Firenze – L’affaire ex-caserma Vittorio Veneto sta diventando molto più complicato di quanto ci si aspettasse. La questione è quella del resort a 5 stelle che dovrebbe essere costruito nell’ex struttura militare, su cui proprio su queste pagine avevamo già aperto il dibattito ( https://www.stamptoscana.it/costa-san-giorgio-tutto-cio-che-ci-sara-oltre-la-cremagliera ) e che dopo varie peripezie, dovrebbe essere ormai alle battute finali. Ma ecco che l’associazione Idra (https://www.stamptoscana.it/costa-san-giorgio-istanza-urgente-di-idra-per-le-osservazioni-al-resort-a-5-stelle/) riprende la palla e apre un nuovo, infuocato fronte circa il famoso resort. In buona sostanza, come spiegato all’incontro con la stampa di oggi, Idra inoltra istanza urgente al sindaco di Firenze e al difensore civico della Toscana, di sospensione dei termini per la presentazione delle osservazioni da parte dei cittadini. In altre parole: fra dieci giorni, tempo scaduto, ciò che sarà sarà. E visto l’impatto dell’opera e la scarsa informazione alla cittadinanza, dice Idra, è necessario prorogare i termini di presentazione delle osservazioni. Altrimenti i cittadini, specifica l’associazione, che parla di “falle del modello decisionale utilizzato nel procedimento che accompagna l’intervento progettato sulla collina di Belvedere”, rischieranno di trovarsi non solo con un nuovo e a questo punto della pandemia forse sopradimensionato hotel di lusso situato in una delle strutture più preziose e care all’Oltrarno, ma anche con ingenti lavori di sbancamento e svuotamento di una collina il cui versante sopra PonteVecchio, è stato chiamato, non senza motivo, delle Rovinate. Lavori di “contorno” e tuttavia necessari per la funzionalità del grande albergo: parcheggi, cucine, magazzini …. La richiesta più importante di Idra (le altre tre, procedure per informare la cittadinanza, apertura di un procedimento partecipativo ai sensi della legge regionale, recupero della procedura di assoggettamento della variante alla Valutazione Ambientale Strategica) è dunque quella di ricalendizzare il dibattito rendendolo partecipato, il che significa allargare le informazioni a tutta la città.
La richiesta di Idra entra dritta dritta in consiglio comunale, seduta odierna, attraverso una domanda di attualità avanzata dai consiglieri di Spc, Bundu e Palagi. Una domanda cui l’assessora Del Re, convinta sostenitrice del progetto, non si sottrae. Così, ripercorrendo la vicenda, l’assessora dichiara che per ben due volte c’è stata la possibilità per i cittadini di intervenire, essendo, tra l’altro, la struttura oggetto di un bando internazionale che, ricordiamo, è stato previsto nel regolamento urbanistico dal Comune di Firenze, previsione cui ha ottemperato il proprietario della struttura, comprata dal Comune nel 2015 per 18 milioni di euro, il magnate argentino Alfred Lowenstein. Inoltre, incalza Del Re, i cittadini appartenenti all’associazione, avrebbero avuto modo, secondo quanto le risulta, di avere avuto confronti e informazioni dall’amministrazione tecnica.
Tornando alle vicende che ha visto protagonista la struttura, vincitore del bando risultò (le manifestazioni d’interesse pervenute furono 16, le prescelte tre, che furono invitate a presentare un progetto di sviluppo), il consorzio emiliano Caire, che indicò (come le altre due) la funzione turistico-recettiva di lusso per ridare vita al complesso. Scendendo nei particolari, l’operazione d’acquisto dell’ex caserma Vittorio Veneto è stata conclusa dalla società Ponte Vecchio S.p.A., una società per azioni italiana costituita nel 2015, che svolge attività di acquisizione e di sviluppo immobiliare di edifici di pregio storico ed architettonico, come si legge nella scheda in rete. Nel 2016 ha perfezionato l’acquisto dell’immobile denominato “Ex Scuola di Sanità Militare Caserma Vittorio Veneto”, sito nel Comune di Firenze, in Via Costa San Giorgio n. 39. La società è interamente controllata dalla famiglia argentina Lowenstein. Sta di fatto che ad ora è stata esclusa la VAS (Valutazione Ambientale Strategica), che dovrebbe considerare gli impatti ambientali dell’opera e che poteva aprire al dibattito cittadino, in quanto viene ritenuto che dalla documentazione presentata gli impatti dell’opera non siano rilevanti rispetto a quanto previsto dal regolamento urbanistico, mentre il tempo tecnico per le osservazioni scade il 25. Fra cinque giorni.
“La risposta è no. Anche se ci è arrivata dopo un articolato resoconto, che è partito da qualche decennio fa. Il lungo periodo privo di soluzioni non è però responsabilità della cittadinanza” è stata la nota di risposta di Spc, riferendosi alla volontà espressa dall’assessora di non dare luogo a proroghe del temrine di scdenza per la presentaizone delle osservazioni.
“Non servono a niente il diritto di accesso agli atti, l’accesso civico, l’accesso ambientale, ma soprattutto gli incontri, i percorsi per la pseudo-partecipazione e la possibilità di inviare osservazioni, se poi la comunità non viene rispettata, ma solo ascoltata con sufficienza in qualche occasione – concludono Palagi e Bundu – come gruppo consiliare ringraziamo l’associazione IDRA e il Laboratorio perUnaltracittà, assieme a tutta la cittadinanza che si è attivata su questo tema, per la grande mobilitazione e l’impegno che stanno garantendo anche durante un luglio di pandemia”.
Ma l’opposizione di sinistra non è la sola a prendersi a cuore l’ex caserma e la porzione di collina delle Rovinate. Così l’assessora Del Re finisce sotto un fuoco incrociato: “Dopo la conferenza stampa dell’Associazione Idra tenutasi stamattina, restiamo della nostra idea in merito alla trasformazione della ex caserma Vittorio Veneto in Costa San Giorgio – dichiara in una nota Alessandro Draghi, Fratelli d’Italia, che ha più volte esternato la sua perplessità sul progetto, a partire dalla famosa funicolare-cremagliera che dovrebbe portare ospiti al nuovo albergo di lusso passando sopra il giardino Bardini e parte di Boboli – il complesso in oggetto è uno dei più antichi della città e ha al suo interno tre chiese con resti ancora non del tutto studiati. la trasformazione in un albergo di lusso che si aggiunge già a tanti in città, che purtroppo negli ultimi mesi a causa del Covid-19 hanno riscontrato notevoli problemi, non sarebbe la soluzione ideale”.
“L’area non è adatta all’inserimento di una struttura alberghiera – rimarca Draghi – la zona presenta notevole fragilità: Costa San Giorgio è una strada ripida con poche possibilità di manovra per i mezzi a motore; il quartiere benché si sviluppi in un’area geograficamente centrale è caratterizzato da un aspetto relativamente poco urbanizzato e si riscontra nelle sue stradine uno scorcio di una Firenze che ormai non esiste più. Non è pensabile di scavare o effettuare nessun movimento terra – aggiunge il capogruppo di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi – su un colle che dista poche centinaia di metri dove 4 anni fa un lungarno intero era sprofondato inghiottendo decine di automobili”.