Firenze – Provoca qualche sussulto all’interno della sinistra del Pd fiorentino l’annunciato “ritorno” (anche se, ricordiamo, l’uscita non è mai stata consumata) di Emiliano all’interno del partito in qualità di candidato contro Renzi. Il governatore pugliese diventa di colpo l’ultima “boa” di salvataggio per quella sinistra, in gran parte bersaniana, che aveva visto in buona parte con favore l’uscita dal partito per una ricomposizione esterna della gauche. Mentre da Roma giungono rumors secondo cui i due parlamentari toscani dell’area di minoranza, Tea Albini e Filippo Fossati, seguiranno Bersani e Rossi nell’uscita, a Firenze le cose sembrano complicarsi, tant’è vero che persino Mirko Dormentoni, attuale presidente del quartiere 4, sarebbe dato per “non uscente”, senza dubbio facilitato dal fatto che la presenza di Emiliano è vista come una sorta di “ultima chance” per tentare di spostare, in una battaglia che si preannuncia perlomeno molto difficile, l’asse del partito verso sinistra. Ed è proprio la posizione del presidente del Q4 a “tradire” la situazione interna all’area sinistra del Pd, dal momento che, per provenienza e scelte politiche, Dormentoni si è sempre collocato vicinissimo a Bersani, anche se qualcuno si fa garante del fatto che la decisione di non uscire dal partito sarebbe stata maturata dal presidente del Quartiere 4 anche prima della scelta di Emiliano. Se tuttavia saranno in molti, fra gli esponenti “istituzionali” della minoranza piddina, ad aggrapparsi al governatore pugliese non consumando dunque la fuoriuscita, tuttavia sembra proprio che all’assemblea blindatissima di SinistraDem che si è tenuta ieri sera all’Isolotto, la base “militante” abbia invece dato segno di insofferenza verso la linea emilian-attendista e sia decisa ad attraversare il Rubicone sotto le insegne bersaniane.
21 Febbraio 2017
Emiliano “boa” della sinistra lealista, in crisi l’unità dei bersaniani fiorentini
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