Forse è vero che il sindaco di Correggio Marzio Iotti rischia di pagare per tutti e di diventare il capro espiatorio del caso En.cor. Ed è proprio questo che il primo cittadino dirà venerdì al consiglio comunale che dovrà discutere la mozione di fiducia presentata dallo stesso Iotti. Resta il fatto che un sindaco non può sottrarsi alla responsabilità politica, anche in assenza di responsabilità diretta, quando un comune si trova indebitato per 11 milioni di euro. Iotti prova a resistere ma è solo contro tutti. Ad imprimere la svolta è stato il nuovo segretario provinciale del Pd Andrea Costa che è intervenuto nella vicenda in modo deciso: “Nessuno si tirerà fuori dal caso En.Cor, ma è venuto a meno il rapporto di fiducia tra il gruppo consiliare e l’esecutivo”. Da qui la richiesta di dimissioni da parte del direttivo del Pd di Correggio.
E’ vero però che non basteranno le dimissioni del sindaco a fare calare la nebbia (come chiede il comitato di cittadini che si chiama appunto “Via la nebbia”) su una vicenda che presenta molte ombre e che evidentemente non ha un solo colpevole. Una storia, quella della En.Cor – società comunale nata nel 2007 per la realizzazione di una rete di microcentrali per la produzione di energie rinnovabili – che è stata venduta a una finanziaria svizzera, la Amtrade, la quale non sta onorando le rate del mutuo stipulato con una delle tre banche creditrici, la San Felice sul Panaro. Il risultato è un debito di 11 milioni di euro e un mutuo di 28 milioni che rischia di mandare in dissesto il Comune. Da parte sua l’amministrazione sostiene di non aver mai sottoscritto fideiussioni ma lettere di patronage non più operative, ma il debito rischia comunque di ricadere sulle spalle dei cittadini, complice la normativa. Un pasticcio, insomma. E Marzio Iotti non è il solo responsabile.