I “duri e puri” del Fid (una definizione dell’imprenditore edile Marco Hanaman, candidato alla Camera), ma anche “sconosciuti” (definizione questa di uno dei fondatori, l’economista Michele Boldrin, docente alla Washington University di St. Louis), e consapevoli anche del “declino culturale, causa ed effetto” (secondo l’immobiliarista Valerio Abbate) stanno battendo le varie piazze toscane, Firenze ovviamente inclusa. Stamani hanno incontrato la stampa: il già nominato Michele Boldrin, “candidato a niente” ma ispiratore, Paolo Parrini, altro imprenditore, secondo nella lista per il Senato, Giordano Masini, industria agricola, per la Camera, e Daniele Zotti, coordinatore per la Toscana.
Boldrin ha raccontato come il movimento sia nato spontaneamente a luglio, e quanto successo immediato abbia ricevuto il manifesto/appello, fondato su 3 punti semplici, e idee chiare: che la classe politica attuale, così “gattopardesca” è la causa della crisi e quindi del declino; che la classe politica va cambiata con le forze sane del paese, gente che lavora e produce, a cui il Fid si è rivolto subito, ricevendo consenso; lo Stato è una piovra che consuma e non produce, da cui l’appello alla società civile, per riuscire a “scardinare dal didentro il gattopardismo alla Monti, alla Bersani, ma anche di Berlusconi e Lega”.
Il coordinatore Zotti ha dichiarato che il movimento viaggia verso le 2000 firme, e che questa è la dimostrazione che il movimento è “in grado di reggere il confronto grazie a contenuti reali e non a montagne di parole”. Parrini ha paragonato il Fid al movimento Radicale e al partito repubblicano di La Malfa, ai loro esordi: piccoli ma determinati e determinanti. Dietro le loro spalle non c’è nessun sostegno economico, i 5 fondatori si sono tassati con 7000 euro a testa per raccogliere fondi per partire. Ammettono di non avere sufficiente attenzione mediatica, a parte Giannino, giornalista televisivo, e quindi di essere penalizzati. Le alleanze agli inizi le hanno cercate, con Monti in primis, ma non c’è stata risposta.
Parrini a proposito di alleanze, sostiene che il Fid ha considerato con interesse il Renzi liberal “prima maniera”, che però non si è potuto liberare dalle pastoie del partito, e che “si è circondato di una lobby non qualificata”. Insomma, il Fid è lontano dalla sinistra, dal centro e dalla destra, eppure, o proprio per questo, secondo i loro calcoli, sarebbero già “la quarta forza italiana”. Se non troveranno alleanze, procederanno da soli, intanto con “la pattuglia toscana” dei loro 33 candidati (20 alla Camera e 13 al Senato), età media 50 anni, in maggioranza imprenditori e docenti. “Non ci fermeremo il 27 febbraio, qualunque sia il responso elettorale”. L’analisi statistica degli aderenti, precisano i rappresentanti, è sul loro sito: wwwfermareildeclinotoscana.com. Giannino sarà a Firenze il 25 gennaio.
Foto: Michele Boldrin