Firenze – “ Mi sono innamorato del Bodoni – dice Enrico Benetta – mi sono ritrovato in questa cifra di elementi come la grazia, l’eleganza, la bellezza, temi che si sposano bene in una città come Firenze.” Si è appena inaugurata nella Galleria Tornabuoni Contemporary art in Via Maggio, una personale dell’artista trevigiano Enrico Benetta a cura di Chiara Casarin.
Trentacinque pezzi, tra pitture e sculture che tracciano il percorso artistico degli ultimi anni di questo artista contemporaneo che ha all’attivo importanti collaborazioni ed esposizioni sia in Italia che all’estero. Il Bodoni e l’alfabeto con le sue infinite combinazioni e possibilità sono stati per lui fonte di ispirazione che ha trovato espressione sulla tela dove le lettere in acciaio si legano tra loro in racconti poetici, altre volte sono vere e proprie sculture, una cascata di lettere che scende, colori caldi e la preziosità dell’oro e dell’argento che sembrano uscire da pagine miniate.
Parole che escono dalla tela con forza e grazia per cedere il passo alle ultimissime opere, monocromi che lasciano intravedere appena la sagoma di alcune lettere accuratamente nascoste da una trama. “In questo particolare momento storico – ha continuato l’artista – credo che le parole vadano protette, fermate, e in qualche modo preservate”. La mostra che prende il via da una serie di opere che fanno parte della collezione di Roberto Casamonti che, da grande gallerista quale è, porta avanti anche un lavoro di scoperta di giovani talenti e da alcuni anni si è interessato al lavoro di Benetta, permette di avere una visione ampia della sua produzione, fino alle opere più recenti. “ Arriviamo infatti fino ai bianchi, neri e grigi – dice Chiara Casarin – dove si opera una sottrazione del colore e che stanno ad indicare il percorso della sua prossima ricerca che diventa più concettuale e meno formale. In questa mostra è possibile vedere il prima, il dopo e l’anticipazione di quello che sarà il futuro nella produzione di Benetta”. E ancora scrive Chiara Casarin nel catalogo che accompagna la mostra “ Il simbolismo del colore e le velature soprastanti le lettere Bodoni inducono ora a una riflessione più profonda, a una meditazione sul senso della pausa, del vuoto, dell’abbassamento drastico di volume in ogni forma di comunicazione. L’indagine sull’eloquenza del silenzio è portata avanti dall’ artista trevigiano come un viaggio interiore, nei luoghi spirituali dove possano essere ritrovati quegli elementi importanti per l’uomo singolo e che, in fin dei conti, sono quelli che vanno a formare l’identità di ognuno.”
Lo scenografico allestimento della sala con il corpus delle opere si conclude nell’intimo spazio al piano inferiore dove le clessidre-sculture ci riportano alla dimensione del tempo infinito. Prossimi appuntamenti per Enrico Benetta alla Galleria Russo di Roma con una mostra dedicata a “Shakespeare”, poi all’Istituto Italiano di Cultura a Londra, una personale a Rivoli e infine all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. La mostra che rimarrà aperta la pubblico fino al 7 maggio è accompagnata da un prezioso catalogo con un testo critico di Chiara Casarin.
Info: www.tornabuoniarte.it