Estate in arrivo: preparare le valigie e rinnovare i passaporti, please! Dopo “l’inverno del nostro scontento” (Shakespeare, poi Steinbeck) e una primavera-purgatorio di piccole o medie prove generali, specie in occasioni di “ponti” per festività nazionali come Pasqua, 25 aprile e 1 maggio (molto gettonate le “toccata e fuga”, ovviamente per chi, lavorativamente parlando, se le è potute concedere), stanno per arrivare i mesi più caldi e “disimpegnati” dell’anno (notiziona!), quelli in cui si va al mare per la tintarella o in montagna per il trekking o in cittadine belle da visitare, meglio ancora se borghi caratteristici e pieni di storia o capitali ricche di attrazioni artistiche, buon cibo e servizi.
Viaggi fai-da-te o trasferte organizzate, con la famiglia o in solitaria, con gruppi di amici o con animali al seguito, tutte le tipologie umane sono pronte alla grande mobilitazione di terra, di mare, di cielo. Dagli “Appennini alle Ande” (Edmondo De Amicis), “dal Manzanarre al Reno” (Manzoni), “tra il Tigri e l’Eufrate” (dov’è nata la civiltà) e pure oltre, Americhe e Asia incluse (comprese tappe a Lourdes per i credenti più acciaccati), ci si prepara all’esodo globale, e guai a chi non ha prenotato per tempo: le stanze rimaste sono poche e, quelle che ancora sono disponibili, va da sé, vengono proposte a cifre sostenute – sarebbe utile, a questo punto, visto che si discute tanto di inflazione, rincari eccetera, confrontare i prezzi di quest’anno con quelli dell’anno scorso e ancora di più con quelli pre-Covid-19, ma siccome il mercato va comunque a gonfie vele, ed è incrollabile la legge della domanda e dell’offerta, a posto così, come non detto, e pazienza per chi ha un reddito non esagerato, vorrà dire che farà uno o due giorni in meno.
Ebbene sì, i popoli della Terra si spostano eccome, e notoriamente il periodo che va da giugno a settembre è quello più gettonato, soprattutto per il fatto che un buon numero di aziende e di uffici (proprio nel quadrimestre estivo) sono soliti concedersi una o più pause, certamente per abitudine vetero-industriale ma anche perché, dal solstizio al solleone, se il clima fa il suo dovere e il meteo non fa scherzi è più facile praticare l’ozio e godere di certe occasioni che la natura puntualmente e gratuitamente offre ogni anno.
Un esercito di “migranti” sta scaldando i motori di auto o moto o camper, così come flotte di traghetti e fior di navi lucidano per bene prue e poppe (non quelle che pensate voi, eddai!) in attesa di salpare e stormi d’aerei, con un occhio ai rincari del carburante, si preparano a fare il pieno per i voli più lunghi. Migranti, sì, ma in questo caso non per fuggire dalla povertà o dai regimi, bensì per farsi una sana e meritata vacanza, più o meno lunga, più o meno culturale oppure di puro svago (relax, detox, rehab).
Il turismo di massa, da noi, quest’anno (anche quello più “selezionato”, massì), tira che è una meraviglia (fuck off Covid!) e migliaia di stranieri, giustamente, giocando d’anticipo e a caccia di prezzi più contenuti, si preparano a sbarcare o ad atterrare in Italia anche nelle (fin dalle) prime settimane di giugno. Insomma, il caro e vecchio Stivale si prepara a essere nuovamente una delle mete preferite dei turisti (per caso o per scelta) di tutto il mondo.
Si parla, appunto, di “rilancio del settore” (mica bruscolini, e ben venga), come annuncia un comunicato stampa delle ore scorse rilanciato da diversi siti online. Già, perché i segnali relativi al prossimo mese (giugno) fanno pensare a un possibile numero di visitatori da record. “Soprattutto stranieri: sono infatti il 65% di coloro che attualmente stanno cercando un posto in albergo o in altre strutture, in particolare americani, inglesi e tedeschi, i quali punteranno sui weekend lunghi. Dove andranno? Non ci sono solo le città d’arte… e infatti la domanda turistica per il mese di giugno è variegata e presenta delle particolarità interessanti. Secondo i dati sulle ricerche nelle strutture ricettive, gli arrivi inizieranno quindi ad aumentare ancora – gradualmente – in questo mese di maggio e poi con l’arrivo di giugno. Alcune destinazioni come le città d’arte sono già in piena attività, le località balneari invece si preparano ad accelerare il ritmo”. Beh, fin qui è la scoperta dell’acqua calda…
Più interessante, invece, il seguito dei dati resi noti, con qualche incursione nell’antropologia sociale. “Di tutti gli utenti che nel mese di marzo hanno cercato un pernottamento per l’Italia (circa 2,1 milioni), il 65% proviene dall’estero: è un valore molto alto, ma non sorprende, dato che gli italiani si stanno concentrando sulla pianificazione delle vacanze al mare di luglio e agosto. Gli stranieri, invece, sono meno propensi a visitare lo Stivale con le alte temperature estive, soprattutto considerando che stiamo parlando principalmente di americani, inglesi e tedeschi. Gli Stati Uniti, infatti, sono al primo posto tra le nazionalità dei turisti più desiderosi di visitare l’Italia a giugno e rappresentano ben il 16% del totale della domanda. A ruota, poi, il Regno Unito (14,4%) e le vicine Germania (7,5%), Francia (6,8%) e Svizzera (3,1%). A seguire, quindi, alcuni “mercati” da non sottovalutare nonostante una quota di domanda relativamente bassa, e cioè: Giappone (2,9%), India (1,5%), Brasile (1,4%) e Singapore (1,3%)”.
