Sesto Fiorentino – Una lunga intervista di Stamp Toscana con uno dei sindaci sostenuto con più entusiasmo dai suoi cittadini, il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, Sinistra Italiana, che cinque anni fa ingaggiò uno storico duello col Pd, vincendo al ballottaggio col 66% circa di preferenze e che è tornato alla vittoria, vincendo al primo turno col 70%, stavolta con l’appoggio dello stesso Pd sestese, che non ha fatto una piega di fronte alle polemiche esplose, in particolare da parte degli ex piddini di Italia Viva, presentatisi con una lista civica (Sesto che dice Sì) candidato Gabriele Toccafondi, per la scelta di appoggiare Falchi. Del resto, l’appoggio del Pd non ha mancato di alimentare polemiche anche a sinistra, da parte della lista rappresentata in particolare da Rinfondazione e Pap, assolutamente restii ad entrare in alleanze col Pd. La nuova giunta insediatasi ieri 20 ottobre, contano 3 assessori del Pd (fa cui la vicesindaca), 2 Per Sesto, 1 a Sinistra Italiana, 1 a Ecolò. Altre particolarità: è una giunta con età media 39 anni, a prevalenza femminile, 4 donne e 3 uomini. “Non ho fatto la giunta col bilancino – dice Falchi – ma ho cercato di scegliere persone con competenza e passione e voglia di mettersi a disposizione per il progetto comune”. Sul percorso a sindaco, anche la frattura sull’aeroporto, che vede il Pd sestese schierato chiaramente contro la nuova pista, in contrapposzione con la linea in particolare fiorentina, dal presidente della Regione Eugenio Giani al sindaco di Firenze Dario Nardella, che non perdono occasione per dichiarare in tutti i modi la loro completa adesione. Ed è proprio da questi punti che l’intervista comincia.
Questione alleanze ma anche questione aeroporto. Può sembrare strano ritrovarla sindaco con l’apporto di quello stesso Pd con il cui candidato si era affrontato in ballottaggio cinque anni fa, come può sembrare strana un’alleanza che vede il Pd spaccato sulla questione aeroporto. Quali sono i cambiamenti che sono intervenuti, dopo cinque anni?
“Intanto, la scelta di presentarci alle elezioni insieme al Pd è il frutto di una scelta elaborata con un percorso lungo, di almeno un anno, che ha visto partecipare anche altre forze politiche, dal momento che, oltre a Sinistra Italiana e Per Sesto, ci siamo presentati in alleanza non solo col Pd, ma anche con Ecolò, che è una lista ambientalista nata nell’ultimo anno a Sesto mettendo insieme varie esperienze, e a Volt. Queste realtà non facevano parte della coalizione dei 5 anni precedenti, ma ci siamo messi a sedere, abbiamo iniziato una riflessione larga sul futuro della città, senza eludere i temi dirimenti, perché è chiaro che se sull’aeroporto, se sul Parco della Piana, se sulle grandi questioni che riguardano anche il futuro di tutta l’area non ci fosse stata una visione comune, avremmo interrotto la riflessione. Devo dire che in particolare sull’aeroporto c’è stato fin dall’inizio una grande sintonia, che del resto non era ua sorpresa. Il Pd già da almeno due anni a questa parte aveva progressivamente sempre preso posizioni più forti contro il masterplan, votando insieme a noi in consiglio comunale sostanzialmente tutti gli atti presentati sul tema. Cè una grande discussione dentro il Pd e posizioni molto variegate. Nella battaglia giuridica, politica e amministrativa che abbiamo fatto in questi 5 anni, i nostri migliori alleati, da un punto di vista istituzionale, sono stati i Comuni della Piana, Prato, Campi, Calenzano, Carmignano , Poggio a Caiano, che sono tutti a guida Pd. E’ ovvio che è un partito che ha al proprio interno posizioni molto diverse sul tema, devo dire che ho molto apprezzato Letta in un’intervista della scorsa estate, nella quale disse chiaramente qual era la sua posizione, vale a dire puntare su Pisa, e che non aveva senso fare una guerra per il nuovo aeroporto fiorentino. Quindi devo dire: mi sento in buona compagnia anche all’interno del Pd. Certo, su questo c’è una posizione molto diversa, con Nardella ma anche con Giani e con il Pd ad alti livelli. Non entro nel dibattito interno al Pd, il mio lavoro è quello di fare il sindaco. Nel nostro programma il tema dell’aeroporto è affrontato in maniera netta, chiara, senza ambiguità, non abbiamo usato nessuna formula vaga ma siamo stati molto precisi, quel programma ha preso oltre il 70% dei consensi dei sestesi e quello è ciò che ci impegnamo a realizzare”.
Quindi, se ho ben capito, il problema non riguarda il governo di Sesto, ma è un problema tutto del Pd, che in un certo senso dovrà vedersi lui.
