Energia, in 7500 per la catena umana contro il carbone

Roma – Persone da quasi 30 Paesi hanno formato una catena umana per protestare contro il progetto della più grande miniera di lignite a cielo aperto d’Europa. Sabato 23 agosto le città di Kerkwitz, in Germania, e Grabice, in Polonia, sono state così unite da 8 chilometri di persone mano nella mano. La catena non si è interrotta neanche al confine tra i due Stati, dove la gente manifestava nel fiume Neisse, con l’acqua alle ginocchia, pur di mantenere la continuità.

La catena umana è nata per iniziativa di comitati locali ed è stata sostenuta tra gli altri da Greenpeace, Friends of the Earth e Climate Alliance. Se i progetti delle aziende Vattenfall e PGE di realizzare sei nuove miniere nella regione della Lusazia andassero avanti, oltre 20 villaggi verrebbero distrutti e più di 6.000 persone perderebbero la casa. Le nuove miniere porterebbero alla produzione di ulteriori 2 miliardi di tonnellate di CO2, più del doppio di quanto oggi la Germania produce ogni anno.  Sebbene il 90% dell’energia prodotta in Polonia provenga da centrali a carbone, uno studio di Greenpeace mostra che si potrebbe coprire la metà del fabbisogno energetico con le rinnovabili entro il 2030, creando oltre 100 mila posti di lavoro.

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