Firenze – E’ vero, i contatti con le istituzioni ci sono stati. Ci sono stati, per gli operai dell’ex Gkn, ma non sono stati affatto soddisfacenti. Il motivo: se è vero che “la cassa è stata sbloccata” e “mercoledì arrivano i pagamenti”, è vero anche che stamattina, alla richiesta di un incontro con la Prefettura, “per delineare il complesso della situazione e delle nostre richieste”, la risposta, come scrive il Collettivo in una nota è stata che “l’incontro sarà possibile quando scendiamo dalla Torre”.
Ex Gkn, “la nostra rabbia tocca il cielo”, ancora avanti col presidio alla Torre
“Atteggiamento grave, gravissimo, da parte di chi tollera da 8 mesi un sequestro di diritti – reagiscono con rabbia i lavoratori – non siamo in un film e questo non è un gioco. Sono stati muti e inoperosi di fronte a famiglie senza stipendi e ora dettano condizioni. L’azione sulla torre prosegue e finisce come e quando decidiamo”.
Mettendo chiarezza sulla vicenda e sulle richieste degli operai, “il tema è avere certezza di questi pagamenti, ma non solo. Di quali mensilità stiamo parlando? Qf consegna le buste paga? Paga tutto il dovuto? In una frase, la violenza di Qf verso questo territorio deve cessare”.
“Qf trattiene in maniera indebita i giorni di cassa integrazione dall’1 al 9 ottobre – spiegano dal presidio (i 30 operai staranno comunque in cim a Torre San Niccolò) – si tratta di una frazione della precedente cassa (11 ter) che Qf ha dichiarato di avere anticipato ai lavoratori. Ma questo non è vero per il periodo 1-9 ottobre. Sono soldi Inps diretti ai lavoratori che Qf sta trattenendo”.
In realtà, non esiste solo la cassa integrazione, specificano i lavoratori, ma sul tavolo c’è tutta la quota parte di giorni lavorativi, elementi contrattuali (ferie, benefits, permessi ecc) che Qf non sta pagando. “Per impedirci di accedere al nostro credito, Qf non consegna le buste paga da dicembre”. Insistono ancora gli operai: “Prefetto e ministero del lavoro devono attaccarsi al telefono e chiedere perché una azienda non consegna le buste paga degli ultimi sei mesi. I casi infatti sono due: o l’azienda non è in grado di fare delle buste paga o le trattiene indebitamente. Nel primo caso, se una azienda non è in grado di fare le buste paga, vuol dire che non è una struttura di impresa. È evidentemente una struttura con altre finalità. Se invece non le consegna per scelta, questo è un crimine sociale e l’ispettorato del lavoro deve iniziare una azione, con risvolti penali”.
E dunque, cosa fare a questo punto? La proposta rilanciata dal Collettivo è: convocare immediatamente un tavolo regionale che faccia il punto sulla reindustrializzazione, a partire dallo scouting pubblico e dal progetto di reindustrializzazione operaio. In sintesi, al di là del pagamento dei soldi persi nel periodo 1-9 ottobre, e lo sblocco di tutti i flussi per consentire ai lavoratori di ricevere dall’Inps tutta la Cig arretrata, i lavoratori chiedono che, oltre la certezza dei pagamenti e la consegna delle buste paga, si faccia partire la reindustrializzazione subito: tavolo regionale e sostegno pubblico al progetto di reindustrializzazione operaio. Toccato anche il doloroso capitolo di tutti coloro che, per ragioni ovvie, sono stati costretti a licenziarsi nel corso della vertenza, di cui si chiede la reintegra. Infine, rilanciata la “messa a disposizione dello stabilimento della reindustrializzazione portata dallo scouting pubblico e dal progetto elaborato dal comitato tecnico scientifico del Collettivo di fabbrica”.
Insomma ciò che si prospetta è una lunga estate rovente, per l’ex Gkn, decisa a non cedere a diktat da un lato, e dall’altro a mettere in atto” un altro capitolo di questa caparbia lotta operaia. La nostra rabbia ora tocca il cielo. Spiccare il volo o cadere”. Prossimo appuntamento, sottolinea il Collettivo di Fabbrica, l’8 e 9 luglio di fronte ai cancelli della Gkn.