“Vedremo se il problema si porrà, dal momento che leggo anche sulla stampa grandi dichiarazioni roboanti, si riparte, si ricomincia…. la verità è che ad oggi non esiste nessun procedimento avviato per nessun progetto. Il progetto passato è ovviamente decaduto, dichiarato illegittimo prima dal Tar e poi dal Consiglio di Stato, e dunque ad ora non esiste nessun progetto. Però esistono annunci di nuovi progetti. Credo che ci siano dei problemi seri, che non possono essere facilmente bypassati anche da un nuovo progetto, rispetto alle criticità emerse. Poi capisco che le sentenze ognuno le legga come vuole, tanti non le leggono nemmeno, ma a ogni buon conto non è questo l’importante. Capisco che il dibattito abbia bisogno anche di alimentarsi di opinioni talvolta slegate dalla realtà. Credo però che rimanga questione molto complessa per chiunque voglia provare a riproporlo. Qualcuno lo farà, è ovvio, noi abbiamo la nostra posizione che porteremo avanti. Cercheremo di allargare le alleanze con tutti quei soggetti politici, isituzionali, sociali che su questo sposano le nostre posizioni”.
Insomma, la questione “aeroporto” sembra davvero lo spartiacque politico più significativo della Piana, una faglia che non bada a schieramenti ufficiali.
“Ritengo che su questo tema, aeroporto sì aeroporto no, abbiamo sequestrato la discussione per anni rispetto a cosa deve avvenire nella Piana, e abbiamo anche bloccato risorse pubbliche di tutti i cittadini, bloccandoci su un progetto in maniera dogmatica senza valutare nessuna alternativa. Penso ci sia bisogno di andare oltre, di utilizzare quelle risorse per le vere priorità di questo territorio”.
Rivolgiamoci a queste priorità, non dimenticando il fatto che comunque la sua elezione è avvenuta con un buon 70%, dopo 5 anni di governo. Priorità che forse sono in un certo senso dettate dal momento storico, lavoro (penso ai vostri vicini di casa, la GKN) e, agganciato in modo inscindibile, casa.
“Sono molto contento, innanzitutto, per il risultato, dal momento che nel caso di questo risultato elettorale specifico contano sicuramente le prospettive future, ma lo prendo anche, inevitabilmente, come un giudizio sui 5 anni precedenti. Per quanto riguarda i due temi prospettati, senza dubbio sono due temi fondanti per qualsiasi amministrazione in questi tempi. Per quanto ci riguarda, anche idealmente abbiamo voluto, nella prima settimana di insediamento della giunta, partecipare al presidio dei lavoratori del Cartonificio Fiorentino di Sesto, che è una realtà che sta vivendo un momento di difficoltà, e la nostra presenza in quel frangente è un momento di vicinanza a quei lavoratori e a quella vicenda, ma voleva essere anche simbolica della vicinanza al mondo del lavoro, che sta vivendo un frangente molto difficile. Altre iniziative tenute, la visita ai lavoratori della GKN, che tuttavia non volevamo mette dentro la campagna elettorale, rispettando anche un loro sentire, che è quello di rimanere lavoratori che parlano di lavoratori, evitando inutili passerelle. La vicenda è tuttavia, e rimane, emblematica. E’ ovvio che, come amministrazioni comunali, rischiamo di avere le armi spuntate su queste tematiche. Un tema che come Comune rimane una dichiarazione di intenti, di vicinanza al lavoro, ovviamente utilizzando qualsiasi strumento che abbiamo a disposizione per sostenere e far crescere quelle realtà che portano buona occupazione, occupazione di qualità sul territorio. Allo stesso tempo abbiamo la necessità di lavorare insieme, con ancora più forza, con gli enti preposti come Asl, Regione, Ispettorato sul tema della sicurezza sul lavoro, contro lo sfruttamento. Il tema sociale si ricollega a questo, le ricadute della crisi si sentono e sono pesanti. Per quanto riguarda la casa, non conosciamo situazioni così difficili come Firenze per ovvi motivi, ma neanche come altri Comuni vicini. Certo, la ripresa degli sfratti crea difficoltà, perché ci sono situazioni rimaste congelate che ora si sbloccano tutte insieme e che devono essere affrontate. Il nostro Comune ha, e vogliamo che continui a mantenere, un’alta spesa sociale pro capite, ciononostante diventa difficile oggettivamente poter far fronte a tutte le esigenze che si prospettano. E’ difficile avere gli strumenti e le risposte”.
Quali sono le prospettive?
