Firenze – Dopo le ultime vicende, in cui l’imprenditore Borgomeo non fa partire la cassa integrazione per i lavoratori della ex Gkn che del resto continuano a trovarsi ancora in alto mare, con addirittura accuse di “occupazione” della sede di Campi Bisenzio, l’assemblea di fabbrica decide. E la decisione non può non essere significativa. Tutti in consiglio comunale. A oltranza. “La disperazione, il tentativo di gettare fango su uno stabilimento e su una lotta di popolo, ribaltare costantemente la verità. Ci abbiamo pensato bene a quali proteste fare. Non toccheremo l’ agibilità delle strade o dei mezzi usati da chi va a lavorare. Siamo venuti a rivendicare la nostra dignità qua. Dicono che si chiami “comune” perché è la casa di tutte e tutti. Noi siamo in consiglio comunale. Non ce ne andiamo senza novità risolutive sulla vertenza. Ad oltranza qua. Questo presente finisce ora. Il nostro futuro comincia adesso”.
Intanto, si sta svolgendo un incontro tra una delegazione di lavoratori e l’assessore al lavoro Benedetta Albanese, che ha affermato che “per il Comune il diritto di manifestare resta tale”. Un piccolo incidente sulle norme per i lavoratori della Gn è avvenuto quando il presidente del Consiglio comunale Luca Milani li ha richiamati perché non si sono alzati durante l’esecuzione degli inni, come prevede il regolamento. Il consigliere del gruppo Centro, Emanuele Cocollini, non ha mancato di sottolineare che “è un fatto grave e non tollerabile che il pubblico presente non si sia alzato in piedi durante l’esecuzione dell’inno nazionale”. Immediata la reazione di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune: “Una fabbrica chiude, ma c’è chi bada all’inno”.
Intanto, il presidio prosegue e anche il consiglio comunale va avanti a oltranza, in solidarietà.
Di un impegno diretto del sindaco parla l’assessora Benedetta Albanese che dice: “Abbiamo parlato, non è la prima volta e non sarà l’ultima, con i lavoratori”.
“Affrontiamo due questioni, il pagamento ai lavoratori di quanto dovuto, questo lo chiede il sindaco ed è un loro diritto, e la disponibilità dello stabilimento per valutare altre proposte di reindustrializzazione di un sito che continua a rappresentare un punto importante per l’area fiorentina e il futuro di 300 famiglie“.
Intanto, il presidio esterno si è sciolto ed è stato riconvocato per domattina alle 9 , mentre un gruppo di lavoratori passerà la notte nell’aula consigliare.
Sulla questione della scelta di andar ei consiglio comunale da parte del Collettivo di fabbrica, interviene con una nota Potere al Popolo: “Le dichiarazioni di Francesco Borgomeo aprono una nuova fase della vertenza GKN, che torna a bussare prepotentemente alla porta della politica. Borgomeo scarica la mancanza di un piano industriale sul presidio operaio, ma a questa accusa non crede nessuno, visto che il presidio dello stabilimento da parte dei cassaintegrati GKN prosegue A GARANZIA di un serio piano di reindustrializzazione, e non contro di esso.
In realtà il vero elemento interessante delle dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa dall’Ad di Qf servono a rilanciare alle istituzioni, e in particolare a quel PD che guida Comune e Regione e che si è fatto garante dell’operazione di salvataggio guidata da Borgomeo, la patata bollente della vertenza. Borgomeo infatti lascia intendere che l’attuale proprietà non farà da tappo qualora altri soggetti, anche pubblici, dovessero subentrare. A questo punto, se politica deve essere, che politica sia. E infatti gli operai GKN sono entrati immediatamente a Palazzo Vecchio. Facciamo nostre le rivendicazioni del Collettivo di Fabbrica e chiediamo
1) l’immediata pubblicizzazione della fabbrica, con controllo operaio e sblocco immediato degli stipendi!
2) Legato al punto 1, sostegno pubblico alla “Soms Insorgiamo”: unico soggetto attualmente in campo in grado di poter presentare un piano industriale e di dare continuità produttiva allo stabilimento;
3) Non servono le interrogazioni di Fossi e del Pd! Serve l’approvazione della legge antidelocalizzazioni! Le soluzioni a questa vertenza ci sono, e le abbiamo presentate oltre un anno fa, e tutti, dal Pd, a Leu, al M5s, all’attuale destra-centro al Governo, hanno votato contro;
4) Sosteniamo la comunità operaia fino allo sblocco degli stipendi, inviamo le donazioni a “Cassa di mutuo soccorso” (Iban IT 24 C 05018 02800 000017089491 Causale: mutuo soccorso)”.
Giunge anche la nota del gruppo consiliare Spc: “La fabbrica è del suo territorio: questa è una delle lezioni del Collettivo di Fabbrica GKN – scrivono i consiglieri Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – Firenze ha abbracciato questa lotta operaia con convinzione e quindi oggi non poteva che accoglierla, dopo le provocazioni della proprietà, che ha tirato nel mezzo Regione e Comune di Firenze. Per questo ringraziamo chi oggi è venuto nel Salone de’ Dugento a sentire cosa avesse da dire Palazzo Vecchio. Abbiamo proposto di interrompere i lavori per tentare di capire come sostenere al meglio la vertenza e la sospensione della seduta proposta dal Presidente, per stargli accanto a oltranza, fino a che sarà necessario, ci convince. Per questo esprimiamo la nostra solidarietà e il nostro supporto, senza strumentalizzazioni”.