Firenze – Il Consiglio regionale si è riunito in seduta solenne presso il Cinema La Compagnia per la 19a edizione della Festa della Toscana, la festa che ricorda e celebra un momento storico: primo stato del mondo il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo abolì proprio il 30 novembre 1786 la pena di morte come anche la tortura in Toscana.
Eugenio Giani, il presidente del Consiglio regionale ha detto che l’abolizione della pena di morte è stato allo stesso tempo l’abolizione di un trattamento inumano e in questo senso rappresenta un segno per il rispetto della dignità dell’essere umano, valore che la festa della Toscana continuerà a trasmettere.
Poiché, ha continuato Giani, “ancora oggi non si tratta di un valore scontato in tutto il mondo: solo 106 Stati, cioè poco più della metà di tutti gli Stati nel mondo hanno abolito la pena di morte; quindi esistono sempre numerosi Stati dove la pena di morte rimane in vigore come l’India, la Bielorussia, la Cina, il Giappone o gli Stati Uniti”.
Giani ha menzionato il caso di Gregory Summers, lo statunitense che fu condannato a morte e giustiziato nel 1991 in Texas perché ritenuto colpevole di aver commissionato l’omicidio dei propri genitori adottivi. La sua ultima volontà fu essere sepolto là dove la pena di morte è stata abolita perla prima volta, in Toscana. Dopo quindici anni di attesa, nel 2006, il suo corpo fu trasferito al cimitero comunale di Cascina. È questo un esempio forte secondo Giani per dimostrare come la Toscana, una regione di tolleranza, di solidarietà e di espressione di valori rappresenta un modello per tutto il mondo.
Allo stesso modo Antonio Tajani, il presidente del Parlamento Europeo, ha messo in evidenza il fatto che in nessun paese dell’Europa esiste più la pena capitale e per una buona ragione: la libertà. “Anche il peggior colpevole deve avere la libertà di poter pentirsi e convincersi che è giusto cambiare e migliorare pur stando in carcere ed in isolamento”, ha aggiunto.
Il valore della libertà si trova ovunque. Parlando agli studenti in sala, Tajani ha parlato ad esempio della libertà del lavoro e, rvolto alle persone affette da una disabilità motoria la libertà di viaggiare e conoscere. Insomma, “bisogna garantire la libertà ad ogni essere umano perché ognuno è determinante per lo sviluppo e la crescita della società”.
L’ultimo a prendere la parola è stato il presidente della Giunta regionale Enrico Rossi: la Festa della Toscana permette di rivendicare un diritto umano nonché tutti i contributi sociali per cui la Toscana si è impegnata e si impegna ancora fortemente.
“Questa tradizione toscana deve però anche diventare nazionale”, ha detto. Riferendosi ai conti che dimostrano che la Regione Toscana stanzia 9 milioni e il governo nazionale 15 milioni per chi è colpito da grave disabilità, Rossi ha chiesto un cambiamento di marcia degli interventi nazionali.
La politica odierna deve confrontarsi, dialogare ed ascoltare per promuovere le opere pubbliche, come fece fatto il Granduca Pietro Leopoldo: “È una battaglia per diritti che non finisce mai”, ha concluso il presidente della Regione, “perché possono perdersi e quindi dobbiamo continuamente ripensarci tutti e prima di tutto lo Stato”.
Dopo i tre interventi, la Festa della Toscana si è chiusa con un concerto del cantautore Paolo Vallesi che ha entusiasmato la platea dei ragazzi delle scuole con canzoni come Un filo senza fine, La pace e La forza della vita.
Foto: il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani