La risposta della giunta provinciale alla domanda d'attualità presentata in consiglio da Rifondazione comunista ha stabilito una sorta di "storico" della lunga vicenda non ancora conclusa. L'area era stata interessata a fenomeni di inquinamento da idrocarburi nel 2001. In seguito, fu attuata una bonifica del sito relativamente alla destinazione di uso industriale. La certificazione dell'opera svolta risale al 2005. Tuttavia, in quello stesso anno fu cambiata in agricola la destinazione d'uso dell'area; un cambio di destinazione che però, a seguito della procedura di analisi del rischio che si concluse nel 2008, emerse non fosse possbile, o meglio, l'analisi individua "la non compatibilità dell'area con la destinazione agricola". In seguito a questa ultima operazione, il sito venne reinserito nell'Anagrafe dei siti inquinati. Tutttavia, le procedure di bonifica non essendo di competenza della Provincia, ma il procedimento deve essere avviato dalle amministrazioni comunali su richiesta di chi ha provocato l'inquinamento, l'area rimane al momento sotto sequestro giudiziario. Infatti, la Provincia non ha poteri sostitutivi e interviene solo in sede di conferenza dei servizi.
23 Aprile 2014
Ex cava di Paterno, ancora inquinata e sottosequestro
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