Europa, welfare e lavoro. Mentre i venti elettorali sembrano andare in tutt’altro verso, la Fondazione Rosselli si interroga e interroga sulle basi identitarie del patrimonio collettivo europeo, in particolare i due pilastri che segnano profondamente la civiltà europea, welfare e lavoro. Un binomio che non si riferisce solo al benessere materiale, ma, come sottolinea in apertura il vicepresidente del Direttivo del Circolo Fratelli Rosselli Giorgio Panizzi, ha un risvolto molto più profondo, nella stessa dignità della persona. Qual è il nesso fra lavoro e benessere? “Non è un nesso materialistico. Il lavoro è inteso come esplicazione della personalità”, dice Panizzi. Perciò, è necessario risolvere sia le forme organizzative che riguardano l’aspetto materiale, sia l’applicazione delle nuove tecniche, basti pensare all’IA., che hanno risvolti non solo tecnici, come testimonia la recente regolamentazione delle nuove macchine. Il welfare è l’altro profilo. Anche in questo caso, non si tratta solo di una questione materiale, ma è un profilo che riguarda una visione politico economica generale, l’approccio stesso al sistema economico, di cui il welfare, secondo questa visione è parte imprescindibile.
L’evento, che è stato organizzato dal Circolo Fratelli Rosselli di Roma e dal Ministero della Cultura, si è tenuto ieri, lunedì 8 aprile, a Roma, promosso dalla Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della cultura. Fra gli altri, l’intervento del presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli Valdo Spini ha messo al centro l’importanza del lavoro e del welfare per ricostruire quel cemento fra cittadini e istituzioni europee che solo può garantire il futuro dell’Europa, Spini ha sottolineato quante fondazioni, circoli , istituti si stanno muovendo per l’Europa, per uno scatto in avanti dell’Unione Europea, per rafforzare il legame tra istituzioni europee, i cittadini e le cittadine.
“Bisogna mobilitare tutte le energie disponibili perché in queste elezioni si parli davvero di Europa, delle forze politiche che agiscono a livello europeo, dell’agenda politica, istituzionale, economica e sociale delle istituzioni della Ue”, ha sottolineato Spini.
Il presidente della Fondazione Rosselli ha messo in evidenza come due forze politiche importanti, il Ppe e il Pse, abbiano scelto nei rispettivi congressi i loro Spitzenkandidaten, i loro candidati di punta per la presidenza della commissione europea, vale a dire , per i popolari, Ursula von der Leyen; per i socialisti Nicolas Schmidt, uno dei commissari europei, “con cui ho avuto l’onore di partecipare alla Convenzione per l’avvenire dell’Europa”, uno degli ultimi tentativi di elaborare una Costituzione per L’Unione Europea. Ad ora, le uniche due forze politiche che hanno espresso il loro candidato presidente, nel caso avessero la maggioranza, sono, come fa notare Spini, il Ppe e il Pse. Nessuno degli altri soggetti politici ha ancora scoperto le carte.
“Il che significa – spiega Spini – che il cittadino italiano che voterà alle prossime elezioni per il Parlamento europeo, se vota una di queste due forze politiche sa dove va a finire il suo voto, se non vota queste due forze politiche delega il suo voto a ciò che avverrà all’indomani della costituzione del Parlamento europeo”. Questo, dice Spini, sarebbe un aspetto da sottolineare con forza, in ragione della chiarezza e della trasparenze che dovrebbe essere il messaggio proveniente dalla politica; mentre, perlomeno al momento attuale, sembra “che questo aspetto non venga sottolineato; ma può darsi “che anche questo convegno possa servire come appello per sottolineare questo aspetto”.
Sotto il profilo europeo, il fatto che oggi esista il Pilastro delle politiche dei diritti sociali, è un punto importante, “perché dà modo di offrire due spunti di riflessione, il primo, che le politiche sociali sono importanti ai fini della crescita, non un lusso o un optional da conservare finché le cose vanno bene, ma un elemento essenziale di un modello di crescita europeo; il secondo, che il pilastro sociale ha direttamente a che fare con i diritti fondamentali. Potremmo collegarci a Piero Calamandrei, che a livello della Costituente, fu l’inventore della Dottrina dei diritti sociali, ovvero volle che nella Costituzione non si parlasse solo di diritti politici ma di quelli che lui chiamò diritti sociali, chiamandoli la Rivoluzione promessa”.
La tematica si fa più generale. Perché il ceto medio ad esempio, ha scelto come sua difesa politica i sovranisti? “Perché abbiamo sbagliato l’analisi sulla globalizzazione – dice Spini – L’idea era che il processo di globalizzazione avrebbe fatto progredire sia il reddito, sia il potere sindacale nei paesi sviluppati. Ma delocalizzazione e concorrenza internazionale al ribasso hanno fatto fallire ciò. Per questo, sovranismo e populismo hanno infiltrato con successo quei ceti medi che tradizionalmente andavano verso il centro sinistra e la sinistra”.
Uno degli strumenti per contrastare questo, è il capitolo europeo. “Non bastano gli approcci nazionali. Jacques Delors chiedeva un programma straordinario di interventi strutturali fisici e informatici finanziato con una tassa contro l’inquinamento ambientale, in una sorta di chiusura del cerchio, e ricordiamoci che bastò un unico veto per non permetterne l’approvazione”, esempio della necessità del superamento dell’unanimità. Tuttavia c’è davvero la condizione per chiedere una Costituzione europea nuova?
Naturalmente, “è giusto chiedere la riforma, giusto propugnarla. Ma se riuscissimo a rendere il lavoro e il welfare tematiche europee, forse possiamo in qualche modo recuperare il taglio giusto, l’assetto giusto e in ogni caso propugnarla in Italia, farla nostra in Italia”. .
Infine, Spini, con una carrellata sulle ipotesi di riposizionamento internazionale nella cartina delle potenze mondiali, paventa anche la possibilità che Trump vinca le elezioni. Un’ipotesi che richiederebbe senz’altro, sulla nostra sponda dell’Oceano, un’Europa realmente forte. “Ecco perché da vecchio socialista, dico che il problema va affrontato dal punto di vista sociale, va affrontato dal punto di vista di creare quelle convergenze che rovescino le tendenze attuali. “.
In foto Valdo Spini