La formula più richiesta è sicuramente quella del weekend lungo: è un dato che cambia anche sensibilmente tra una nazionalità e l’altra, ma mediamente i viaggi che si faranno in Italia a giugno avranno una lunghezza di 3,9 notti. “Seguono questa tendenza americani (3,8 notti), inglesi (3,6 notti), francesi (3,7 notti), indiani (3,8 notti) e brasiliani (3,8 notti); mentre italiani, tedeschi e svizzeri stanno cercando pernottamenti più lunghi, rispettivamente da 5,4, 5,0 e 5,3 notti. Al contrario, la permanenza media di giapponesi e singaporiani è molto più corta; cioè di 1,6 e 1,2 notti”. Ciò potrebbe sembrare incoerente, considerando che si tratta di mercati di lungo raggio, ma in realtà è legato alla preferenza di questi turisti per i viaggi multi-destinazione, che prevedono più tappe e quindi lo spostamento da una struttura all’altra durante il loro soggiorno in Italia.
Per i viaggi nel mese di giugno la meta più gettonata è sicuramente il Lago di Garda, uno dei posti preferiti soprattutto dalla clientela estera. Gli stranieri, infatti, per questa località, rappresentano l’89,5% della domanda totale, anche se non ci sono gli americani ai primi posti (che, invece, preferiscono il Lago di Como): sul podio, stavolta, troviamo gli inglesi, i tedeschi e gli italiani.
Al secondo posto, troviamo una “evergreen”, la meta preferita dagli italiani: la Riviera Romagnola. Il mercato domestico copre addirittura il 47,3% della domanda totale, segno della forte connotazione nazionale della destinazione. Gli italiani, poi, si distinguono anche per la permanenza media: mentre gli stranieri stanno cercando pernottamenti in riviera mediamente da 4-4,3 notti, gli italiani vanno per il soggiorno lungo, con una media di 6,1 notti.
A seguire, poi, le città d’arte Roma e Firenze, anche loro prese d’assalto dai turisti stranieri: per Roma la quota di domanda estera è dell’89%, mentre per Firenze è del 91%. Venezia e Milano sono, rispettivamente, al sesto e al nono posto; anche loro con una quota di domanda estera molto alta: 93% per Venezia e 90% per Milano. Per tutte e quattro, la permanenza media si aggira dai 2,7 alle 3,2 notti.
Non solo giugno, e meno male. Secondo le previsioni dell’istituto Demoskopika, nell’anno in corso “saranno 442 milioni di presenze totali, di cui 61 milioni dall’estero; rispetto allo scorso anno, saldi positivi ovunque”. Tradotto: il 2023 sarà un anno da record per il turismo italiano. “Una crescita del 12,2% rispetto al 2022, ma soprattutto il valore più alto di sempre.
Quanto agli arrivi, se ne potrebbero registrare quasi 127 milioni – terzo dato più elevato: il top fu nel 2019 con 131 milioni, seguito dal 2018 con 128 – con un rialzo dell’11,2% sullo scorso anno.
Con tanto di benefico effetto traino sulla “spesa turistica” che, in valore assoluto, potrebbe sfiorare la soglia degli 89 miliardi di euro con unacrescita stimata del 22,8% rispetto al 2022”.
Segnali di forte ripresa, quindi – continua il giornale snocciolando altri dati di Demoskopika – anche sul versante dell’incoming: a scegliere l’Italia per le vacanze sarebbero quasi 61 milioni di stranieri, pari a poco meno della metà del numero complessivo degli arrivi previsti. Tutte le destinazioni regionali, poi, nel 2023, dovrebbero registrare un andamento positivo dei flussi turistici.
