Festival au Désert: a Firenze grandi nomi della musica del mondo

Firenze – Uno dei grandi nomi della costellazione musicale del Mali, la straordinaria Oumou Sangaré, per un’immersione nelle profondità solari della sua voce e della sua musica. Sarà una delle star del Festival au Désert Firenze che si svolge dal 21 al 23 settembre 2022.

Una musica antica e attuale quella di Oumou, che porta in sé un messaggio di libertà e di speranza per tutti i popoli e le culture della propria terra, che oggi diventano un canto per tutte le donne, i bambini e gli uomini di qualsiasi provenienza.

La musica è dentro di me, dichiara Oumou. Senza di essa non sono niente e niente può portarmela via! Ho messo la mia vita in questo disco, tutta la mia vita, questa vita in cui ho conosciuto la fame, l’umiliazione della povertà e della paura, e da cui oggi traggo gloria. 

Il festival, come ogni anno, propone incontri e workshop per conoscere non solo la musica ma anche l’attuale condizione del Mali, in un percorso che unisce il Parco delle Cascine e il Parco del Mensola grazie alla collaborazione con Lumen dove vengono realizzate varie iniziative e il concerto del gruppo franco-marocchino prodotto dalla Real World di Peter Gabriel: Bab L’Bluz.

Il Festival au Désert Firenze nasce nel 2010 dalla collaborazione tra Festival au Désert del Mali e Fondazione Fabbrica Europa e lavora per ospitare i grandi nomi della musica del mondo e far conoscere il meglio della world music attuale, in particolare da Mali, Nord Africa, Mediterraneo e Medio Oriente, in dialogo aperto con gli ambasciatori del “nomadismo” artistico internazionale.

Questo il programma

MERCOLEDÌ 21 SETTEMBRE H 18.00 > H 20.00

LUMEN via del Guarlone 25, Firenze

LABORATORIO ALMAR’À

Il musicista tunisino Ziad Trabelsi, voce e oud dell’Orchestra di Piazza Vittorio, insieme ad alcune delle componenti del progetto Almar’à – l’orchestra delle donne arabe e del Mediterraneo, introducono i partecipanti in uno scenario fatto di brani della tradizione e del repertorio per raccontare l’esperienza nata nel 2017 tra Firenze e Roma e far comprendere il funzionamento di un gruppo eterogeneo che coinvolge musiciste di tradizioni e provenienze differenti. 

GIOVEDÌ 22 SETTEMBRE H 18.00

PARC Performing Arts Research Centre piazzale delle Cascine 4/5/7, Firenze

INCONTRO CON LUCA RAINERI, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

Mali: un’analisi geopolitica nel giorno dell’Indipendenza (1960)

Luca Raineri è ricercatore in studi di sicurezza. Il suo lavoro si inserisce nel filone degli studi critici di sicurezza e conflitto e indaga in particolare i fenomeni transnazionali rilevanti (traffici, criminalità, terrorismo) in riferimento all’Africa, ai confini europei e all’azione esterna dell’UE in generale. Dal 2010 è impegnato in numerose missioni di ricerca e raccolta dati sul campo in Mali, Niger, Tunisia, Senegal. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche su riviste accademiche internazionali, contributi in volume e monografie, fra cui, recentemente, La Crisi Libica e l’Ordine Internazionale (ed. Carocci, 2022). Laureato in teoria politica presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi (2008), è stato Pensionnaire Étranger presso l’École Normale Supérieure (2009). Ha conseguito un Master in Diritti Umani e Gestione dei Conflitti (2011) e un dottorato in Politica Globale e Diritti Umani presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (2016). È stato membro della Research School on peace and conflict di Oslo (2014-2016) e visiting researcher presso l’Università Autonoma di Madrid (2017). Ha lavorato come consulente per centri di ricerca e organizzazioni internazionali, governative e non, che si occupano di peacebuilding, sicurezza e sviluppo, con particolare riferimento all’Africa occidentale. Ha recentemente pubblicato per Il Mulino insieme a Edoardo Baldaro, Jihad in Africa. Terrorismo e controterrorismo nel Sahel.

GIOVEDÌ 22 SETTEMBRE H 21.00

LUMEN via del Guarlone 25, Firenze 

BAB L’BLUZ

Live 

Bab L’Bluz (letteralmente “La porta del blues”) è un gruppo franco-marocchino formatosi nel 2018 a Marrakech. La band si ispira alla musica tradizionale Gnawa e Hassani a cui combina rock, suoni psichedelici e blues. Il progetto nasce dall’incontro a Marrakech all’inizio del 2017 tra la carismatica Yousra Mansour (voce, awisha, percussioni e guembri), cresciuta a El Jadida sulla costa atlantica del Marocco ascoltando la diva libanese Fairouz, la musica gnawa della vicina Essaouira, ma anche Janis Joplin, Oumou Sangaré, Erykah Badu, e il francese Brice Bottin (guembri, chitarra, percussioni e cori). Entrambi appassionati di musica Gnawa, hanno deciso di imparare insieme a suonare il guembri, strumento a corde pizzicate della tradizione musicale di quei popoli, storicamente riservato agli uomini. Hanno voluto combinare le loro influenze rispettando il mondo analogico emerso negli anni ’60 e ’70. Yousra imbraccia il guembrì e prende così vita la composizione di un nuovo repertorio di canzoni intitolato Nayda! (RealWorld), che in Darija, dialetto marocchino, significa “sollevati” ma anche “divertiti” ed è il termine utilizzato per identificare il nuovo movimento artistico e culturale giovanile emerso in Marocco. Nel 2020, dopo l’uscita del loro album “Nayda!”, vincono il premio Songlines miglior band e si esibiscono al Womex.

VENERDÌ 23 SETTEMBRE H 21.00

TEATRO PUCCINI via delle Cascine 41, Firenze

OUMOU SANGARÉ

Timbuktu 

Sangaré  (foto) è famosa in tutto il mondo per la sua musica vibrante e potente che spesso contiene messaggi rivoluzionari su temi come tradizione e povertà. Dall’uscita del suo album di debutto “Moussoulou” nel 1989, la cantante maliana non si è mai fermata. Tra le tappe più importanti del suo ricco e fruttuoso viaggio troviamo alcune delle registrazioni più importanti nella storia della musica africana contemporanea: “Ko Sira” (1993), “Worotan” (1996) e “Seya” (2009), nominato per un Grammy Award. Conta tra i suoi fan artisti del calibro di Alicia Keys, Aya Nakamura e Beyoncé (che ha campionato il classico “Diaraby Nene” per la colonna sonora del film “Il Re Leone” del 2019). Sangaré ha da tempo superato le barriere che separano i continenti e gli stili musicali.  “Timbuktu” è l’ultimo atto di una epopea musicale senza precedenti che consacra un’artista nata nei quartieri poveri di Bamako e diventata una musicista di fama mondiale

Foto: OUMOU SANGARE’ ph Holly Whittaker

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