“Vogliamo continuare il lavoro fatto in questi anni, un ottimo lavoro, sul patrimonio residenziale pubblico, cercando di rendere più veloce lo scorrimento delle graduatorie, l’assegnazione degli alloggi. Abbiamo fatto un lavoro importante anche sugli accordi per i canoni concordati, un altro tema su cui dobbiamo lavorare molto. Pensando anche ad alcuni progetti di rigeneraizone urbana, come la ex caserma Donati, per la quale stiamo aspettando la firma del Ministero della Difesa sul protocollo d’intesa, perché è un luogo che deve essere vocato anche a questo tipo di funzione. Priorità tante, ma partire dalle questioni economiche, del lavoro, è una necessità”.
Per quanto riguarda le questioni degli aiuti regionali e statali per le politiche abitative, ci sarebbe qualcosa che modificherebbe?
“Avremmo bisogno, secondo me, di un’innovazione degli strumenti messi in campo da Stato e Regione. Quella che potrebbe essere una buona iniziativa, come bandi o risorse messe a disposizione dei Comuni per acquistare nuove abitazioni, è nei fatti complessa e difficile, soprattutto in mercati immobliari che hanno valori come quelli di Firenze, di Sesto, dell’area metropolitana fiorentina. Non è che un Comune si può mettere a comprare nuovi alloggi: non sarà mai competitivo col mercato, e soprattutto, oltre alla necessità di aumentare il parco alloggi, servono risorse che cofinanzino progetti innovativi. Penso ad esempio condomini legati all’abitazione di persone più anziane (ormai ben sperimentati in Europa), che possano, attraverso una gestione socio-sanitaria del condominio, ritardare la necessità della Rsa. E’ un tema su cui siamo un po’ in ritardo e su cui ci sarebbe bisogno che fossero dirottate un po’ di risorse.. Su questi temi non c’è una strategia nazionale, sul diritto all’abitare intendo, mentre ci sarebbe bisogno anche di avere qualche strumento diverso rispetto a quelli classici”.
Riprendendo il tema del lavoro, quali sono i progetti che pensate di mettere in campo?
“In questi due anni di crisi abbiamo usato ogni centesimo che avevamo a disposizione sul nostro bilancio per provare a sostenere ed alleviare le difficoltà delle aziende. Ovviamente, la nostra attenzione è più rivolta alle piccole e piccolissime imprese, al di là della multinazionale che comunque non gode poi di chissà quali vantaggi per la riduzione della Tari, mentre può fare la differenza per il piccolo negozio di vicinato. Cercheremo di lavorare in questa direzione. La percezione che abbiamo su Sesto è che la situazione sia veramente a macchia di leopardo. Ci sono tante aziende che in qualche modo hanno già reingranato, anche se non recuperato per intero i volumi degli affari precedenti al Covid, soprattutto la manifattura e la produzione di qualità. Su altri settori pesano difficoltà maggiori, ma sempre in un quadro di luci e ombre”.
Un altro argomento che è legatissimo al lavoro è quello della formazione.
“Avevamo già iniziato con la giunta precedente un ragionamento con i Comuni dell’area e la Regione, a maggior ragione visto che dal Pnrr arriveranno risorse sulla formazione ed è necessario che quelle risorse siano gestite non a pioggia e non con progetti omnicomprensivi, bensì calandoli sul territorio e capendo quali sono le opportunità. Abbiamo chiesto disponibilità alla Regione e stiamo lavorando con l’assessore Marras e l’assessore Nardini a un protocollo d’intesa. Spero che al di là del protocollo d’intesa, ci sarà la disponibilità da parte della Regione di lavorare insieme ai territori quando si tratterà di far cadere su questi ultimi i progetti di formazione di cui abbiamo un bisogno enorme”.
Concludendo: se in sintesi dovesse trovare due parole che riassumessero la linea dei prossimi cinque anni, quali sceglierebbe?
“Rigenerazione urbana, con le aree della città che riguardano l’ex caserma Donati, Palazzo Pretorio, l’ex Centro Zerotre a Querceto, che sono progetti che stanno per partire, in parte già finanziati mentre in parte seguono altre strade, che servono molto e sono necessari per cambiare alcuni pezzi di città (Palazzo Pretorio con finalità pubbliche culturali e sociali, l’ex Centro Zerotre con finalità sociali nel quartiere di Querceto, l’ex caserma Donati, dismessa da più di vent’anni, sulla quale c’è da ridisegnare tutto il quartiere). Il secondo tema, coesione sociale. Difficile individuare la singola misura, si tratta di un insieme di misure e atteggiamenti che dovremmo tenere, per cercare di salvaguardare un aspetto fondamentale, la qualità della vita dei cittadini: dal diritto al’abitare, al diritto allo studio, al diritto alla salute, tanti diritti e bisogni che ci sono nella comunità, ad alcuni dei quali possiamo dare risposta direttamente noi, mentre su altri ci sarà da interloquire con altri enti o istituzioni. Si tratta di un “titolo” su cui c’è da lavorare assolutamente e con forza per i prossimi cinque anni”.
”