Firenze – Modificare la Proposta di legge della giunta regionale Toscana in materia di edilizia residenziale pubblica (E.R.P.): è un coro unanime e trasversale di richieste di modifica ciò che giunge dalle consultazioni di oggi in Commissione sanità. Associazioni degli enti locali (Anci, Upi, Uncem, Cispel), rappresentanti Lode toscana, gestori Erp, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e degli inquilini, ognuno con le proprie sfumature, hanno fatto emergere dai banchi del Consiglio regionale la richiesta di intervento sul Testo Unico affinché vengano apportate modifiche che consentano l’assegnazione degli alloggi pubblici in maniera differente. Anche il tema delle risorse, da aumentare e programmare nel lungo periodo, a guidare gli interventi e le prese di posizione. Per Maurizio Brotini, segretario regionale di Cgil Toscana, “il problema è aumentare le risorse che non ci sono. Chiediamo alla Toscana di fare una battaglia insieme al Governo a questo scopo. In particolare alla Regione Toscana chiediamo di destinare un importo fisso del bilancio per l’Erp. Potrebbe essere l’1%. Un importo da finanziare mediante la tassazione sulle rendite immobiliari e le auto di lusso. Misure che favoriscano il lavoro e penalizzino la rendita. Per consentire un maggior e più facile accesso all’alloggio proponiamo non di innalzare gli anni di residenzialità in Toscana ma di dare a chi è già nelle graduatorie un punteggio aggiuntivo in base al numero di anni da cui è in attesa”.
Per Rodolfo Zanieri, Uniat e Uil, il nodo da affrontare sono i “tempi biblici per sistemare alloggi lasciati vuoti. Due anni per la riconsegna a un altro soggetto di una casa lasciata libera dal precedente inquilino sono un tempo biblico”. A questo si aggiunge il tema di quanti “restano vedovi con una pensione bassa, di 7/800 euro e, pur essendo nelle condizioni di cercare un alloggio pubblico, purtroppo, con il sistema dei punteggi non ci riusciranno mai. Chiediamo un meccanismo per aiutarli. Così come per gli stranieri, dal momento che viene richiesto il certificato di non possesso di un immobile nel proprio paese. E’ impossibile non considerare che per alcuni di loro è difficilissimo, viste le condizioni del Paese di origine, o costosissimo”. Sul fronte delle risorse, sempre Zanieri: “Sia lo Stato che le Regioni dovrebbero dare stanziamenti costanti ed elaborare una programmazione di medio – lungo periodo”. A mettere come centrale il tema delle risorse “che devono essere certe e ricorrenti” è Francesca Ricci, Cisl toscana, che mette l’accento anche sulla necessità di sostenere “la fascia di lavoratori che non riescono ad accedere al mercato privato, soprattutto i giovani e nuclei di nuova formazione”.
La posizione di Anci Toscana, rappresentata in Commissione sanità e politiche sociali da Sara Funaro, assessore di Firenze e membro del Tavolo di Anci Toscana dei comuni coordinatori Lode (Livello Ottimale D’Esercizio d’Ambito Erp), è stata quella di chiedere il rinvio della parte della legge che riguarda la governance e di un approfondimento su quella che riguarda la disciplina regionale degli alloggi. Anche per Funaro il vero nodo sono gli investimenti, ribadendo che” i comuni rappresentano il primo livello in cui si crea coesione sociale: agire nell’ambito Erp senza risorse, senza investimenti, senza possibilità di dare risposte al bisogno dei cittadini, può creare il rischio di un forte disagio”.
A parlare di “premialità per la toscanità”, dando a chi è già nelle graduatorie un punteggio aggiuntivo in base agli anni di residenza in Toscana e alla lunghezza del periodo da cui si è in attesa di un alloggio pubblico, è stato il presidente della commissione Sanità e Politiche sociali in Regione Stefano Scaramelli (Pd) che ha spiegato: “Il tema non è creare discrimine fra italiani e stranieri, ma dare legittimazione, forza e nuove risposte a quei toscani che soffrono e che la crisi ha impoverito, che sognano una casa pubblica quale processo di emancipazione sociale in particolare per le classi meno abbienti e lavoratori umili precari e più poveri di altri. E’ chiaro a tutti – ha concluso Scaramelli – che sul tema casa è necessario investire sempre maggiori risorse, sia a livello nazionale che regionale, con stanziamenti certi e duraturi nel tempo che possano favorire un programma pluriennale di investimento e ristrutturazione degli immobili”.