Roma – Le persone extra comunitarie, che soggiornano regolarmente in Italia, sono aumentate in un anno, dal 2013 al 2014, del 3%: sono più di 3,8 milioni al 1° gennaio di quest’anno. La maggioranza di loro, il 56,3% (valore in aumento), si ferma per un lungo periodo, e si concentra soprattutto nelle regioni al Centro e al Nord. Nel 2013 sono diminuti i permessi di soggiorno rilasciati, soprattutto al Centro, mentre dal 2012 sono aumentati quasi del 20% i permessi rilasciati per motivi di lavoro. Sono divenuti cittadini italiani soprattutto i marocchini e gli albanesi, che rappresentano le più folte comunità non comunitarie in Italia, seguite da Cina, Ucraina, e Filippine. In Toscana la percentuale dei non comunitari sui residenti (incidenza) è significativa a Prato, Pistoia, Firenze.
Al 1° gennaio 2014, in base ai dati forniti dal Ministero dell’Interno, sono regolarmente presenti in Italia 3.874.726 cittadini non comunitari. Tra il 2013 e il 2014 il numero di cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti è aumentato di circa 110 mila unità (+3%). I paesi di cittadinanza più rappresentati dalle persone non appartenenti all’Ue presenti in Italia sono: Marocco (524.775), Albania (502.546), Cina (320.794), Ucraina (233.726) e Filippine (165.783) che infatti rappresentano il 45,1% del totale dei cittadini non comunitari presenti. I minori presenti in Italia costituiscono il 23,9% degli stranieri non comunitari regolarmente soggiornanti. Continua a crescere la quota di soggiornanti di lungo periodo: passano da 2.045.662 nel 2013 a 2.179.607 nel 2014; questi rappresentano il 56,3% dei cittadini non comunitari regolarmente presenti. La quota di soggiornanti di lungo periodo sul totale è particolarmente elevata nelle regioni del Centro-Nord. Sono alcuni dei dati divulgati oggi da Istat nel rapporto statistico “Cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti“.
Si registra una lieve flessione del numero di nuovi permessi di soggiorno concessi: durante il 2013 ne sono stati rilasciati 255.646, il 3,2% in meno rispetto all’anno precedente. Il calo dei nuovi arrivi ha interessato le donne (-5,0%) più degli uomini (-1,4%). La riduzione dei nuovi permessi concessi interessa – spiega la nota Istat – , in particolare, il Centro: in tale ripartizione durante il 2013 sono stati rilasciati circa 64 mila nuovi permessi, con un calo dell’11,5% rispetto al 2012. Rispetto al 2012 aumentano le nuove concessioni di permessi per lavoro (+19,3%). Di contro si è registrata una diminuzione per tutte le altre motivazioni; i permessi per famiglia sono diminuiti del 10%, quelli per studio del 12% e quelli per asilo/motivi umanitari del 16,5%. A testimonianza di migrazioni che corrispondono spesso a progetti di vita, oltre l’82% dei cittadini non comunitari regolarizzati durante il 2003 è ancora regolarmente presente a gennaio del 2014. Quasi l’80% dei regolarizzati durante il 2003 (anno della “grande regolarizzazione”) rimasti nel nostro Paese ha convertito l’iniziale permesso con scadenza in uno di lungo periodo.
Durante il 2012 si sono registrate 65.383 acquisizioni di cittadinanza; il 91,9% (60.060) ha riguardato persone che avevano in precedenza la cittadinanza di un paese non comunitario. Hanno acquisito la cittadinanza italiana soprattutto marocchini (14.728) e albanesi (9.493); tali nazionalità di provenienza rappresentano il 40,3% del totale delle acquisizioni di cittadinanza da parte di cittadini non comunitari. Seguono, a una certa distanza, le persone provenienti da Tunisia, India.
Durante il 2012 le acquisizioni di cittadinanza per residenza da parte di persone originarie di paesi non comunitari sono state 22.844 (38%), quelle per matrimonio 17.835 (29,7%). Per le donne il matrimonio resta la modalità
largamente prevalente per l’accesso alla cittadinanza. Le acquisizioni per questa motivazione rappresentano quasi il 47% del totale per la popolazione femminile, e solo il 11,2% per quella maschile.
Il Centro-Nord si conferma area privilegiata dagli extracomunitari: quasi il 37% dei cittadini non comunitari regolarmente presenti ha un permesso rilasciato/rinnovato nel Nord-ovest, il 27,9% nel Nord-est e il 23,2% al Centro; meno del 12% ha un permesso rilasciato/rinnovato nel Mezzogiorno. La regione in cui si collocano prevalentemente gli stranieri non comunitari è la Lombardia (26,5%), seguita da Emilia-Romagna (12,1%) e Veneto (11,5%). Le province nelle quali si concentra la presenza non comunitaria sono: Milano, Roma, Brescia, Torino, Bergamo e Firenze. Nelle province di Milano (11,9%) e Roma (8,6%) vive un quinto degli stranieri non comunitari, ma accanto alle grandi città si collocano anche centri di minore ampiezza demografica: nella provincia di Brescia, ad esempio, vivono più stranieri non comunitari di quanti ne vivano nell’intera Campania. La regione prevalente di presenza delle prime dieci collettività è la Lombardia. Tuttavia, le diverse nazionalità si caratterizzano per una differente concentrazione sul territorio: per i moldavi, ad esempio, la regione con il maggior numero di presenze è il Veneto, per i tunisini è l’Emilia-Romagna, mentre per i cittadini del Bangladesh è il Lazio.
Infografica Istat: Cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti, valori assoluti e incidenza sul totale della popolazione residente(a) 1° gennaio 2014, valori assoluti.
A livello nazionale, l’incidenza dei soggiornanti non comunitari sul totale della popolazione residente è pari al 6,4% e tocca il suo massimo in Emilia-Romagna (10,7%) e Lombardia (10,4%). Per 12 province, tutte nell’area del Centro-Nord, il rapporto si colloca oltre il 10%. Quelle per le quali si registra l’incidenza più elevata sono Prato, Reggio nell’Emilia, Modena, Brescia, Mantova e Parma, per le quali il rapporto va dal 12% al 21%. Le regioni che presentano le incidenze più elevate di soggiornanti di lungo periodo sono, nell’ordine: Trentino-Alto Adige, Veneto e Marche, che si collocano tutte oltre il 60%, contro una media a livello nazionale del 56,3%. Non sono le grandi province a registrare le quote più elevate, ma quelle di medio-piccola come Bolzano, Brescia, Biella, Pistoia e Sondrio, dove la quota di soggiornanti di lungo periodo supera il 69%. Nelle province di Firenze (52,2%), Roma (43,9%), Napoli (37,2%) e Milano (51,9%) tale incidenza è invece piuttosto contenuta rispetto alla media nazionale.