Expo, ex direttore generale del Comune epurato dalla cupola

Renzo Gorini, city manager nella giunta Spaggiari, è stato direttore infrastrutture di Expo dal 2009 al 2012 prima di essere “silurato”. Un anno dopo la sua denuncia: il progetto è stato stravolto

Expo-2015“Il “concept” del sito, elaborato nel 2009 da cinque architetti di fama internazionale, Stefano Boeri che ne era anche il coordinatore, l’inglese Ricky Burdett, il catalano Joan Busquets, lo svizzero Jacques Herzog e l’americano William McDonough, conteneva una serie interessante d’indicazioni, in buona parte non attuate”. Era l’11 aprile del 2013 quando Renzo Gorini lanciava questa accusa dal suo sito in un lungo articolo sull’Expo 2015. Due anni prima Gorini aveva lasciato l’incarico di direttore infrastrutture. Insieme a lui era sparito dall’organigramma un altro manager, l’ingegner Carlo Chiesa, responsabile unico del procedimento, figura chiave a cui spettano i controlli.

Chi è Renzo Gorini? 67, riminese, dal 2000 a 2002 è stato direttore generale del Comune di Reggio, chiamato dall’allora sindaco Antonella Spaggiari, per poi passare alla Sea (Aeroporti di Milano) e infine all’Exponel 2009 con l’incarico di direttore infrastrutture. A fianco di Gorini e Chiesa c’è Angelo Paris, che all’inizio è solo responsabile degli acquisti ma che in breve tempo diventa uno dei top manager di Expo 2015.

Nel giugno 2011 Gorini lascia l’incarico e nell’ottobre successivo lascia anche l’azienda. Chiesa se ne va due anni dopo, nel 2013. Alla fine resta Paris con le mani libere e ruoli sempre più importanti.  Gorini, interpellato dal Fatto quotidiano, non risponde. “Le chiedo scusa del diniego, ma non è mia intenzione rilasciare dichiarazioni”. Ma, come riporta il giornalista Gianni Barbacetto, è l’ex assessore con delega Expo al Comune di Milano, Stefano Boeri, a sostenere che nel 2011 sia cominciata una sorta di “pulizia etnica” che ha fatto “saltare” tutti coloro che ostacolavano gli affari. Il primo “a essere messo da parte”, dice Boeri, è Renzo Gorini, poi, “dopo poche settimane sono saltato io”.

Oggi Gorini collabora cona un sito che sostiene Matteo Renzi e nel 2013 scrive come il progetto iniziale sia stato stravolto: “La progettazione intervenuta (…) non risolve il problema del futuro utilizzo dell’area, rinviandolo a una data imprecisata, contrariamente a quanto aveva fatto Burdett per le Olimpiadi di Londra; che aveva dato luogo prima alla progettazione delle destinazioni future e condizionato poi a esse le opere dell’evento. Il terzo disatteso è stato McDonough, che voleva fare in Expo un’applicazione della teoria from cradle to cradle, per la quale ogni oggetto e ogni opera vanno progettati tenendo conto del loro riutilizzo o del loro riciclo, usando i materiali più utili per questo scopo. Di questo, nei progetti esecutivi, restano poche tracce”. Conclude Gorini: “Anche le teorie di Boeri si sono perse. L’architetto milanese vedeva in Expo l’opportunità di sperimentare l’agri – coltura di prossimità come strumento per riqualificare la città. Ma quest’idea si è scontrata con l’esigenza di valorizzare le aree in un’ottica diversa, probabilmente immobiliare”.

Lo scorso 8 maggio Paris viene arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta “cupola” degli appalti, assieme all’ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio, l’ex funzionario del Pci Primo Greganti, l’ex senatore del Pdl Luigi Grillo, l’ex esponente ligure dell’Udc Sergio Cattozzo e l’imprenditore Enrico Maltauro. E lunedì ha ammesso davanti ai magistrati: ammette: “Ho turbato le gare di appalti”

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