth Perceval (Francia, 2014-2017), che ammalia e confonde, al fianco del regista teatrale Thomas Ostermeier, mentre indaga sulla morte di Julio Mer-Khamis, direttore del Freedom Theatre, spazio creativo per i giovani palestinesi.

L’omaggio al duo francese inaugura anche le proiezioni all’Istituto Francese (nella mattinata, ore 10) con “Paria”, lavoro del 2000. Un film che vede protagonista il giovane Victor e il senzatetto Momo, il loro incontro casuale, che li porta a trascorrere insieme il Capodanno nelle vie della Parigi degli esclusi.

Al cinema Paradiso del 25HoursHotel (ore 19), invece, continuano i talk a firma Pop Corner: secondo evento a tema “Immaginari” con il giornalista Michele Smargiassi e il fotografo Paolo Woods. Sotto la lente d’analisi ci sarà il nostro universo simbolico, le immagini che sfogliamo ogni giorno, di come qualcosa che ritrae la superficie possa descrivere in profondità le nostre necessità, e indicare il futuro.

Con l’obiettivo di intercettare le voci più interessanti del documentario di domani, la sezione Doc at Work – Future Campus rilancia la sua missione con una selezione di 12 film provenienti da 10 scuole di cinema di altrettanti paesi europei: nella mattinata di martedì 23 novembre, alle 10 presso MAD – Murate Art District al via i primi tre cortometraggi. “Sounds of Weariness” di Taymour Boulos (Ungheria, Belgio, Portogallo, Libano, 2021) racconta di malessere e ansia, in questo caso nei panni del regista stesso, che si rifugerà in una lavanderia automatica, unica oasi di normalità nella pandemia. “Land that rises and descends” di Moona Pennanen (Finlandia, 2020) è invece un corto che esplora il cortile dimenticato della Finlandia: l’arcipelago di Kvarken. “Storgentnya” di Hovig Hagopian (Francia, 2020) porta, infine, in una miniera di sale, 230 metri sottoterra, dove uomini, donne e bambini si ritrovano per curare i loro problemi respiratori.

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