Firenze – La delibera presentata dalla consigliera del Pd Donata Bianchi, che istituisce il Patto di Solidarietà con la Società Operaia di Mutuo Soccorso costituita dalle maestranze dello stabilimento ex Gkn, è stata approvata oggi in consiglio comunale. Approvata, ma con la maggioranza di nuovo divisa. La frattura si produce fra Pd e Italia Viva, che è contraria. Dunque, a votare il Patto, Pd, Spc, M5s e Ital -Exit.
La consigliera di Iv Barbara Felleca non ci va leggera, sottolineando il “linguaggio tutto politico, toccando corde emozionali ed aspettative” dell’atto “che non è altro se non un’autorizzazione in bianco del Consiglio” a un’iniziativa “che non sappiamo cosa conterrà, e del quale non sono prevedibili gli effetti”. Ma la slavina Felleca non si ferma qui, trascnando nello scontro anche la Lista Nardella. “Noi – dice ancora – abbiamo motivato il voto contrario, due consiglieri su tre della Lista Nardella non erano presenti alla votazione. Se il nuovo PD dell’era Schlein, che tra l’altro era nettamente minoranza tra assessori e consiglieri comunali fino alle primarie di febbraio, ha voluto oggi certificare un nuovo equilibrio di maggioranza, lo dica chiaramente. Ne prenderemo atto”.
Sponda al Patto invece da Andrea Asciuti, consigliere del Gruppo Misto-Italexit. “Ho sempre espresso piena solidarietà e vicinanza a questi operai che da ottobre sono senza stipendio e senza avere nessuna prospettiva sul loro futuro occupazionale – spiega – e intendo rinnovare le proposte che ho portato avanti anche in Consiglio comunale: si deve intervenire con la procedura di nazionalizzazione dell’azienda o, in alternativa, procedere ad un serio piano di reindustrializzazione trovando anche dei soci disponibili ad investire su questa industria che, in passato, è stata tra le più importanti del territorio. Invito il Governo di centrodestra, che dovrebbe avere una sensibilità maggiore sulla nazionalizzazione delle aziende, a farsi promotore per risolvere la situazione della GKN di Campi Bisenzio”. Contrario Emanuele Cocollini (Centro) secondo il quale il Pd continua le prove tecniche di ritorno al comunismo. “La delibera – ha sottolineato -segna un nuovo capitolo nel romanzo di un partito nato progressista per morire massimalista. Purtroppo questi gesti di pura propaganda nulla spostano in una vicenda industriale che resta complicata e difficile”.
Nella delibera si chiede anche di promuovere un gruppo di lavoro che permetta di definire un progetto di offerta formativa gratuita finalizzata ad accompagnare e facilitare la riqualificazione e lo sviluppo delle competenze professionali delle maestranze anche in relazione alle differenti ipotesi di uscita dalla crisi che sono in questo momento in discussione; nonché di prevedere il coinvolgimento delle forze politiche che intenderanno su base volontaria partecipare ai suddetti organismi di confronto.