Falsa rapina alla gioielleria Gold Alley di Firenze: 6 ordinanze di custodia cautelare

Il 2 dicembre del 2009, poco prima delle 17.00, due ladri si finsero corrieri e si introdussero nell’ingrosso di preziosi Gold Alley s.r.l. di via Santissimi Apostoli, a Firenze. I due malviventi minacciarono, quindi, il personale della gioielleria con una pistola ed immobilizzarono, con delle fascette di plastica, il proprietario ed una commessa. Introdottisi nel caveau, infine, misero a segno un colpo da oltre 2 milioni di euro, portando via dagli scaffali tutti i gioielli conservati nella camera di sicurezza del negozio. A seguito della rapina i carabinieri del nucleo investigativo, coordinati dal pubblico ministero Pietro Suchan, hanno iniziato delle indagini che hanno prodotto, nella notte fra il 25 ed il 26 settembre scorso, sei ordinanze di custodia cautelare, di cui quattro in carcere e due ai domiciliari, per David Caselli, amministratore delegato di Gold Alley s.r.l., Fabio Scatena, Rosario Cristiano, Maurizio Pozzati, Uriy Dimitrov Kroumov e Leonardo Malacrinò. Pare, infatti, che Caselli, mediante l’imprenditore Scatena, avesse assoldato i quattro malviventi per compiere la rapina nella propria gioielleria e risollevare le sorti dell’azienda con i proventi della ricettazione dei preziosi, nonché con il rimborso, da parte dell’assicurazione, di 2 milioni di euro. Già dalle prime analisi le modalità della rapina avevano destato qualche sospetto nei carabinieri, ma la vera svolta nelle indagini è arrivata l’11 giugno del 2010, quando i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Desio (in provincia di Monza e Brianza) hanno fermato, per un normale controllo della circolazione stradale nei pressi di Paderno Dugnano (MB), l’auto sulla quale viaggiavano Cristiano e la sua compagna con un ingente quantitativo di gioielli  (parte della refurtiva rapinata) e ad una Beretta calibro 7.65 con matricola abrasa che, probabilmente, era stata l’arma utilizzata per il colpo. Per gli arrestati le accuse sono quelle di rapina a mano armata e sequestro di persona, mentre il quarantaquattrenne imprenditore proprietario di Gold Alley,  dovrà rispondere di frode alla compagnia assicurativa. 

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