Firenze – Ex Gkn, le ultime novità sono il dossier con la ricostruzione delle fasi salienti della vicenda che è stato consegnato alla commissione attività produttive della Camera (e che per ora non ha peraltro fatto scattare che un ennesimo rinvio a un ennesimo tavolo); un crowfunding che ha raggiunto in due giorni i 15mila euro, obiettivo 75mila euro. Piccoli segnali, a fronte di uno stillicidio lungo 20 mesi, 6 dei quali senza stipendio. Ciò che emerge dalla sintesi della vicenda ex GKN, è un quadro inquietante, su cui pesa un gigantesco interrogativo: che tutto ciò che è successo faccia parte di una scientifica strategia generale per svuotare di energia e drenare di forze un gruppo che è passato da circa 480 lavoratori a poco più di 200. Nonostante (e in un certo senso contro) i piani di riconversione industriale che partono dal basso e guardano alla sostenibilità e alla transizione ecologica. Per rendere conto di tutto ciò, per aggiornare e far capire, un dossier lungo 23 pagine che sintetizza la vicenda. E che prepara alla mobilitazione di sabato 25 marzo.
“Da tutto ciò che sta ccadendo emerge un quadro inquietante, una scientificità- dice Dario Salvetti, Rsu – a questo punto, al di là di ogni timidezza, tutte le domande sono legittime. Prima: ci troviamo di fronte a un calcolo, a un modus operandi in cui la politica gioca di triangolo per non permettere che avvenga una reindustrializzazione dal basso, una transizione industriale di tipo diverso? Ciò cui ci troviamo di fronte è un sistema scientifico di tavoli che vengono rinviati, poi ancora rinviati, e se la politica non lo capisce, è inadeguata o assiste senza intervenire?”, e se il caso fosse quest’ultimo, quale sarebbe la sua responsabilità?
“La mobilitazione non è mai venuta meno – continua Salvetti – una mobilitazione che prova, in uno stato che per noi è di disperazione, a dar vita all’ennesimo colpo importante di moblitazione col corteo del 25 marzo, sabato prossimo. Sei mesi senza stipendio e in condizioni di estrema difficoltà, dal momento che 20 mesi sono fatti di stanchezza, fatica ma anche di tanta dignità. aumenta la mobilitaizone, ma aumenta anche la beffa: noi oggi abbiamo progetti industriali, abbiamo lanciato una campagna di crowfunding, non siamo solo resistenza ma siamo progetto, e invece contiamo in 20 mesi circa 13 tavoli al Mise, 1 al Ministero del Lavoro, 4 Comitati di proposta e di verifica, almeno 2 incontri ufficiali dell’Unità di Crisi della Regione, 1 incontro in Prefettura, 1 Consiglio Comunale dedicato, almeno 3 Commissioni comunali. Evidentemente la politica gioca, o non capisce qual è il gioco, di rinviare per rinvicare lasciando passare giorni, mesi, a questo punto anche senza stipendio, facendo sì che alla fine nessuno dichiari i licenzimaneti, ma i licenziamenti sono in atto ogni minuto e potenzialmente un lavoratore è costretto a licenziarsi per recuperare reddito, stabilità e anche una certa tenuta psicologica perché la violenza che viene esercitata verso di noi è anche psicologica”.
Per quanto riguarda i progetti di reindustrializzazione avanzati dagli operai, “la nostra reindustrializzazione è dal basso ma è perfettamente inserita in tutti quelli che sono gli obiettivi che questa società si dà, mobilità sostenibile, transizione ecologica in direzione di comunità energetiche, è un progetto che pur pieno di difficoltà, si articola nella direzione di cargobike ma anche di rinnovabili senza l’uso di litio, silicio e cobalto. Stiamo verificando la possibilità di applicare queste tcnologie, se lo stato intervenisse la partita sarebbe chiusa in 5 minuti, commissariando QF, attivando una cassa di riorganizzazione, magari entrando con capitale pubblico e verificando se questo piano industriale è fattibile. Vorrei anche specificare che questo iano industriale è purtroppo sottoprodotto del fatto che non si è voluto rendere GKN un’azienda del polo pubblco della mobilità sostenbile come aevamo previsto e che era ciò che ci pemetteva di ripartire con gli attuali macchinari. Senza, questo, la reidnustrializzaizone sarà comunque lunga e difficile e anche sostenuta, crediamo, da ammortizzatori sociali pubblici. In altre parole, pagheremo noi la pavidità di non voler fermare la delocalizzazione delle multinazionali”.
Fra i punti fondamentali per la comprensione della vicenda, i numeri: 500 posti di lavoro complessivi stimati a regime quando Gkn Firenze era aperta, tra diretti e indotto. Ad oggi 280 lavoratori rimanenti di cui 40 in aspettativa. Sono stati bruciati già 220 posti di lavoro. La vicenda è iniziata il 9 luglio 2021, a seguito dell’improvvisa interruzione della produzione da parte di Gkn Firenze, i 422 lavoratori dipendenti iniziano una assemblea permanente a protezione della fabbrica dal rischio di smantellamento industriale e delocalizzazione. L’assemblea permanente è ancora oggi in svolgimento. Nel frattempo si è passati da una prima procedura per licenziamento, alla ben nota vicenda di QN di Francesco Borgomeo, alla richiesta da parte della QF della reiterazione della Cassa integrazione guadagni ordinaria, alla perdita della cassa di transizione, a innumerevoli passaggi al Mise e presso tutti i tavoli istituzionali, alla perdita dello stipendio per sei mesi, a rassicurazioni, polemiche e cassa integrazione, di nuovo. buona parte dei guai, sono originati, prima ancora del reperimento di imprenditori in grado di sostenere un progetto di rendustrializzaizone moderno nelle linee dell’Europa, dalla mancanza continua e questa sì reiterata, di un piano industriale serio. E nel non prendere in considerazione i progetti presentati da Rsu e Collettivo di Fabbirca, pensati e progettati con economisti e tecnici. Il che autorizza la madre di tutte le domande: a chi davvero sta a cuore la sorte di un soggetto industriale che rappresenta un territorio intero?
Una domanda retorica forse, che si aggancia alle altre già messe sul tavolo. Inquietanti, come inquietante, spiegano i lavoratori, è la posta in gioco: se l’ex GKN non ce la farà, “chi perde è il mondo del lavoro, decenni di lotte, diritti che si assumevano acquisiti”. Insomma, la sensazione è che in questo scontro si fronteggino due sistemi e due mondi.
Le modalità “tecniche” dell’iniziativa di sabato prossimo sono spiegate da Matteo Moretti della Rsu di fabbrica: partenza alle 14 dal viale Guidoni angolo via Forlanini, poi, attraverso via piazza Dalmazia e via Corridoni, giù giù fino alla Fortezza da Basso, che verrà circumnavigata in superficie (senza dunque entrare nel sottopasso) per poi finire nei giardini della stessa. “Ma non possiamo finire lì – continua Moretti – in continuità con il corteo, si parte con il festival di letteratura Working Class, che parte il 31 marzo, fino al 2 aprile”. Una kermesse articolata, con incontri letterari ma anche sociologici, di analisi economica e sociale, con reading, proiezioni di film, ecc. L’iniziativa è organizzata da Edizioni Alegre e dal collettivo di Fabbrica GKN, in collaborazione con Arci Firenze e si terrà presso il presidio GKN, via Fratelli Cervi, 1, Campi Bisenzio, Firenze.