Firenze – Si sono trovate nell’anticamera del primo cittadino di Firenze stamattina, verso le 11, fedeli a quanto detto ieri e fiduciose nelle pressioni che Dario Nardella, anche nella sua qualità di Presidente, potrà fare sulla fondazione del Maggio. Sì, perché Alida e Marzia stanno continuando nella loro lotta di diritti che non sono stati presi in considerazione per nessuna delle due, tanto da sospingerle in un limbo senza fine dove di certezze ce n’è una sola: che sono senza lavoro, stipendio, scivoli, contributi, senza niente.
In compenso, piene di mimose: infatti stamane in molti, come preannunciato ieri al termine del consiglio comunale, sono passati per l’omaggio floreale tipico della festa della donna. E anche perché la battaglia delle due “fantasme” sembra davvero assumere, in questa giornata, il sapore emblematico delle tante battaglie femminili della storia.
Di fatto, la situazione in cui si trovano coinvolte Alida e Marzia ha un inizio preciso, che è la comunicazione con cui la Fondazione del Maggio mise a conoscenza il Mibact del “recesso unilaterale” che riguardava sette lavoratori dichiarati in eccedenza. Sette, fra cui, prime due della lista, Alida Cavallucci e Marzia Lippi. Appunto. La modalità con cui si era proceduto a questa sorta di prepensionamento forzato, era quella contenuta nella famosa Legge Franceschini, che concedeva delle agevolazioni alle Fondazioni in crisi, come ha spiegato la parte legale di una delle due ex-lavoratrici presente stamane. Ma … ma, per perfezionare l’atto, occorreva la firma dei lavoratori. E nessuna delle due lavoratrici è stata fatta firmare.
Non solo. Un’altra irregolarità che è stata riscontrata in sede legale, riguarda l’estratto contributivo del 2014. Ed è proprio da qui che deriva ciò che potremmo definire se vogliamo, un classico “equivoco”, o forse un’inesattezza. Equivoco o inesattezza o sbaglio puro e semplice, sta di fatto che da parte della Fondazione la mancata “chiamata” delle due donne alla firma, si sostiene sia dovuta al carattere non necessario della stessa. Perché, che differenza c’era fra loro e gli altri 5 lavoratori della lista? Questa: che, secondo la Fondazione, le due lavoratrici avrebbero raggiunto la soglia sufficiente per essere mandate in pensione con i contributi del Maggio.
Ed è qui che entra in gioco l’estratto contributivo. Infatti, spiega il legale, nell’estratto contributivo appaiono i contributi di tutti i lavori svolti prima. Non solo dunque dell’attività svolta presso la Fondazione. Un aspetto, questo, che ha anche un profilo inquietante: infatti, per redigere lo “storico” di tutte le attività svolte da un lavoratore anche prima di quella oggetto di valutazione, serve una delega del lavoratore stesso. Delega che non è mai stata rilasciata a nessuno da nessuna delle due lavoratrici.
Intanto, stamattina, mentre Marzia e Alida erano in anticamera da Nardella, prima una gentilissima funzionaria ha raccolto le loro cartelle tecniche, poi lo stesso assessore Federico Gianassi è uscito per assicurarsi che le due documentazioni fossero già state raccolte. Al volo, Gianassi ha anche rilasciato un brevissimo commento a Stamp, ribadendo la ferma intenzione dell’amministrazione di trovare una soluzione alla situazione paradossale in cui le due ex-lavoratrici sono piombate. A metà mattinata è giunto anche Tommaso Grassi, il capogruppo in consiglio comunale di Frs, con una busta piena di … mimose.