In particolare, al di sopra della media italiana, nel modello previsionale dell’istituto di ricerca, si collocherebbero, in ordine decrescente rispetto alla variazione percentuale dei pernottamenti, ben nove sistemi turistici territoriali: Trentino Alto Adige con 52,6 milioni di presenze (+15,4%) e con 12,1 milioni di arrivi (+11,8%), Veneto con 73,3 milioni di presenze (+14,8%) e con 19,1 milioni di arrivi (+11,0%), Marche con 13 milioni di presenze (+13,4%) e con 2,7 milioni di arrivi (+13,8%), Molise con 584 mila presenze (+13,4%) e con 182 mila arrivi (+14,3%), Toscana con 49,8 milioni di presenze (+13,4%) e con 14 milioni di arrivi (+13,5%). E, ancora, Lazio con 33,8 milioni di presenze (+12,8%) e con 11,5 milioni di arrivi (+12,8%), Sicilia con 15,9 milioni di presenze (+12,7%) e con 4,9 milioni di arrivi (+8,9%), Campania con 20,8 milioni di presenze (+12,3%) e con 5,7 milioni di arrivi (+13,1%) ed Emilia-Romagna con 42,8 milioni di presenze (+12,2%) e con 11,4 milioni di arrivi (+7,4%).
A seguire, con una crescita significativa dei flussi turistici, le rimanenti destinazioni regionali: Sardegna con 14,2 milioni di presenze (+11,9%) e con 3 milioni di arrivi (+10,2%), Friuli-Venezia Giulia con 9,6 milioni di presenze (+11,1%) e con 2,6 milioni di arrivi (+13,7%), Lombardia con 38,8 milioni di presenze (+10,6%) e con 15,9 milioni di arrivi (+12,1%), Puglia con 16,3 milioni di presenze (+10,0%) e con 4,1 milioni di arrivi (+10,6%), Lazio con 33,8 milioni di presenze (+12,8%) e con 11,5 milioni di arrivi (+12,8%), Valle d’Aosta con 3,6 milioni di presenze (+10,0%) e con 1,2 milioni di arrivi (+5,4%), Umbria con 6,4 milioni di presenze (+10,0%) e con 2,6 milioni di arrivi (+13,5%), Calabria con 9,2 milioni di presenze (+8,7%) e con 1,7 milioni di arrivi (+7,5%), Abruzzo con 7,2 milioni di presenze (+7,5%) e con 1,8 milioni di arrivi (+14,0%), Liguria con 16,5 milioni di presenze (+6,3%) e con 5,3 milioni di arrivi (+8,0%), Basilicata con 2,4 milioni di presenze (+4,6%) e con 765 mila arrivi (+14,7%) e, infine, Piemonte con 15,6 milioni di presenze (+4,2%) e con 6,1 milioni di arrivi (+10,0%).
Ovviamente, a fare la sua parte, è il turismo balneare, quello di “pinne, fucili ed occhiali” (Vianello: Edoardo, non Raimondo, cioè lo stesso di “Abbronzatissima”). Protagoniste dell’estate 2023, quindi, saranno le spiagge italiane.
Delle presenze totali evidenziate da Demoskopika – leggiamo invece sul Corriere della Sera – il 17% (che equivale a 75 milioni di unità) sceglierà una delle 26 città del mare che fanno parte del network G20s Spiagge italiane, l’associazione delle maggiori spiagge italiane. Da sole, le città del mare, conteranno nel 2023 oltre un milione di pernottamenti. Si definisce “città del mare”, o “città balneare”, un comune con meno di 15 mila abitanti, che in specifici momenti dell’anno registra picchi elevati di presenze turistiche (più di 1 milione all’anno secondo i parametri del G20s).
Un aspetto centrale nel contesto di status giuridico di città balneare è proprio la differenza tra il numero di residenti stabili e quello delle presenze turistiche. Altri elementi caratterizzanti sono i chilometri lineari di costa e il forte pendolarismo concentrato in determinate stagioni. Da sole, attraggono a livello complessivo fino a 70 milioni di presenze turistiche all’anno. Numeri che rendono ancora più indispensabile l’attuazione del cosiddetto “status” di Città turistica del mare.
“Siamo arrivati ad un punto decisivo della proposta di status che stiamo seguendo da alcuni anni”, commenta Roberta Nesto, sindaco di Cavallino Treporti e Coordinatrice nazionale del G20 Spiagge italiane, “e le interlocuzioni con il ministro Daniela Santanchèe il suo staff, al ministero, stanno producendo una accelerazione alla proposta di legge. Una intensa discussione ci sta portando a strutturare soluzioni veramente utili per tutti i nostri comuni, con particolare attenzione ai cittadini residenti e alla sostenibilità dell’offerta turistica”.