EPIC: natura e ruolo degli incentivi nella transizione ecologica

Il saggio di Eric Lonegran e Corinne Sawers

Supercharge me di Eric Lonegran e Corinne Sawers si inserisce in un filone di letteratura americana di divulgazione informata, cioè del tentativo di rendere l’analisi economica “alta”, intellegibile e comunicabile. E quindi il tentativo riuscito di rendere accessibile il frutto di un’elaborazione teorica, che risponde alla domanda di come coniugare l’esigenza di stimolare il cambiamento climatico tramite l’adozione di policy efficaci in un contesto in cui l’individualismo metodologico economico e la razionalità ottimizzante non funzionano.

La soluzione è di concentrarsi in pochi incentivi “positivi”, cioè che stimolano comportamenti virtuosi (migliorando lo status quo) piuttosto che “negativi”, cioè che penalizzano comportamenti non virtuosi, per favorire l’adozione di pratiche energetiche ambientalmente favorevoli. Nel far ciò, sostengono gli autori, è necessario tenere conto degli “effetti soglia”, è pertanto sono preferibili pochi incentivi ma rilevanti piuttosto che piccole modifiche incrementali. Sono gli EPIC, acronimo per gli “Extreme Positive Incentives for Change”, alla base delle proposte nel libro per stimolare un cambiamento comportamentale che sia principalmente culturale e per tale via raggiungere il “prima possibile” la neutralità climatica, come recita il sottotitolo.

Supercharge me (edizioni thedotcompany 2023)

L’approccio proviene da quel filone di letteratura americana che risponde al problema del bene pubblico non nel modo tradizionale, diremmo quasi “europeo”, cioè del ruolo del settore pubblico come risposta al dilemma del prigioniero, che giustifica l’adozione dell’intervento pubblico come generalizzato, universale e obbligatorio, ma al contrario un intervento volontario, “piccolo”, mirato ad un singolo obiettivo. In altre parole, si rinuncia all’efficienza dell’allocazione a favore dell’efficacia dell’applicazione. E’ la teoria che viene dalla scuola della Public Choice, a cui si aggiunge l’elaborazione teorica (in realtà relativamente più recente) “comportamentalista”, ovvero che tiene conto delle euristiche decisorie non necessariamente ottimizzanti nella definizione dei comportamenti individuali, e che si rifà ai contributi pioneristici di Knight, Kahneman e Twersky, ma anche al compianto e recentemente scomparso Daniel Ellsberg, giusto per citare alcuni riferimenti di base.

Il tema in sé non è nuovo, è alla base ad esempio di tutta la letteratura di “behavioral finance”; anzi potremmo leggere questo libro come una proposta di fondazione di una “behavioral energy transition economics”. Un tentativo benvenuto e meritorio, che lascia però aperte a mio avviso alcune perplessità.

In primo luogo, proprio tenendo conto delle critiche che gli autori presentano agli approcci da “libro di testo” di economia, bisogna tener conto che le norme sociali sono importanti. Gli autori ritengono che le norme sociali debbano essere modificate e adattate a favore della transizione ecologica, ma a mio avviso qui peccano dello stesso peccato di cui vogliono redimere la scienza economica, ovvero trascurano le specificità delle norme sociali e il fatto che gli stessi incentivi in contesti diversi possono avere impatti distinti, o addirittura antitetici, proprio per effetto delle norme sociali stesse.

Più in generale, il libro si basa un po’ troppo su di un approccio “americano” che in fondo parte dal presupposto (o addirittura pregiudizio culturale) che gli incentivi sono quello strumento “di mercato” per raggiungere l’equilibrio laddove il mercato da solo non ce la fa. In un certo senso il “minimo male necessario”, il minor distacco possibile dal mercato. Se dovessimo calare tale idea ed applicare i concetti presentati nel libro alla realtà Italiana, sorgerebbe allora immediatamente la domanda: quali sono(o sono stati)  nella nostra esperienza questi EPIC? Ad esempio, una policy come il superbonus 110% come sarebbe stata vista nell’ottica “americana” cui si faceva riferimento innanzi?

Sembra essere stato uno strumento avente le caratteristiche teoriche dell’EPIC, per come è definito dagli dagli autori, ovvero un incentivo positivo, molto alto, che supera l’effetto soglia, poi ridotto in modo drastico una volta che ha prodotto lo sperato cambiamento. Ma è proprio così? Probabilmente nell’esperienza italiana per favorire la transizione ecologica è più un EPIC failure, che uno strumento in grado di determinare un cambiamento comportamentale radicale.

