Pistoia – Oltre il 55% degli investimenti previsti già sono effettuati, con punte del 60% negli interventi per rendere il processo produttivo nei vivai più ecocompatibile, sicuro e certificato. E presto saranno pronti i materiali con cui stampare (per poi interrare) i vasi biodegradabili.
Igan Eco-Pot, il progetto integrato pistoiese che, sotto il coordinamento di Coldiretti Pistoia, ha creato la più importante filiera del vivaismo toscano e non solo. Per presentare il sito www.eco-pot.it dedicato al progetto e per fare il punto sugli investimenti effettuati e da effettuare, martedì 1 luglio 2014 i partecipanti al piano (complessivamente 64) si sono riuniti alla presenza di Gianni Salvadori, assessore all’agricoltura della Regione Toscana, ente che ha cofinanziato gli investimenti. “Un progetto che ha ottenuto finanziamenti dopo una valutazione positiva nel merito -ha commentato Salvadori davanti all’affollata platea di imprenditori agricoli-, e che sembra portare buoni risultati”. Il padrone di casa dell’incontro Mario Carlesi, presidente di Coldiretti Pistoia, ha ringraziato Salvadori e Regione, auspicando che si consolidi il rapporto proficuo perché “l’amministrazione pubblica aiuta le imprese e noi aiutiamo la pubblica amministrazione con la nostra esperienza a creare le condizioni di sviluppo”.
Carlesi ha invitato l’assessore Salvadori a tornare a Pistoia, anche per affrontare alcune delle problematiche che vive il settore vivaistico in questa fase di crisi poste da Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia: dal credito, al fisco, ai tempi lunghi degli uffici pubblici per effettuare i pur necessari controlli fitosanitari, contabili. “Occorre certezza nei tempi e celerità nelle pratiche- ha auspicato Tropiano”. L’invito a tornare è stato accolto dall’assessore.
A coordinare i 64 soggetti partecipanti ad Igan Eco-Pot c’è Impresa Verde, società di servizi di Coldiretti Pistoia, capofila di tutta la filiera, che ha messo a punto www.eco-pot.it, il sito Internet del patto di filiera che incardina la filosofia del progetto: la condivisione e la conoscenza. Sulla prima pagina del portale appaiono i volti di tutti i partecipanti diretti ad Igan Eco-Pot. Un ‘libro delle facce’ (facebook) del vivaismo pistoiese, a cui si aggiungono i volti dei ricercatori dell’università di Perugia, dell’università di Pisa, e del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche, di Perugia. Per descrivere il progetto è stato scelto il linguaggio esplicito delle immagini video, un format che conduce gli spettatori (esperti e non) attraverso la ‘valle delle piante’ pistoiese con i suoi tanti vivai, evidenziando gli interventi ed il carattere ‘rivoluzionario’ del piano integrato di filiera Igan Eco-Pot. Sito e video sono stati realizzati in collaborazione con due aziende pistoiesi (Atomproduction e Studio09). www.eco-pot.it serve per consolidare il rapporto tra i partecipanti al patto di filiera e per dare visibilità a tutto il vivaismo pistoiese: 5000 ettari di colture che restituiscono ossigeno alla piana che si sviluppa tra l’appennino tosco-emiliano e le colline del Montalbano.
Igan-Eco Pot è un progetto integrato di filiera targato Regione Toscana (Piano sviluppo rurale, misure 121 e 124), finanziato da fondi europei (47%) e da 20 aziende vivaistiche (53%).
Dei 3,55 milioni complessivi, già investiti oltre la metà. Considerando solo gli interventi previsti dalla misura 121 –certificazioni verdi Mps, impianti fotovoltaici e pinze porta vasi, strutture logistiche, serre a basso consumo e centrali di controllo per l’irrigazione- la percentuale di spesa sale al 60%. Grazie alle nuove certificazioni, le aziende che adottano il sistema Mps operano su 1300 ettari, un quarto della superficie a vivaio del distretto pistoiese. Mps significa programma ambientale per la coltivazione di piante ornamentali, ovvero produrre meglio e con minor utilizzo di acqua, energia e altri fattori produttivi.
Al centro del progetto di filiera c’è Eco-pot, il vaso biodegradabile, una sperimentazione che potrebbe rivoluzionare il settore, dando al vivaismo pistoiese un vantaggio competitivo assoluto. Il vivaio Sandro Bruschi è capofila nella sperimentazione del vaso ecologico (misura 124), che utilizza le conoscenze che gli derivano da una precedente sperimentazione, sempre in filiera: San Soil, che ha dato ottimi risultati. San Soil ha messo a punto una tecnologia per sostituire nei terreni la torba con la sansa d’oliva. Un vantaggio ecologico ed economico: la torba arriva da paesi lontani come la Russia, mentre la sansa d’oliva è recuperata dai frantoi toscani. Sotto il coordinamento di Sandro Bruschi Vivai tre enti di ricerca stanno sperimentando i materiali con cui stampare i vasi biodegradabili, vasi che dovranno unire due qualità: la resistenza meccanica per le lavorazioni delle piante durante la crescita; e la biodegradabilità una volta interrata la pianta con il vaso che a quel punto, dissolvendosi, diventa anche concime. Sono 5 i materiali su cui si sta concentrando la sperimentazione in laboratorio, insieme allo stampatore si definiranno le caratteristiche (forma) dei 10 mila vasi da stampare, che saranno ‘messi all’opera’ nei vivai coinvolti nella sperimentazione.
E rispetto ai vasi biodegradabili, l’assessore Salvadori ha auspicato che, a sperimentazione ultimata, siano gli stessi vivaisti pistoiesi a costituire “l’impresa che fa i vasetti”.