Firenze – “Nessuno ha sottovalutato il rischio, tant’è che fin dal 2 marzo la Regione, consapevole della maggiore fragilità di anziani e disabili che vivono nelle residenze sanitarie, aveva dato precise indicazioni su come comportarsi”.
Risponde così l’assessore alla salute della Toscana, Stefania Saccardi, al consigliere regionale Tommaso Fattori che parla di ritardi inaccettabili nella gestione dell’emergenza nelle Rsa.
“Delle residenze sanitarie – ricorda Saccardi – avevo già parlato durante il consiglio regionale pochi giorni fa. La relazione già rispondeva a molte delle domande di Fattori. Ma mi ripeterò”. Anzitutto i numeri: sono 322 le residenze sanitarie in tutta la Toscana ma di queste solo 42 sono gestite dalle Asl. “E nelle strutture gestite da privati – ricorda l’assessore – le aziende sanitarie intervengono solo quando si presentano problemi di salute, quando cioè il medico di medicina generale, contattato dalla struttura, ci comunica la presenza di un possibile caso positivo.”.
Questo non è mai mancato, fin dall’inizio. Ma la Regione è andata anche oltre. “Con l’ultima ordinanza infatti, quella del 7 aprile – aggiunge l’assessore – , si è deciso di venire in soccorso delle strutture private, laddove in difficoltà, con personale di supporto delle aziende sanitarie e di intervenire per garantire un’assistenza pari a quella delle cure intermedie anche nei casi di contagiati asintomatici o con lievi sintomi”.
“Non si può certo paragonare la situazione toscana con quella della Lombardia, come fa il consigliere regionale, oppure con quella del Veneto – conclude Saccardi – La Regione qui ha scelto infatti di separare subito i positivi dai negativi e di farsi direttamente carico dei pazienti Covid. Ci dica, diversamente, Fattori quale sarebbe il modello migliore cui avremmo dovuto ispirarci”.
Foto. Stefania Saccardi