Eutanasia: battaglia in Francia sul fine vita “libero e scelto”

Parigi – Dopo la Spagna sarà forse ora la Francia ad adottare una legge che apre la porta all’eutanasia. Un progetto legislativo che mira a garantire il diritto di scegliere la fine della propria vita in modo libero sarà domani, 8 aprile, all’esame dell’Assemblea Nazionale.

Il testo, già approvato dai deputati in sede di commissione, rischia però di non arrivare al voto: uno schieramento di 3.000 emendamenti non sarà facilmente superabile dal momento che i tempi previsti per il dibattito in aula sono limitati solo a domani.

Il progetto di legge è appoggiato da una maggioranza trasversale e osteggiato da parlamentari di quasi tutti gli schieramenti. 270 deputati hanno lanciato ieri un appello per esprimere il loro desiderio di dibattere il problema che è ormai sul tappeto da decine d’anni e di votare. “E’ venuta l’ora del Parlamento, rispettiamola” hanno sottolineato.

Il partito che ha organizzato alla grande l’ostruzionismo è LR, (Les republicains di centro destra) che da solo ha presentato oltre 2.000 emendamenti.

Nel testo, che consta di 6 articoli, non si parla mai di eutanasia ma di « fin di vita libero e scelto » o di un « aiuto medicalizzato alla morte ». Il progetto prevede che ad autorizzare l’eutanasia siano tre medici solo dopo aver constatato che il paziente si trovi in un «impasse terapeutico» e essersi assicurati «del carattere libero, chiaro ed esplicitilo della richiesta». Il testo prevede una clausola di coscienza per i medici che, nel rispetto del giuramento di Ippocrate, fossero contrari all’assistenza medicalizzata attiva destinata a dare la morte.

La legislazione attuale prevede dal 2005 il diritto a «lasciare morire» che favorisce le cure palliative e dal 2015 autorizza per i malati incurabili e sofferenti il diritto alla « sedazione profonda e continua ».

Con il nuovo testo di legge la Francia farebbe un passo verso un’eutanasia attiva che , in un paese di tradizioni cattoliche, chiaramente incontra opposizione anche se,  come la Spagna ha dimostrato, la società si è fatta più sensibile a e aperta in materia di celte e di diritti. Ma non è solo dal fronte cattolico che si auspica che la legge non passi- il vescovo di Gap Xavier Malle ha apprezzato l’ostruzionismo parlamentare contro « l’ideologia della morte » – ma anche da tutt’altri orizzonti, come quello dello scrittore Michel Houellebeck.

A poche ore dal voto il romanziere ha tuonato, con toni durissimi, contro il suicidio assistito itenendo che « quando un paese, una civiltà – giunge a legalizzare l’eutanasia , ai miei occhi perde ogni diritto al rispetto. Diventa non solo legittimo ma anche auspicabile di distruggerlo in mondo che qualche altra cosa, un altro paese, un’altra società, un’altra civiltà abbia la possibilità di emergere ».

Il governo finora intanto ha evitato di schierarsi, ritenendo che in questo frangente di crisi sanitaria, sia meglio non sollevare altre scottanti questioni. Secondo il ministro della sanità Olivier Veran non sarebbe questo il « momento migliore per modificare il regime giuridico della fine di vita “in quanto si é in piena battaglia contro l’epidemia”. 

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