Parigi – La Germania è stata spesso citata come un modello di gestione del coronavirus, con un tasso di contagio e mortalità assai inferiori quelli di altri paesi come l’Italia e la Francia.
Eppure, sorprendentemente, è proprio al di là del Reno che si sta manifestando il maggiore scontento contro la strategia messa a punto dalla cancelliera Angela Merkel . Proprio mentre il lockdown si sta sensibilmente ammorbidendo, a migliaia stanno scendendo in piazza per protestare contro le restrizioni liberticide.
La protesta è quanto mai eteroclita, una specie di armata Brancaleone che riunisce destra e a sinistra estreme, complottisti e antivax, anarchici e imprenditori nonché gente seriamente preoccupata per le limitazioni delle libertà pubbliche e che teme che non abbiano nulla a che fare con la salute.
A suscitare una così vasta collera, che da qualche giorno si esprime con manifestazioni di protesta in una ventina di città tedesche, vi sono le restrizioni sulle libertà di raduno che ancora non sono state abolite e l’obbligo della mascherina nei negozi.
Il movimento di protesta ha colto di sorpresa il governo, impegnato a gestire la fase di ripresa delle attività, resa possibile da un R0, cioé l’indice della velocità di diffusione del virus, rimasto al di sotto di 1. L’ondata di scontento inoltre non è marginale, stando almeno a un sondaggio secondo cui un tedesco su quattro ne capisce i motivi e potrebbe poi essere recuperata a livello politico.
Altra peculiarità sorprendente del paese è il suo attaccamento al contante: in Germania tutto può essere comprato cash, dalle auto agli appartamenti, senza infrangere alcuna legge. « Il contante resta in Germania il modo di pagamento preferito » ha spiegato al settimanale francese Capital un alto funzionario della banca centrale tedesca. Risultato ancora oggi l’80% degli acquisti nei negozi viene effettuato in cash contro il 34% nel Regno Unito o il 15% in Svezia. Se si calcolano anche gli acquisti via internet che stanno prendendo piede grazie anche ai sistemi di sicurezza PayPal per la prima volta i pagamenti in euro contanti sono scesi al di sotto del 50%, attestandosi al 48%. Una « conversione » agli altri tipi di pagamento ritenuta troppo lenta dalle banche che potrebbero così risarmiare sul trasporto di fondi e i distributori bancomat.
Foto: Angela Merkel