Senza contare che (e qui riconosco che chi vi scrive sconta il proprio pregiudizio culturale derivante dalla formazione professionale da economista) gli autori partono dall’ipotesi iniziale di abbandono del paradigma dell’efficienza a favore di quello dell’efficacia per misurare gli esiti delle politiche, trascurando però il costo in termini di efficienza che tale abbandono implica. Perché se teniamo conto che, ancorché distinte, efficienza e efficacia sono collegate, allora dobbiamo chiederci se un’estrema inefficienza (cioè in parole povere sprecare molte risorse) non pregiudichi anche l’efficacia delle poche risorse rimaste. Anche in questo caso, l’esempio del Superbonus 110% è calzante e molto probabilmente non troppo edificante (e trattandosi quello di strumento pensato per l’edilizia, il verbo non è scelto a caso…).

Ritengo però che si possa ben apprezzare il libro, resistendo alla tentazione di rapportare le idee e le proposte degli autori al contesto italiano e porle continuamente di fronte allo screening di efficacia nel nostro contesto socio-culturale. In effetti, si può non essere d’accordo con vari aspetti discussi nel libro, anche perché non sono trattati in profondità (né volevano esserlo ad onor del vero): ad esempio, sull’elettrificazione spinta come driver fondamentale per abbattere le emissioni, oppure il fatto che lo storage non sia poi troppo importante, o la descrizione che si fa del ruolo e evoluzione del sistema dei trasporti, ed in questa è probabilmente un bel po’ superficiale l’idea che basti seguire l’esempio della Norvegia (i cui incentivi all’adozione delle auto elettriche sono descritti come un esempio virtuoso di EPIC) per risolvere il problema del trasporto nel mondo.

Per non parlare del problema dei problemi, ovvero come finanziare il cambiamento tramite gli EPIC. L’idea di indebitarsi per farlo sfruttando i bassi tassi di interesse è al contempo teoricamente giusta e estremamente ingenua, diremmo quasi da “libro di testo” dei primi anni di economia: sono le generazioni future che beneficeranno dei vantaggi – o dei minori danni della transizione ecologica – e pertanto è giusto che paghino loro. Il concetto è chiaro, ma come dice un famoso adagio, per ogni problema complesso c’è una soluzione semplice che generalmente è sbagliata. In questo caso, è evidente l’alto grado di complessità del tema dell’indebitamento intergenerazionale, se non altro, per ovvi problemi distributivi, di sostenibilità del debito, di impatto sull’economia reale, di accettabilità sociale, e così via, tutti aspetti che noi Italiani conosciamo bene (ahimè) e che non sono trattati, se non vagamente accennati.

Faremmo però un errore se utilizzassimo questo libro come un manuale di economia, anche solo di economia della transizione ecologica. L’obiettivo del volume è altro, ed a mio avviso è pienamente centrato: il libro dà da pensare, fa riflettere e offre stimoli al dibattito.

Raggiunge pertanto il suo scopo: stimolare la consapevolezza e l’importanza di riflessioni ricche e interdisciplinari nell’approcciarsi al tema di come essere efficaci per raggiungere la neutralità climatica. Offre spunti per la riflessione, sui quali è opportuno chiedersi, qualora non si sia d’accordo, per quale ragione e cos’atro invece si potrebbe o dovrebbe fare. Così facendo, semina stimoli intellettuali e lascia più ricchi e curiosi di apprendere al termine della lettura. Ma non è questo in fondo lo scopo di ogni buon libro? Gli autori, e Alberto Biancardi che ne ha curato la traduzione, lo ottengono pienamente. Ed è di per sé un risultato notevole.

Supercharge me. Come raggiungere più rapidamente la neutralità climatica (Edizioni thedotcompany, 2023); prima edizione italiana con traduzione a cura di Alberto Biancardi è acquistabile a questo link: Acquista Supercharge Me

Fulvio Fontini Docente di Economia Politica, Università di Padova e Coordinatore, Sottocommissione PNIEC, Commissione Tecnica PNRR-PNIE, Ministero dellAmbiente e della Sicurezza Energetica.

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