Emergenza incendi, forestali fermi, nascono gli “agricoltori ranger”

Firenze – La polemica è già partita, sotto l’incalzare degli incendi che quest’anno non danno tregua a tutta la penisola, che si accendono ovunque, dalle zone di pregio archeologico, a ridosso di campeggi e spiagge, nelle foreste dell’interno. E la polemica vede al centro la questione delle guardie forestali, anzi, ex-guardie forestali, che essendo passati armi e bagagli, per disposizione governativa, nel corpo dei carabinieri, non possono più intervenire sulla questione incendi. Ma come, con tutta l’esperienza, i mezzi, l’archivio incendi, la conoscenza dei territori? 

A mettere nero su bianco la questione è l’Unione sindacale di Base che ha messo in rete la copia, in pdf, della disposizione di servizio del 7 luglio scorso emanata dal comando generale dei carabinieri,  con cui, a scanso di equivoci,  si chiarisce meglio cosa possono fare gli ex-forestali entrati nell’Arma dei carabinieri. Niente.

Come si legge nel documento, in caso di incendio gli ex-forestali devono chiamare i Vigili del Fuoco e poi…. niente o quasi. Ed è qui che interviene il concetto di “piccolo incendio”. “Al limite, ma proprio al limite – si legge nella nota dell’Usb – si interviene per soffocare “piccoli fuochi”. Trattandosi di comunicazioni burocratiche, si attende una disposizione di servizio che definisca meglio il concetto di “piccoli fuochi”: una fiammella? Una vampa di un paio di metri? Chissà…”.

ordinanza di servizio carabinieri contra forestali 7 luglio incendi

Allora, tirando le somme: degli incendi se ne occupino i Vigili del Fuoco, mentre gli ex-forestali si dedicheranno alle indagini. Il che significa che, come sostengono in molti, in particolare fra gli operatori ambientali, tutto il prezioso lavoro svolto negli anni dagli ex-forestali che riguarda le attività di prevenzione, verrà perduto. Cambio totale di politica, dice l’Usb: “Un volta si parlava di prevenzione, oggi di repressione”. 

E mentre la penisola brucia? Da Coldiretti, arriva non solo un appello alle istituzioni per mettere agli atti che il cambiamento climatico è non più un’emergenza da affrontarsi in modo emergenziale, ma un nuovo sistema climatico che deve essere affrontato in modo “sistemico”, con la predisposizione di tutte quelle strutture che possano catturare l’acqua che comunque precipita sul nostro Paese, invece di perderla (vista la tropicalizzazione delle precipitazioni) lasciandola scorrere (la percentuale che si ferma sulla terra è dell’11%); ma anche una proposta per fronteggiare il dilagare degli incendi. 

L’associazione degli agricoltori ha infatti promosso  l’alleanza tra gli agriturismi affiliati (a marchio Campagna Amica e Federforeste), con l’avvio di una task force per il monitoraggio, prevenzione e valorizzazione dei boschi. ” La prima rete nazionale degli agriturismi a tutela dei boschi italiani fondata sull’azione di monitoraggio di “agricoltori ranger” diffusi capillarmente in tutte le aree agricole italiane, decisa dall’Assemblea di Terranostra sarà impegnata – sottolinea la Coldiretti – nella prevenzione degli incendi con la segnalazione alle autorità responsabili delle emergenze”.

“Nella lotta agli incendi è determinante la tempestività di intervento ed è importante creare una rete diffusa di sorveglianza grazie alla presenza capillare degli agricoltori”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “le imprese agricole sono disponibili ad impegnarsi nelle attività di manutenzione, gestione, prevenzione e sorveglianza di boschi e foreste nei confronti degli incendi. Occorre cogliere – conclude Moncalvo – le opportunità offerte dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali “alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale”.

foto interna dal sito nazionale dell’Usb

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