Export: alle imprese toscane piace il nuovo brand nazionale

Firenze – Sono sempre più numerose le imprese che decidono di dotarsi del Marchio Unico Nazionale, la “Certificazione volontaria di conformità d’Origine e Tipicità italiana”, che si sta affermando come il più completo strumento strategico per il successo dei prodotti italiani all’estero.

Rilevato per iniziativa di Conflavoro Pmi, la confederazione nazionale che raggruppa circa 32.000 piccole e medie imprese, da un  programma Sprinter del ministero per lo Sviluppo economico, il Mun rappresenta l’elaborazione più avanzata della certificazione d’origine nazionale.

Il marchio infatti supera l’indicazione storica del made in Italy per rappresentare in un unico elemento grafico il sistema Italia in quanto non solo materie prime e luogo di produzione, ma sintesi di tutto ciò che agli occhi del mondo rappresenta la qualità, lo stile, l’ingegno, la cultura e la storia, il design, insomma quanto di meglio rappresenta l’Italia per l’immaginario collettivo mondiale. Si tratta dunque di “un brand di sistema che distingue i prodotti, le produzioni, l’offerta turistico – ricettiva, la ristorazione nazionale e i servizi”.

L’efficacia e l’utilità del marchio unico verrà messa in evidenza domani mattina in occasione della manifestazione “Piazza Toscana” organizzata dalla Compagnia delle Opere presso il teatro dell’Opera di Firenze. Conflavoro Pmi ha organizzato un workshop dal titolo “La certificazione del vero Made in Italy”, durante il quale saranno illustrate le principali caratteristiche della certificazione e verranno consegnati dei premi ad aziende toscane che per prime si sono certificate.

Il workshop sarà introdotto da Roberto Capobianco presidente nazionale di Conflavoro Pmi, mentre a consegnare i premi saranno Gian Luca Lazzeri, consigliere questore del Consiglio Regionale della Toscana, Titta Meucci, assessore all’Urbanistica del Comune di Firenze, Marco Bellandi, presidente della Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione dell’Università di Firenze e Stefano Giovannelli, direttore di Toscana Promozione.

In particolare Capobianco metterà in evidenza quanto valore il Mun aggiunge all’offerta delle imprese che si certificano. Le procedure sono infatti le più rigorose e oggettive possibili perché la domanda di certificazione passa prima attraverso la valutazione del Lloyd’s Register, ente di certificazione internazionale, e successivamente viene sottoposta alla verifica di due organi: uno interno di vigilanza costituito da Conflavoro e un secondo Comitato tecnico Scientifico di Indirizzo e Sviluppo del Marchio, indipendente, costituito da personalità esterne all’organizzazioni che rappresentano le più alte professionalità del mondo imprenditoriale e universitario, con la partecipazione anche di esponenti del mondo associativo e di rappresentanza dei consumatori”. Una volta ottenuta la certificazione, l’azienda può applicare il logo sui propri prodotti beneficiando anche dei servizi di marketing e comunicazione collegati e attivando anche il sistema di anti- contraffazione certificato.

Tutto ciò è stato riconosciuto dal Ministero dello Sviluppo Economico che ha attribuito  la prima posizione all’Obiettivo C del bando Industria 2015 PII dedicata specificamente al rilancio del Made in Italy

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