Vaglia (Firenze) – Continua anche oggi e andrà avanti per almeno altri tre giorni la maxi-ispezione cominciata ieri 7 gennaio all’ex-cava di Paterno, nel territorio di Vaglia, in Mugello. L’ispezione ha il compito di dettagliare l’assetto topografico, geologico e del suolo di un’area di svariati ettari, diventata discarica di rifiuti speciali smaltiti illecitamente e provenienti non solo dalla Toscana ma, secondo recenti accertamenti della Forestale, anche da altre parti d’Italia.
Il fulcro dell’operazione odierna, disposta dalla procura di Firenze e seguita dal Corpo Forestale, è concentrata sulle attività di una ditta specializzata che, usando geo-scanner, laser scanner, analisi sismiche ed altri esami con strumentazioni varie, compie rilievi planimetrici, topografici e nel suolo. Si vogliono mettere in luce le stratificazioni, i riporti di materiali, gli scavi fatti, le profondità a cui sono stati stoccati.
Uno degli scopi principali è quello di riuscire a individuare se nella ex-cava siano finiti, oltre ai rifiuti di lavori edilizi fra cui anche quelli derivanti dagli scavi della Tav nel Mugello, anche rifiuti industriali stoccati illecitamente nel sito , e, se possibile, risalire alle date e ai periodi.
Ricordiamo infatti che nel febbraio scorso furono rinvenuti nel sito ben 1200 sacchi o big bags che dir si voglia, pieni di ‘polverino 500 mesh’, vale a dire una sabbia fine impregnata di metalli pesanti come piombo, rame e nichel. La ex cava di Paterno ha avuto a suo tempo un’attività estrattiva, poi cessata, regolarmente autorizzata per ricavare carbonato di calcio, da cui ottenere calce. Insomma, il sospetto degli inquirenti e della popolazione è che nella ex-cava sia stato stoccato un numero imprecisato di veleni e residui pericolosi, che la renda, è questa la percezione dei residenti, una sorta di “terra dei fuochi” del Mugello. L’inchiesta, coordinata dal pm Luigi Bocciolini, ha 11 indagati.