Firenze – Qf, Tuscany Industry Srl, operai senza stipendio. E adesso, vendita dello stabilimento di Campi Bisenzio risalente al 12 marzo 2024, che, dicono da QF Spa rientrerebbe nel piano di liquidazione dell’azienda e che avrebbe consentito il pagamento di circa 4 milioni di euro di retribuzione arretrate, Il condizionale è d’obbligo dal momento che, con una nota, il tema di legali che si occupano della difesa di circa 200 operai ex Gkn, dicano che non solo non si sapeva nulla della vendita, ma anche i soldi non si sono mai visti.
Per quanto riguarda i presunti pagamenti, gli avvocati Danilo Conte, Silvia Ventura e Anita Marafioti , inviano una clamorosa smentita al mittente. “Si tratta di affermazioni non vere, smentite dagli atti processuali – scrivono in una nota – dopo la vendita dello stabilimento avvenuta il 12 marzo 2024 non sono stati certamente saldati tutti i debiti societari nei confronti dei lavoratori”.
“Abbiamo più volte richiesto all’azienda di fornire un elenco dettagliato dei presunti
pagamenti effettuati, anche dopo il 12 marzo 2024″ – dichiarano Conte, Ventura e.Marafioti- Abbiamo chiesto le buste paga riepilogative per poter imputare correttamente eventuali somme ricevute dai lavoratori e verificarne la correttezza. Ma le nostre richieste sono cadute nel vuoto. Se e cosa oggi l’azienda abbia effettivamente pagato dunque non è dato sapere, ma tenendo conto dei procedimenti già definiti, degli importi riconosciuti, delle procedure in corso e di quelle in fase di avvio, l’ammontare complessivo dei crediti vantati dai lavoratori
nostri assistiti nei confronti della QF S.p.A. supera i 2 milioni di euro. Si tratta di crediti tutt’altro che saldati “grazie alla vendita”, ed anzi in continua crescita”.
Dalla documentazione relativa agli incontri, scrivono Conte, Ventura e Marafioti – nelle sedi istituzionali emerge chiaramente che il datore di lavoro non si sia mai seriamente attivato per riprendere l’attività produttiva.
“Dal gennaio 2024,” spiegano i legali, “l’azienda ha interrotto persino le
attività di manutenzione e sorveglianza del sito, che si aggiunge al fermo della
produzione e il totale disinteresse per qualsiasi azione propedeutica alla ripresa
dell’attività già dal gennaio 2022, cioè sin dall’acquisto. Come ci ricorda sempre
l’RSU della QF, non hanno mai comunicato in alcuna sede cosa intendessero produrre
nello stabilimento di Campi Bisenzio, né con quali capitali, né con quali partner”.
Ricordando che “il datore di lavoro da gennaio 2024, non solo ha cessato i versamenti retributivi e contributivi, ma non ha nemmeno proceduto a richiedere ammortizzatori sociali per il periodo di inattività”, la vendita dello stabilimento di Campi Bisenzio non avrebbe avuto, come spiega il team legale, avuto come conseguenza il pagamento dei crediti vantati dai lavoratori, ma un’oggettiva diminuzione delle garanzie per i crediti vantati da questi.
“La vendita dello stabilimento è attualmente oggetto di un giudizio di revocatoria” concludono gli avvocati.
“Un’azione che si è resa necessaria per evitare che i lavoratori da noi assistiti restino ancora una volta senza tutele e senza soddisfazione dei loro crediti. La nostra battaglia continua e continueremo a portare avanti tutte le azioni necessarie per difendere i diritti dei nostri assistiti”.