Ex caserma Vittorio Veneto, anche il Difensore Civico chiede una proroga

Firenze – Costa San Giorgio, il resort a cinque stelle nell’ex caserma Vittorio Veneto trova un altro intoppo sulla sua strada, sotto forma di una nota del Difensore Civico Sandro Vannini, indirizzata all’amministrazione, dove si legge: “Data la straordinarietà della situazione, dobbiamo invitare il Comune a un riscontro sulla eventualità di una proroga del termine di cui all’art.32 LR 65/2014 per la presentazione delle osservazioni”. Dunque, dopo l’appello lanciato da Idra alla città, il Difensore Civico scende in campo, chiedendo di vagliare la possibilità che la proroga per le osservazioni dei cittadini al faraonico progetto (prevista anche un cremagliera) venga concessa dal Comune. rcordiamo che il temrine è fissato per il prossimo 25 luglio, fra tre giorni appena.

L’attenzione del Difensore civico si pone in particolare sulle prescrizioni della legge regionale “Norme per il governo del territorio”, che all’art. 32 sancisce: Le forme e le modalità di informazione e partecipazione dei cittadini sono individuate dal comune in ragione dell’entità e dei potenziali effetti delle previsioni oggetto della variante semplificata”.

“È di tutta evidenza – osserva Idra nel nuovo appello inviato stamani al Sindaco, al ministro Dario Franceschini, alla Soprintendenza, al presidente Enrico Rossi e all’UNESCO – che proprio in ragione dell’entità e dei potenziali effetti delle previsioni oggetto della Variante semplificata in oggetto, e nonostante le limitazioni e le condizioni di difficoltà in cui si praticano quotidianamente da mesi le relazioni fra cittadini e Uffici pubblici, il Comune di Firenze non ha provveduto a garantire forme e modalità di informazione e partecipazione idonee a mitigare gli effetti negativi di quelle condizioni, a dispetto: della qualità del sito interessato dalla Variante, definito nelle stesse delibere di Giunta e Consiglio “un elemento di grande rilevanza architettonica nel centro storico UNESCO”; della mole dell’intervento previsto; dell’oggettiva fragilità ambientale e delicatezza infrastrutturale del contesto in cui l’intervento è programmato; della conclamata interferenza della progettazione oggetto di Variante con beni pubblici di alto rango sotto il profilo storico, artistico e architettonico (Forte di Belvedere, Giardino mediceo di Boboli, Palazzo Pitti)”.

Ma ciò che infiamma gli animi, è l’asserita mancanza di informazione e eventuale partecipazione dei residenti alle scelte che riguardano il prezioso bene pubblico. L’associazione Idra  sottolinea al riguardo che “non risulta essere stata esperita, come rilevato dalle testimonianze raccolte fra la popolazione e come confermato anche dalle responsabili della Direzione Urbanistica interpellate dalla scrivente Associazione sull’argomento, alcuna modalità di informazione diretta, men che mai di partecipazione, dei cittadini residenti nell’area suscettibili di essere coinvolti dai pesanti impatti di cantiere connessi all’intervento e dalle conseguenze permanenti del progetto a regime, né dell’intera comunità cittadina, custode d’elezione dell’integrità dei beni interessati dall’intervento, collettivamente responsabile della loro consegna senza danni alle generazioni future”.

“Abbiamo chiesto alla Giunta di accogliere le richieste di Idra, sostenute anche dal laboratorio perUnaltracittà e da numerose persone residenti. Volevano spostare la scadenza – ricordano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Plagi e Antonella Bundu, che nella seduta consiliare scorsa avevano avanzato un ordine del giorno sul tema, bocciato con i voti di Pd e Lega – per avanzare delle proposte sul futuro della Ex Caserma Vittorio Veneto, svenduta per trasformarla in un resort di lusso per poche persone “elette” (non in senso elettorale, chiaro). Ci è stato detto di no”.

 

 

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