Un imam marocchino di 51 anni, Mohammed Madad, residente fino a sei mesi fa nel reggiano a Carpineti (faceva l’Imam a Gatta di Felina nel comune di Castelnovo Monti), dove tuttora abita la sua famiglia, e di recente nel Vicentino, è stato espulso dal ministero dell’Interno per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato.
Padre di 4 figli, Mohammed, secondo quanto riporta il sito Redacon che lo ha intervistato nel gennaio del 2015, è arrivato in Italia nel ’90, ha vissuto a Reggio, poi, dal ’97, a Marola e ora a Carpineti. Prima è stato imam a Reggio e nella ‘moschea’ di Gatta, che, dal 2011, si è trasferita a Felina e che è frequentata da circa 150 fedeli.
Era seguito da tempo dalla Digos di Reggio il suo atteggiamento radicale, tanto che una delle due figlie l’ha chiamata Jihad. Il suo provvedimento è scattato per i suoi sermoni a Noventa Vicentina che avevano assunto un profilo sempre più antioccidentale. Il sospetto è che potesse anche agevolare il terrorismo internazionale.
Madad è stato prelevato ieri da casa, ed è stato imbarcato alle 22.40 su un volo in partenza da Fiumicino e diretto in Marocco. Gli è stato inflitto il divieto di rientrare in Italia per i prossimi 15 anni. L’accusa per l’imam di matrice salafita è di essere un sostenitore dell’Islam radicale. L’uomo era da qualche mese alla guida del Centro di preghiera e cultura islamica a Noventa Vicentina, dove era arrivato alla fine dell’anno scorso da Carpineti, sull’Appennino Reggiano.
Una volta trasferito nel Vicentino, gli accertamenti della polizia – cui era stato segnalato dai colleghi reggiani – hanno constatato la progressiva radicalizzazione dell’imam, i cui sermoni sono diventati sempre più antioccidentali e violenti, miranti anche all’indottrinamento dei minori della comunità. Madad prima di diventare imam aveva lavorato in una azienda alimentare e poi aveva tentato senza successo di aprire una macelleria islamica. In cambio di denaro avrebbe fatto anche dei presupposti ‘rituali magici’.