Firenze – Trenta novembre, Festa della Toscana: seduta solenne per il consiglio regionale riunito al Teatro della Compagnia. Una ricorrenza che si rivela particolarmente attuale nella contemporanietà, per ribadire, forti della tradizione toscana, la volontà di difendere diritti fondamentali spesso calpestati in varie parti del mondo. E per stimolare una riflessione ed un impegno che devono essere costanti, il presidente Eugenio Giani è intervenuto oggi al Teatro della Compagnia a Firenze alla seduta solenne del Consiglio regionale in occasione della Festa della Toscana. Una seduta che si è incentrata sull’art.21 della Costituzione, e sulla libertà d’espressione. E anche sul ruolo e la tutela della libertà di stampa.
“Dal 2000, ogni 30 novembre – ha detto Giani – la Toscana vive la sua festa, l’occasione per mostrare un tratto fondamentale della propria identità. Una festa nata come manifestazione identitaria e col passare del tempo trasformata in un simbolo a difesa dei diritti irrinunciabili di tutti gli individui. La Regione dei diritti civili e sociali e che nel 1786, come Granducato e quindi come stato sovrano, fu la prima ad abolire la pena di morte. Insomma, sulla scia dei valori diffusi pochi anni prima da Cesare Beccaria, si apriva una stagione che vedeva la Toscana tra i protagonisti. Dal 2000 ad oggi è stato un crescendo di momenti di riflessione ed eventi, organizzati per rivendicare i diritti che derivano direttamente dall’articolo 2 della Costituzione, ed allo stesso tempo per ribadire i doveri che tutti abbiamo di essere parte attiva nel difenderli. Un equilibrio su cui si fonda la società”.
“Oggi – ha proseguito il presidente – con questa ricorrenza, che non è rivolta al passato ma anzi, in questo preciso momento storico, diventa attualissima, la Toscana rivendica la propria volontà di essere in prima fila sul terreno dei diritti, auspicando che anche sul piano internazionale ci possano essere maggiori solidarietà, forza ed energia per portare avanti una battaglia che merita di restare centrale, perché attuale. Basti pensare a stati che rappresentano due terzi della popolazione mondiale dove vige ancora la pena di morte. Penso anche a quelle realtà, come in Cina o Russia, dove non è possibile esprimere liberamente il proprio pensiero. Oppure la situazione che vivono le donne iraniane e la loro lotta, impari, contro un regime che sta calpestando i diritti più elementari. Senza scordare la situazione ucraina e le sopraffazioni quotidiane perpetrate a danno di persone innocenti e indifese”.
Sul punto particolare della libetà stampa, è intervenuta la consigliera regionale M5S Irene Galletti. Dopo aver esternato il suo particolare apprezzamento per l’argomento di fondo, l’art.21 della Costituzione, Galletti continua: “Se è vero, come recita la Costituzione, che “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” è altrettanto vero che non si può celebrare il coraggio di chi fa giornalismo d’inchiesta senza ricordare che nel mondo, perfino tra i paesi che in diverse misure sono nostri alleati o partner, esistono evidenti asimmetrie nella libertà di espressione. Ricordo il brutale attentato subito dalla giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, uccisa per aver denunciato la corruzione dilagante nella sua terra. Voglio ricordare anche Jamal Khashoggi, ferocemente ucciso e fatto a pezzi da un regime che certi politici italiani celebrano come il nuovo “Rinascimento arabo”. Ma è difficile fare giornalismo d’inchiesta anche in Italia, se pensiamo a quello che sta accadendo ai giornalisti della redazione di Report, ai quali va la mia solidarietà, con l’acquisizione dei tabulati telefonici, un fatto che viola palesemente il principio di tutela delle fonti”. Inoltre, il riferimento a Julian Assange: “Voglio ricordare il caso del giornalista Julian Assange, privato della propria libertà solo per aver fatto fin troppo bene il suo lavoro. La politica non dovrebbe celebrare la verità e la tutela della libertà di stampa e di espressione se si accontenta di vivere in un Paese dove possono andar bene anche le mezze verità.
Sonderemo questo risveglio di valori che la Festa della Toscana ha oggi risvegliato nelle coscienze della politica con il voto alla mozione regionale di solidarietà che la collega Silvia Noferi ha presentato in favore di Julian Assange, e vedremo se alle parole ascoltate oggi seguirà anche un voto unanime. In ogni caso sarà scritta una verità che difficilmente potrà essere cancellata”.