L’ultimo “boccone avvelenato” di Mario Monti è stato sapientemente rimandato a dopo le elezioni: a luglio entrerà in vigore la Tares, la nuova tariffa sui rifiuti che va a sostituire la Tarsu (già ex Tia), che comporterà un ulteriore aggravio per le tasche dei cittadini, delle famiglie e delle imprese. Il passaggio alla Tares determinerà un aggravio di almeno 30 centesimi per metro quadrato (livello minimo, ma i Comuni spesso optano per il massimo). L'aggravio sarà presumibilmente pesante per le imprese, specie quelle dotate di ampie Superfici, e non comporterà alcun aumento nella qualità dei servizi. L'incremento dei costi per le imprese deriverà anche dall'inclusione nella Tares dell'Iva (10%) maturata sui corrispettivi delle società di igiene urbana che svolgono i servizi di igiene urbana per conto dei Comuni: le amministrazioni ribalteranno nella Tares l’Iva pagata nei confronti delle aziende di igiene urbana, e non sarà quindi più possibile per le imprese del territorio detrarre tale quota dalla liquidazione periodica Iva. Alcuni rapporti stimano pertanto un incremento medio dell’incidenza del costo per le imprese di circa il 40%.
C’è poi un altro aspetto, non meno importante: visto che da gennaio le aziende non ricevono più la Tarsu-Tia e non hanno entrate, o si indebitano con le banche o sono costrette a chiedere ai Comuni un’anticipazione delle rate del primo semestre, calcolate sulla vecchia tariffa. Insomma, questa nuova imposta riduce le possibilità di spesa ai Comuni verso imprese e servizi, impedisce lo svolgimento di gare, i pagamenti alle imprese, l'erogazione di contributi per effetto dei vincoli europei collegati al patto di stabilità.
Il Comitato toscano di “Fare per Fermare il Declino” esprime la propria contrarietà ai provvedimenti del decreto Salva-Italia del governo Monti che hanno portato all'introduzione della Tares. Il governo Monti, timoroso che le famiglie e le imprese potessero accorgersi del l'ennesimo balzello in tempo per le elezioni, ha spostato la decorrenza al 1° luglio, mettendo così in estrema difficoltà le aziende che svolgono il servizio di raccolta, alcune in difficoltà a pagare i propri dipendenti o costrette a reperire finanziamenti ponte, in modo improvviso. FARE condanna l'atteggiamento ipocrita del governo Monti che, da un lato, aumenta le imposte e, dall’altro si nasconde rinviandone l'applicazione al dopo-elezioni.