Grosseto – Enel Green Power ribadisce in una nota che non c’è relazione tra lo stato di salute dei cittadini e l’attività geotermica. Fin dal primo rapporto dell’ARS Toscana, risalente al 2010 e poi aggiornato a maggio 2013, si esclude che l’attività geotermia incida negativamente sulla salute dei cittadini. La nota è stata emessa in relazione a notizie e dichiarazioni in campagna elettorale.
In ogni parte del mondo in cui è presente la geotermia – afferma la nota – non vi è correlazione tra il fenomeno geotermico e la salute dei cittadini: la geotermia industriale, anzi, oltre a essere sostitutiva di emissioni di gas naturali, è considerata assolutamente rinnovabile e il suo sviluppo è incentivato in tutti i Paesi del mondo, ove è presente la risorsa. Il concetto è ancor più vero in Toscana – prosegue il testo di Enel Green Power – al termine del processo di produzione svolge la reinizione dell’acqua nel serbatoio geotermico così da mantenere nel più assoluto equilibrio il ciclo geotermico.
Oltre a questo, Enel Green Power ha brevettato e dotato i propri impianti dell’AMIS (Abbattimento Mercurio e Idrogeno Solforato) che separa i gas incondensabili in uscita, raggiungendo così standard di qualità che la collocano ai primi posti nel mondo per la compatibilità ambientale.
In tal senso è chiarissimo il rapporto sullo stato della qualità dell’aria nelle aree geotermiche redatto e presentato da ARPAT anche nelle riunioni pubbliche tenutesi nel 2013 a Radicondoli, ad Arcidosso e a Santa Fiora: da esso si evince come il livello di qualità dell’aria nell’ area geotermica di Bagnore risulti decisamente superiore a molti centri della Toscana. Inoltre, per ridurre ulteriormente il livello di emissioni, proprio nell’Autorizzazione della Centrale Bagnore 4 sono previste prescrizioni che attraverso l’applicazione delle MTD (Migliori Tecnologie Disponibili) abbattono anche elementi ad oggi non normati, come l’ammoniaca. E’ importante sottolineare che i dati emissivi sono costantemente monitorati mediante controlli da parte di ARPAT e da sempre rientrano nei limiti previsti dalla normativa vigente.
Infine, anche per quanto concerne la questione delle falde acquifere, occorre dire che il tema è stato ampiamente approfondito nel corso di questi anni dagli Enti preposti anche attraverso numerosi studi e relazioni. I dati che vengono diffusi da alcuni soggetti del territorio sono stati confutati dagli studi recenti e dai dati reali misurati dai piezometri.
.