La decisione, maturata in seno al Consiglio Direttivo della Federalberghi, riunito a Milano nell’ambito della BIT (Borsa Internazionale del Turismo), è stata presa all'unanimità: l'associazione ricorre all’Antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) contro le OLTAs (On Line Travel Agencies).
Oggetto del ricorso è, in prima battuta, l’annullamento delle clausole vessatorie che i grandi portali di prenotazione impongono agli alberghi, distorcendo le regole del libero mercato ed assoggettando le imprese ad un regime di commissioni sempre più gravoso. Le clausole incriminate determinerebbero anche, come si legge nella nota di Federalberghi, “barriere alla concorrenza che impediscono l’ingresso nel mercato di nuovi operatori dell’intermediazione, a tutto svantaggio dei consumatori finali”.
Un esempio? La clausola di parity rate, che vieta agli alberghi di pubblicizzare prezzi inferiori a quelli esposti sui grandi portali di prenotazione, privando così, secondo l'associazione di categoria, i turisti della possibilità di ottenere condizioni più favorevoli rivolgendosi direttamente all’albergo o ad altri intermediari che sarebbero disposti ad applicare commissioni più basse.
“Di fatto i nostri alberghi sono prigionieri di un sistema che li priva della possibilità di proporre offerte alternative, magari mirate su determinati periodi dell’anno in cui i flussi turistici sono più bassi, così da aumentare il tasso di occupazione camere” commenta Pierluigi Masini, Segretario Generale di Federalberghi Toscana. Un sistema che, secondo Masini, concretizza “un limite posto alla libertà di impresa, ma anche un danno effettivo per gli utenti del sistema turistico, soprattutto in un momento in cui molti vanno alla ricerca del prezzo migliore e delle offerte last minute”.