Fagioli (spa) in chiaroscuro: rilancio “statale” per il gruppo di Sant’Ilario ma contenzioso col Ministero

Notizie buone e un po’ meno per il gruppo di Sant’Ilario sulla strada del rilancio: con un investimento del fondo QuattroR lo Stato entra nel capitale ma c’è anche un costoso contenzioso col Ministero della Difesa

Notizie in chiaroscuro per il gruppo Fagioli di Sant’Ilario: da un lato lo Stato entra nel capitale della grande azienda per sostenerne il rilancio, grazie ad un consistente investimento del fondo QuattroR (una società di gestione del risparmio con dotazione di 700 milioni di euro che vede come principale investitore la Cassa Depositi e Prestiti), che porterà capitali per una ristrutturazione dell’azienda. Dall’altro c’è da registrare un contenzioso con il Ministero della Difesa, che può costare 5,3 milioni di euro all’azienda.
Ma procediamo con ordine. L’ingresso al 49% del fondo salva aziende, come è stato ribattezzato dalla stampa nazionale QuattroR, ha permesso a Fagioli Finance di restituire una parte significativa del suo indebitamento. Inotre QuattroR punta in una seconda fase a salire al 60% del capitale della azienda. Nella nota diffusa subito dopo la conclusione della trattativa si parla di investimenti per sostenere la crescita organica e acquisizioni. La situazione complessiva della società volge quindi verso nuovi orizzonti, fuori dalle secche di una tensione finanziaria che non le consentiva di operare seconde le proprie potenzialità.
Sul fronte delle notizie meno positive c’è da registrare un braccio di ferro legale attualmente in corso tra l’azienda e il Ministero della Difesa. Poche settimane fa, infatti, il Tar del Lazio ha dichiarato la propria incompetenza e ha rimandato al giudice ordinario le carte di un ricorso dell’azienda reggiana contro una decisione del dicastero oggi guidato da Roberta Pinotti e contro l’Isvap. Da cosa deriva questo scontro? “Con ricorso notificato in data 10 marzo 2011 – si legge nel documento – la Fagioli s.p.a. adiva questo Tar per ottenere l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, del provvedimento di fermo amministrativo e degli atti presupposti, disposto dal Ministero della Difesa, dichiaratosi creditore nei confronti della ditta, per i danni derivanti dalla presunta negligenza nell’esecuzione del contratto per l’appalto del servizio di spedizione/trasporto di mezzi e materiali dell’Amministrazione, stipulato tra le parti in data 4 luglio 2001”.
In particolare Fagioli chiede l’annullamento del provvedimento con cui “è stato disposto il fermo amministrativo per un importo di euro 5.310.651,55, corrispondente alla somma di cui l’Amministrazione si ritiene creditrice, aumentata del 50 % in considerazione di eventuali interessi e spese”. Il giudice amministrativo ha dichiarato la propria incompetenza rispetto alla materia del contendere e ha rimandato la decisione al giudice ordinario.

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