Ettore Bernabei e il Giornale del Mattino

Firenze – E’ stata inaugurata dal sindaco Dario Nardella presso l’Archivio storico del Comune di Firenze la mostra “Firenze Anni Cinquanta – La Pira e il Giornale del Mattino di Bernabei”. In un percorso ricco di materiali documentali, attraverso le pagine del quotidiano, i visitatori ripercorrono gli anni di una straordinaria stagione fiorentina. La mostra fa parte di un progetto ideato e realizzato dalla Fondazione Giorgio La Pira che comprende anche il volume “Ettore Bernabei e il Giornale del Mattino”, pubblicato da Polistampa che raccoglie testimonianze e interventi di protagonisti, nonché una selezione degli editoriali del direttore del quotidiano, del quale pubblichiamo l’introduzione di Piero Meucci che ha curato l’opera.

Qualcuno lo definì l’organo della repubblica fiorentina e uno dei suoi protagonisti, Sergio Lepri,  ne parla come della bandiera di una mirabile stagione di Firenze. Era un quotidiano non di grande diffusione, qualche decina di migliaia di copie, e nemmeno dotato di grandi risorse a causa delle posizioni che assumeva nell’acceso dibattito ideologico del tempo. Tuttavia, il Mattino dell’Italia centrale, poi Giornale del Mattino, pubblicato nel capoluogo toscano, è stato uno dei più interessanti esperimenti politico-editoriali del dopoguerra nel settore dell’informazione giornalistica.

A guidarlo, dal 6 maggio 1951 al cinque agosto 1956, il punto più alto di questo esperimento, è stato Ettore Bernabei, giornalista fiorentino, uno dei protagonisti del periodo storico che è stato definito della “prima repubblica”. Dopo l’esperienza del Mattino fu chiamato da Amintore Fanfani segretario della Democrazia Cristiana prima alla direzione del Popolo, l’organo dell’allora partito di maggioranza (1956 – 1960) e poi alla direzione generale della Rai (per 13 anni, dal 1961 al 1974). Passato alla direzione prima e alla presidenza poi della finanziaria Italstat, nel 1992 fondò e diresse la casa di produzione cinematografica Lux Vide.

Grazie alla donazione delle collezioni complete dei sei anni della sua direzione del Mattino che la famiglia ha fatto alla Fondazione Giorgio La Pira, è stato avviato un lavoro di ricerca del quale questo volume è un primo risultato. Ne seguiranno altri: una mostra fotografica un e-book e un saggio realizzato dagli studiosi più qualificati, storici, letterati, economisti e giornalisti.

In questa pubblicazione sono contenute le testimonianze che furono presentate nel corso dell’incontro “Ettore Bernabei, Giorgio La Pira e la cultura fiorentina degli anni ‘50” che si è tenuto a Firenze il 23 aprile 2018 presso la sede RAI di Firenze, oltre a un saggio scritto da Sergio Lepri e una selezione di 75 dei 299 editoriali che Bernabei pubblicò nella prima pagine del quotidiano nell’arco di sei anni e che saranno integralmente disponibili nell’e book di prossima pubblicazione.

Attraverso i diversi interventi è possibile offrire ai lettori una ricostruzione pressoché completa della personalità umana e professionale di Bernabei anche nel periodo in cui occupò la posizione strategica di direttore generale della Rai, grazie alla quale “si incaricò della missione di accompagnare il racconto della modernizzazione del Paese negli anni del boom”, come ricorda Giuseppe Fedi. Il figlio Marco racconta i retroscena familiari di un ruolo di primo piano che aveva un inevitabile impatto nella vita della moglie Elisa e degli otto figli e il rapporto di simpatia e amicizia che lo legavano ai suoi più stretti collaboratori.

Come Sergio Lepri, “anima laica” del giornale, del quale divenne caporedattore. La svolta impressa dal trentenne nuovo direttore, scrive, portò il Mattino “ad affermarsi non solo per la sua posizione politico-culturale, ma per la ricchezza dei suoi collaboratori, per l’invenzione di rubriche di informazioni pratiche e per alcune soluzioni grafiche”.

L’evoluzione di un quotidiano, le sue scelte, i collaboratori che rappresentavano il meglio che in quel momento la cultura nazionale poteva produrre, sono uno degli aspetti di maggiore interesse anche dal punto di vista della storia del giornalismo italiano.

Sul piano della politica editoriale protagonista di quell’epoca fu Giorgio La Pira diventato sindaco di Firenze il 16 luglio 1951, poco più di due mesi dopo l’inizio dell’attività di Bernabei allora trentenne. Gli interventi e, soprattutto, gli editoriali qui pubblicati consentono di ricostruire direttamente parole e azioni di quello che fu un grande progetto politico volto alla costruzione di una democrazia avanzata sul piano dei valori di solidarietà e di giustizia sociale. 

L’obiettivo del progetto è  andare all’origine del successo del giornale diretto da Bernabei, successo che si deve all’eccezionalità dei protagonisti della scena politica e culturale del tempo che trova il suo epicentro in Firenze, ma che si proietta grazie alla qualità dei personaggi formatisi in Toscana anche nella politica nazionale.  Al punto che quanto accade in questa città diventa immediatamente paradigmatico per la comunità nazionale, dal momento che il conflitto ideologico fra Est e Ovest ha di fatto paralizzato le spinte di rinnovamento.

A Firenze, invece, in tutte le sue componenti politiche, ideologiche, culturali e religiose, si svolse una dinamica nelle idee e nel confronto politico che andava al di là degli schemi imposti dal quadro internazionale.

Aria fresca che continuamente irrompe fra le contraddizioni, i dogmi, le difese ad oltranza degli interessi, e che vede gli stessi giornali nati dalla Resistenza, e da quell’eccezionale laboratorio di democrazia che fu La Nazione del Popolo, interloquire fra di loro, dialogare nonostante i fronti opposti.

Il Giornale del Mattino fu, in definitiva, uno di quegli organi di stampa che riuscivano ad anticipare l’agenda del dibattito pubblico in anni nei quali si costruiva la Repubblica e si ammodernava la città aprendola anche ai ceti più disagiati.

Lasciando agli storici il compito di ricostruire il ruolo che il giornale ebbe in quella fase storica, le sue battaglie, il suo schierarsi per una via sociale fra il comunismo totalitario e il liberismo meccanicistico sulla base dell’insegnamento lapiriano, l’obiettivo della ricerca è riscostruire il modello di un gruppo creativo coeso e capace che realizzò un prodotto giornalistico per quei tempi originale e innovativo.

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