La dichiarazione ufficiale è stata fatta, la volontà (peraltro ampiamente annunciata) di presentarsi come candidato alle prossime amministrative per la poltrona di sindaco è da oggi nero su bianco. Così Claudio Fantoni, l'assessore del “gran rifiuto” della sottoscrizione al bilancio della giunta Renzi, quello il cui posto fu poi preso dal professor Petretto, bussa ufficialmente alla porta del partito per entrare nella lizza della competizione per la poltrona di primo cittadino. E nel contempo, con una lettera indirizzata attuti i cittadini, spiega le motivazioni della sua scelta.
“Ciò avviene in piena aderenza con quello che è lo spirito e la norma del Partito Democratico, di cui sono fondatore, che sin dalla sua costituzione ha individuato nello strumento delle primarie il principale elemento di caratterizzazione identitaria”, scrive Fantoni. La sottolineatura è per l'importanza fondamentale delle primarie, cui il “Pd non può sottrarsi”. “ll Partito Democratico nasce infatti con le primarie – ricorda Fantoni – e, in questi anni, ha proseguito nella selezione della sua classe dirigente, per tutte le cariche monocratiche e non solo, ricorrendo a queste. Lo ha fatto in una logica espansiva e non restrittiva. Cambiando le regole per consentire queste anche quando non previste, per modificare le norme al fine di agevolarne l’utilizzo e facilitare l’espressione di più candidature. Mai per limitarle, mai proponendo regole o assumendo decisioni politiche che nei fatti abbiano impedito il confronto e la scelta tra più candidati”.
Nel timore che qualche cambio improvviso di regole intervenga a impedire un passaggio da Fantoni più volte definito “necessario”, “A Firenze, le primarie sono più che mai necessarie – prosegue la lettera ai fiorentini – Lo sono certamente proprio perché coinvolgono l’interesse ed il ruolo dell’attuale segretario nazionale che, impedendole, finirebbe per contraddire la natura stessa del partito che governa e lo strumento che lo ha portato, ieri, ad essere Sindaco della nostra città, concorrente alla candidatura alla Presidenza del Consiglio (con regole, in entrambi i casi, appositamente modificate per consentire a lui e ad altri la possibilità di concorrere) ed oggi Segretario del PD”.
Insomma, il convitato di pietra (e non potrebbe essere altrimenti) è senz'altro l'attuale sindaco Renzi. “Lo sono più che mai (le primarie) se si guarda alla città e agli interessi dei fiorentini ed in particolare agli elettori del centrosinistra a cui non può essere sottratta la facoltà di esprimersi su una serie di considerazioni e di questioni che per loro natura richiedono dibattito, confronto e diritto di scelta – continua Fantoni – Si tratta di questioni di semplice buon senso che perciò rischiano di apparire come banali ma che, considerata la situazione, occorre esplicitare. A partire dal fatto che nel momento in cui si sceglie il prossimo candidato Sindaco per Firenze è doveroso guardare esclusivamente agli interessi della città e non, ad esempio, a questioni afferenti gli equilibri interni di partito o, peggio, ad interessi relative a percorsi di carriera politica personali”.
Dunque, chi fa il sindaco di Firenze si deve occupare di Firenze a tempo pieno e continuativamente, con, come specifica Fantoni, “un piano strategico e di sviluppo”. Ovvietà? Può darsi, ma, commenta Fantoni, “purtroppo nei fatti non scontata, perché diversamente vuol dire governare un territorio complesso senza una chiara idea dei bisogni, quindi degli obiettivi da raggiungere oppure semplicemente farlo senza che questi siano indicati e descritti in modo trasparente a tutti i cittadini, senza avere chiaro il perché si agisce e si compiono alcune scelte invece che altre e, non ultimo, a chi giovano”. Insomma, oltre a una dichiarazione d'intenti, anche (e soprattutto) una dichiarazione di guerra.