Firenze – L’incontro, organizzato da Cgil e Sunia Toscana, si sta tenendo alla Casa del Popolo di San Bartolo a Cintoia, ed è unico nel suo genere. Nasce da una delle esperienze più interessanti e importanti dell’abitare popolare a Firenze, ovvero dalle autogestioni degli assegnatari che negli anni si sono affermate non solo come veri e propri attori amministrativi per quanto riguarda le risposte alle necessità condominiali, ma anche come laboratori di democrazia e inclusione dal basso. Del resto, il titolo dell’incontro è molto esplicativo, “Il bello delle Case Popolari – Per il rispetto delle regole, dei diritti, della convivenza civile”.
Il corso (chiamato P.E.C. – Progetto Educare per Coabitare) è curato da Smile Toscana e rivolto agli inquilini ERP, ai responsabili dei comitati di autogestione e a figure professionali che operano nel settore della mediazione culturale e sociale. Un corso che potrà essere replicato anche in altri territori e contesti abitativi pubblici della Toscana.
Fra gli intervenuti, Rossano Rossi, segretario generale Cgil Toscana; Eugenio Giani, presidente Regione Toscana; Benedetta Albanese, Assessora alla Casa, Sicurezza urbana del Comune di Firenze; Luca Talluri, Presidente di Casa Spa; Sara Funaro, Assessora al Sociale e all’Educazione del Comune di Firenze; Gessica Beneforti, segreteria Cgil Toscana; Laura Grandi, segretaria generale Sunia Toscana; inquilini/e delle Case popolari del Comune di Firenze.
Obiettivo del corso, valorizzare la qualità della vita negli alloggi pubblici e soprattutto per le Autogestioni. In sintesi, le autogestioni rappresentano particolari e originali forme di organizzazione, responsabile degli spazi condominiali da parte dagli stessi inquilini che in quelle case abitano.
Il modulo del corso – Alla finalità principale, che consiste nell’affrontare le problematiche dei quartieri di edilizia pubblica e i rapporti, a volte conflittuali e di incomprensione, tra nuclei familiari, si unisce la volontà di dotare gli abitanti dell’Erp degli strumenti necessari per affrontare la quotidianità, in tutte le sue forme: la corretta gestione delle spese condominiali, la pacifica risoluzione delle liti, le conoscenze di primo soccorso, di corretta gestione dei rifiuti, dell’acqua e delle altre utenze, misure contro truffe e raggiri soprattutto ai danni di anziani, contrasto alla solitudine.
Il punto sull’edilizia pubblica – I nuclei che vivono negli alloggi Erp della Toscana sono 45.309 e hanno registrato un calo di 331 unità rispetto al 2021 (-0,7%) e di circa 2.200 rispetto al 2015 (-4,7%). il nesso forse non è automatico, ma come spiega la segretaria toscana del Sunia, Laura Grandi, le diminuzioni sembrano in linea con l’andamento degli alloggi sfitti, aumentati di circa 500 unità rispetto al 2021 e di circa 2.700 rispetto al 2015. A Firenze nel periodo 2015-2022 si riscontra una contrazione di -5,2%.
Nei 45.309 nuclei che risiedono in alloggi Erp sono presenti 107.744 componenti, per una media di 2,38 componenti per nucleo, in linea con il 2021 e in leggero calo rispetto al 2020 (2,5). secondo i dati del 2022 la percentuale degli assegnatari stranieri è pari al 13,3% dei nuclei assegnatari di alloggi Erp , dato che rispetta la quota di stranieri residenti in Toscana, 11%), con una variazione positiva del 35,6% rispetto al 2015 e del 3,5% rispetto al 2021.
I numeri dell’autogestione – Il fenomeno è particolarmente importante a Firenze e Provincia, come i numeri mettono in evidenza: su 13056 alloggi, 7006 sono in autogestione, come sottolinea Grandi.
“Non si può pensare all’autogestione come una semplice metodologia di gestione dei servizi, con invio delle bollette e fatture direttamente agli assegnatari, ma si deve analizzare il fenomeno da un punto di vista culturale e sociale. L’autogestione è un piccolo Parlamento, un piccolo esempio di democrazia”.
Come funzionano le autogestioni – Gli assegnatari riuniti in assemblea nominano, al
loro interno, un responsabile e un comitato, cui affidano ruoli operativi e decisionali ben precisi. Approvano bilanci preventivi e consuntivi, deliberano le spese condominiali che ritengono opportune, curano la gestione degli spazi e servizi comuni (sempre per quel che gli compete ovviamente).
“Autogestione è (o almeno vorrebbe essere) osservanza delle regole che questa comporta. – sottolinea Grandi – E’ vero che in ogni assemblea emergono sempre lamentele per i parcheggi assegnati e non rispettati, i cani che abbaiano o sporcano, i rumori nelle ore notturne ecc. ecc., ma è indubbio che il rispetto di certe basilari regole di comportamento è superiore nei blocchi autogestiti”.
“Le autogestioni devono essere considerate un vero e riuscito esempio di partecipazione – continua Grandi – in tempi, dove il senso civico e la coesione sociale sono a rischio, le Autogestioni degli alloggi pubblici, sono stati presidi di rispetto e cura del bene pubblico. Esiste un modello di autogestione che ha funzionato, da quello si
dovrà ripartire per affrontare le sfide che si sono presentate negli wlloggi ERP, con i nuovi problemi e le nuove assegnazioni”.
“