Firenze – La questione dei 23 posti auto che si sarebbero involati per gli altrettanti assegnatari degli alloggi popolari in via Federico da Montefeltro, viene portata in consiglio dal consigliere M5S Roberto De Blasi, all’attenzione dell’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti con la formula del question time. L’assessore Giorgetti spiega che, secondo quanto raccolto dagli uffici mobilità, tutto si sarebbe svolto in modo regolare. Infatti dagli uffici fanno sapere che l’intervento disciplina la circolazione e sosta su un’area che è privata a uso pubblico, citando anche una sentenza del Consiglio di Stato del 1 gennaio 2020 in cui si riconosce che le strade private ad uso pubblico, come la via in questione, devono essere obbligatoriamente disciplinate dalla pubblica amministrazione. D’altro canto, secondo le ricerche effettuate dall’assessore, non sembra che ci siano state multe per i residenti che hanno continuato a utilizzare gli stalli, a meno che non sia stato esposto il cartello della residenza, come d’uso. D’altro canto, ribattono i residenti, come potevano pensare che si dovesse esporre il cartello, dal momento che non erano stati avvertiti dell’improvviso cambio di disciplina delle soste? “Se dovesse essere stato multato un residente – dice Giorgetti – può fare ricorso, come si usa in questi casi”. Per quanto riguarda il punto dell’impedimento all’accesso, causa le nuove soste, ai disabili, l’assessore specifica che “gli stalli sono stati disegnati in continuità, ma l’accesso in testa ai marciapiedi è garantito”. Dunque, nessun problema per i disabili, secondo l’amministrazione. “Inoltre – prosegue Giorgetti – al momento non risultano richieste per parcheggi dedicati ai disabili. Qualora ci fossero, si farà un cambio di segnaletica”.
Inevaso resta un punto, colto immediatamente dal consigliere De Blasi nella risposta all’assessore, vale a dire se i posti auto in questione risultano di pertinenza all’assegnazione dell’alloggio. A quel punto infatti le cose si complicano, in quanto può l’ufficio mobilità disciplinare diversamente ciò che costituisce pertinenza dell’alloggio assegnato, dunque indisponibile, se non cambiando l’oggetto dell’assegnazione stessa?
“Il vulnus peggiore secondo il nostro parere – conclude la segretaria del Sunia Laura Grandi – è stato l’agire senza avvisare nessuno dei soggetti coinvolti. Perché non avvertirli, magari con una piccola assemblea o, alle brutte, con una comunicazione da parte dell’ufficio mobilità?”. Insomma, tutto fa supporre che la faccenda non sia ancora chiusa.