Firenze – Pubblichiamo l’intervento del presidente del Consiglio regionale della Toscana in occasione della Festa della Toscana 2020
Oltre due secoli fa la Toscana abolì, prima al mondo, la pena di morte ponendo le radici di uno sviluppo dei diritti dell’uomo che poi avrebbe trovato negli anni successivi una espansione sia giuridica sia politica che geografica.
Quest’anno la Festa della Toscana, che celebra quella ricorrenza, ci coglie in un momento particolare e straordinario, nel bel mezzo di una pandemia tanto forte quanto inaspettata che ci costringe a limitare i contatti, le presenze, le iniziative sul territorio.
Ma se nelle sue forme, necessariamente, la Festa è costretta a mutare, non cambiano i suoi contenuti e le sue ragioni profonde. Perché il 30 novembre è e deve restare il giorno in cui si celebra il principio che l’essere umano è portatore di diritti che devono essere rispettati e garantiti in qualsiasi tempo e in qualsiasi spazio.
La Festa della Toscana 2020, allora, ci dà l’occasione di ribadire che, anche in presenza di una emergenza come quella del Covid-19, non vi sono, né vi possono essere giustificazioni che violino i diritti fondamentali della persona. E proprio in questo senso un pensiero e un ringraziamento particolare e profondo va alle tante toscane e ai tanti toscani che da mesi stanno combattendo in prima linea negli ospedali e nei presidi sanitari per garantire il diritto alla salute e al ritorno alla libertà, persino al prezzo di limitare la propria.
Di fronte alla lontananza fisica forzata, però, ho chiesto che quest’anno potessimo dare un segno forte di unità e comunità almeno a livello simbolico ed ho dunque invitato tutte le istituzioni delle nostre città e delle nostre province di illuminare di bianco e di rosso le proprie sedi o i propri monumenti. Vorrei davvero che il bianco e il rosso della bandiera della Toscana rappresentassero una luce di speranza per tutte e tutti noi, il segno di una “resistenza” che si compie nel nome dei diritti e della libertà e che, dopo il buio di questo periodo, possa essere la base su cui fondare un nuovo Rinascimento.
Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale della Toscana