Ex Gkn, i camion lunedì, appello di Fabiani

Campi Bisenzio – Ex Gkn, il clima si fa rovente dopo la comunicazione dell’azienda che lunedì alle 8 giungeranno i camion alla fabbrica per lo smaltimento dei materiali. .

Clima che il consigliere per il lavoro Valerio Fabiani cerca di raffreddare: “Non è il momento di fare ulteriori strappi, forzature e scelte unilaterali -afferma- e anzi è quanto mai necessario da parte dell’azienda uno sforzo per ripristinare un clima di condivisione. Chiedo che ci si fermi e che anche le attività di smaltimento materiali tornino al centro di un confronto fra a azienda e rappresentanze dei lavoratori”.

“Alla fine è arrivato l’attacco più duro e frontale che questo presidio ha subito dal 9 luglio 2021”. Si legge su un post dei lavoratori del Collettivo di fabbrica della ex Gkn, per spiegare quanto successo nella giornata di venerdì 4 novembre: “Con una e-mail, arrivata alle 15.55, l’azienda ha comunicato l’arrivo dei camion lunedì mattina alle 8 per quello che è, a nostro parere, a tutti gli effetti l’inizio dello svuotamento dello stabilimento. E’ evidentemente una operazione preparata da tempo, una escalation studiata a tavolino, probabilmente su diretto suggerimento di Confindustria e cogliendo l’assist del Governo del “Made in Italy”.

Un’azione di forza che fino ad ora non era mai stata tentata. E dove il Collettivo vede ancora lo zampino di Melrose,

“Questa forzatura avviene perché l’azienda non ha in mano nulla. Non ha la cassa integrazione approvata dall’Inps, non ha nessun piano industriale, non ha brevetti, non ha consorzi, veri o presunti, non ha accordi commerciali, non ha probabilmente una linea di credito approvata dalle banche per gli investimenti, non ha credibilità, ha venduto fumo e chiacchiere per dieci mesi, ha disatteso l’accordo quadro e può quindi usare solo la forza della provocazione, in spregio a un intero territorio. Abbiamo teso la mano per metterci al lavoro, attraverso i nostri stessi progetti industriali. Il 2 novembre è stato proposto all’azienda di mettere a disposizione lo stabilimento dei progetti industriali, delle attività di soggetti pubblici, privati o delle forme associative e del cooperativismo produttivo del territorio. Il 3 al Mise è stato proposto una governance pubblica. Borgomeo ha rifiutato. E ha rifiutato perché probabilmente il suo compito non è portare lavoro, ma svuotare lo stabilimento. Siamo alla vendita del ferro a rottame. Altro che piano industriale. Le aziende appaltatrici che verranno a fare questa operazione di smantellamento devono sapere di essere state tirate nel mezzo a una vera e propria provocazione di natura sociale”.

“Che forma ha la dignità lunedì mattina alle 8? – conclude il Collettivo – Pensiamoci bene”.

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